MIGLIOR QUINTETTO FIBA
Playmaker: Aleksander Cvetkovic (Serbia, 1993) - un po’ play, un po’ guardia (forse di più), nelle movenze ricorda Vassilis Spanoulis. Classe ‘93, un metro e 90 d’altezza, il giocatore serbo ha un innegabile talento nella metà campo offensiva, riuscendo a creare per se e per i compagni; grande tiratore, è molto rapido e agile anche in penetrazione. Sicuramente è un giocatore da tenere d’occhio, probabilmente più ad alto livello europeo che per la NBA, ma intanto le sue statistiche in questo mondiale sono tutte lì da vedere: 14.4 punti (45.5% da tre), 3.8 rimbalzi e 2.7 assist a sera.
Guardia: Dimitry Kulagin (Russia, 1992) - se occorresse definirlo con un aggettivo cestistico, “educato” non è il primo che viene in mente. Il moscovita è un giocatore molto istintivo: non sempre fa la scelta più logica, ma molto spesso la sua classe lo porta a trovare il fondo della retina con tiri veramente impossibili, sia piazzato che dal palleggio. Ha chiuso il torneo trascinando la Russia alla medaglia di bronzo con 15.9 punti, 4.8 rimbalzi e 2.2 assist di media, ma nelle ultime tre gare ha letteralmente cambiato passo viaggiando a 24 punti, 7.6 rimbalzi e 3 assist a partita, tirando con un fantastico 58% da tre punti. Attenzione a questo ragazzo: ha una bella carriera davanti a sè.
Ala piccola: Jeremy Lamb (Usa, 1992) - è uno dei prospetti collegiali più interessanti, ed in questo Mondiale l’ha dimostrato. Un posto nella prima metà del primo giro al prossimo Draft NBA è suo per forza: è un cocktail di Danny Granger (di cui però non ha la taglia fisica) e Rudy Gay (di cui non ha l’atletismo), con ancora ampi margini di miglioramento soprattutto nella continuità nel tiro da fuori. Memorabili i sui 35 punti (5/7 da tre) nella vittoria all’over time contro la Lituania. Alla fine ha portato alla causa statunitense 16.2 punti, 4.3 rimbalzi e 2 assist a gara: la NBA un giorno sarà la sua lega.
Centro: Jonas Valanciunas (Lituania, 1992) - riconoscimento come miglior centro, premio di MVP del Mondiale e vittoria in finale: continua il periodo magico per il nuovo giocatore dei Raptors. La Lituania ha sempre fatto affidamento su di lui e la quinta scelta assoluta dell’ultimo Draft ha risposto presente: i 23 punti, le 3.2 stoppate ed i 13.9 rimbalzi di media lo mettono ai vertici delle rispettive classifiche, confermando l’enorme superiorità fisica e tecnica del ragazzo di Utena. Se proprio bisogna trovargli un difetto è la non troppa sicurezza nel gioco fronte a canestro… ma ma chissene: è giovane ed avrà il tempo per migliorare. Con Bargnani formerà una coppia di lunghi davvero notevole.
ONORABLE MENTION (i migliori per Basketcaffe.com)
Ala grande: Boris Barac (Croazia, 1992) - l’epitome dell’ala grande moderna, un nuovo Matjaz Smodis per intenderci. 206 centimetri veri, i kili giusti a disposizione, non un primo passo da centometrista ma mani da violinista… e di alto livello anche! Comprende il gioco come pochi nel suo ruolo e trotterella sul campo con una sapienza cestistica veramente notevole per un giocatore della sua età. Se poi è anche il secondo miglior realizzatore del Mondiale con 18.6 punti di media, e aggiunge 6.8 rimbalzi e 1.6 assist, per forza dev’essere citato tra i ragazzi più interessanti della competizione: si prospetta una carriera Europea quantomeno luminosa.
Ala grande: Dario Saric (Croazia, 1994) - l’ennesimo gioiello della Croazia, insieme a Marjo Hezonja, è senza ombra di dubbio una grande speranza del basket mondiale. Sulla sua carta d’identità cestistica c’è scritto “centro”… ma è una definizione che fa quasi sorridere: ridurre ad un ruolo Dario Saric non ha alcun senso. I 207 centimetri lo fanno annoverare nella categoria dei bigman, ma le abilità di palleggio e passaggio non
Ala piccola: Michal Michalak (Polonia, 1993) - il suo nome è facile da ricordare, ed è meglio che ve lo teniate in mente perchè questo ragazzo è davvero molto interessante. Vicinissimo ai due metri d’altezza, Michalak è una guardia dotata di un tiro da lontano davvero mortifero, che in difesa “si sbatte” e da anche una mano a rimbalzo. E’ stato il leader della sua Polonia trascinandola fino al settimo posto grazie a 17.4 punti, 6.4 rimbalzi e 2 assist a partita. Il suo nome è stato segnato sui taccuini di tutti gli scout nella partita contro la Lituania, quando da solo ha tenuto testa a Valanciunas sparando 29 punti (7/10 da tre) e catturando 13 rimbalzi.