
Conosci Tizio? Esatto, il compagno di Caio e Sempronio. Sarà il protagonista di questo post.
In realtà Tizio è il nome del lettore debole: quello che disprezzi perché non legge, e manda il mondo in rovina (mentre invece quelli pieni di cultura, spostano i capitali in Olanda o alle isole Bahamas).
In un post recente (“L’identikit del lettore debole”), ho provato a tracciarne l’identikit, mettermi nella sua testa e capire le sue domande. Adesso proverò a rispondergli.
La prima questione, riguarda i suoi timori: che cosa lo spaventa?
Libro=spesa superflua
Spendere. Meglio, buttare i soldi in un prodotto che lo lascerà indifferente. Per me e per te c’è una certa differenza tra “spendere” e “buttare i soldi”; per lui no. È un guaio? Abbastanza.
Benché possa suonare come un’eresia alle nostre orecchie, questa persona guarda al libro come a una spesa superflua. Se ne compra uno (a Natale), lo fa sempre con sul viso l’espressione di chi ci è costretto, e non vorrebbe essere lì, ma da un’altra parte. A scegliere un televisore al plasma.
Tanto sono solo storie
Tuttavia, ti devo svelare una cosa. Prima ho scritto che l’argomento del prezzo, il timore che il lettore debole ha di spendere, è una faccenda complicata, ma purtroppo è proprio così.
Tizio crede che i libri siano tutti uguali. Perciò, meglio cercare di fare un figurone comprando quello costoso, e pure bello grosso. Tanto sono storie, e le storie sono tutte uguali, giusto? Bla bla bla, parole su parole, con uomini, donne, bla bla bla… Come convincerlo del contrario? O meglio: come spiegargli che i libri non sono proprio tutti uguali?
Quando sai come Tizio la pensa, guardi a quello che fai o hai fatto con uno sguardo differente: il suo.
Lui, se compra un libro, compra quello che sta in cima alle classifiche. Basa la sua scelta sulle scelte altrui. Non sei tra le scelte degli altri? Addio.
Possiamo riassumere tutto in questa semplice frase:
L’idea che quanto non è nei primi 10 in classifica sia comunque di qualità, non lo sfiora mai.
Mentre tu e io spesso agiamo in maniera opposta (“Quello che è nei primi 10 probabilmente è da evitare come la peste”), e andiamo a caccia di autori sconosciuti, per lui sono tutti sconosciuti, quindi meglio andare sul sicuro.
Se vende, ci sarà un motivo.
Non ci sono più storie che parlano alle persone (forse)
Adesso ho paura che il post mi sfugga di mano. Mi rendo conto che questo lettore un bel giorno ha fatto la sua scelta. Non è così per diritto ereditario, ma perché ogni giorno conferma la sua scelta. E forse, questa scelta viene confermata perché nessuna storia gli parla: si tratta di rumore di fondo. Gli tiene compagnia, e basta.
Certo: Daniele Imperi in un commento al mio post precedente scriveva che un lettore di ebook costa 100 euro, e Tizio non spenderà mai così tanto per leggere poi roba da 2, 3 euro. Credo sia vero, anche se tablet, e smartphone, con applicazioni gratis dedicate, permettono di aggirare questo ostacolo. E Tizio adora gli smartphone, giusto?






