Magazine Cinema

I’M A CYBORG BUT THAT’S OK (2006) di Park Chan-wook

Creato il 13 novembre 2009 da Close2me
I’M A CYBORG BUT THAT’S OK (2006) di Park Chan-wookColpo di genio. A chi si aspettava l’adagiarsi, peraltro meritato, sugli allori della trilogia della vendetta (Sympathy for Mr Vengeance, Old Boy, Lady Vendetta) il maestro coreano risponde con un’opera lunare, di profonda poesia, lontana anni luce dalla crudeltà visiva del suo stile.
"Young Goon è un cyborg, Il-Soon un ladruncolo che fa proprie le caratteristiche dei volti altrui. O almeno, così credono. Entrambi vivono in un ospedale psichiatrico dalle pareti verdi (e imbottite), trascorrendo le giornate insieme ad altri particolarissimi pazienti: una donna decisamente sovrappeso che divora tutto il cibo che le capiti a tiro, un ragazzo che ritrova la sua dimensione camminando all’indietro, "malati" che – ciascuno a suo modo – creano a loro immagine e somiglianza, qualcosa di congeniale per passare il tempo"
La maestria tecnica delle riprese, i piani sequenza che accarezzano i protagonisti ed il gusto sincero per l’infinitesimale dettaglio all’interno dell’inquadratura restano riconoscibili. Eppure emerge quasi un "tocco femminile", amabile come una favola tradizionale, che culla personaggi bizzarri e singolari all’interno di un non-luogo come solo un manicomio può essere.
Non grava di certo sulla tematica il peso di predecessori illustri come Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman, piuttosto sembra trasparire l’anarchico onirismo del miglior Terry Gilliam, tanto è esplicita la volontà di non soccombere alla linearità ed alla coerenza narrativa, inutile fardello rispondente alla noiosa realtà.
Tutto è splendidamente fotografato attraverso delicati toni pastello da Chung-hoon Chung (Old Boy), che conce solo parziali esplosioni di rosso, a voler sottolineare l’infinita ricchezza emotiva del personaggi di Young Goon. Impossibile estrapolare sequenze specifiche: il film risponde fondamentalmente alla necessità di ribadire l’ampio spettro poetico di Park Chan-wook; un autore riconosciuto che ha rischiato consapevolmente la trappola del clichè per poi stravolgere le aspettative del pubblico, pretendendo la giusta distanza di un giudizio libero da qualsivoglai preconcetto. Una scommessa vinta che sembra continuare con il prossimo lavoro da poco completato: Thirst, storia di un prete che diviene suo malgrado un assetato vampiro.Tutto ovviamente lascia presagire un’interpretazione personalissima della tematica horror… 
YouTube Video

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines