Che fastidio ti danno?
di Renato Giovannoli
Ho letto l’articolo “Picchiare un cuscino” di Marco Cagnotti pubblicato su Stukhtra e… accetto la polemica sperando di sollecitare l’opinione di altri lettori, qui su Stukhtra e anche su “Cartabianca”, dove l’articolo di Marco è pure stato pubblicato.
Nell’articolo, Marco accusa i Cristiani di essere irrazionali, soprattutto per quanto riguarda la fede nella Resurrezione di Gesù, e cita il celebre “Credo quia absurdum” (Credo perché è assurdo) di Tertulliano, insieme a una frase simile del teologo novecentesco Jean Guitton (e a due frasi, che in realtà hanno un senso in buona parte diverso, di san Paolo), per argomentare non solo che la fede cristiana è irrazionale, ma anche che, assurdamente, invoca “l’assurdità come argomento di verosimiglianza”. Ecco le mie obiezioni.
Per cominciare, il “Credo quia absurdum” è, dal punto di vista teologico, al limite dell’eresia e assai poco rappresentativo del pensiero cristiano. Tutta la tradizione cristiana dice tutt’altro sull’argomento, da Origene, il quale sottolineava che l’uomo, in quanto immagine del Logos (Verbo, Parola) di Dio, ha una natura “logica”, fino a san Tommaso, che asseriva la perfetta concordanza di fede e ragione. Non è un caso che la scienza moderna sia stata creata da scienziati cristiani (da Copernico a Keplero, da Galileo a Newton) che nell’ordine della natura cercavano anche il riflesso del Logos.
In secondo luogo, la Resurrezione è davvero un assurdo dal punto di vista scientifico? Marco Cagnotti sa bene che sulla base dei più recenti sviluppi della meccanica quantistica alcuni scienziati stanno valutando la possibilità teorica di fenomeni come il “teletrasporto”: il lettore può leggere, per esempio, l’intervista al fisico Mauro D’Ariano “Un mondo di qubit” proprio qui su Stukhtra e ripubblicata sul bimestrale “Meridiana”. Frank Tipler, un fisico molto preparato anche se un po’ fuori di testa, afferma nel suo libro La fisica del cristianesimo (Mondadori, 2008, p. 237) che “la legge della fisica alla base della Resurrezione di Gesù fu scoperta nel 1976 da Gerardus ‘t Hooft, che ricevette il premio Nobel per la fisica del 1999″, aggiungendo che si tratterebbe di un “meccanismo di annichilazione barionica tramite effetto tunnel elettrodebole”, connesso con il teletrasporto. Naturalmente non voglio qui prendere sul serio Tipler, che apparirà blasfemo al credente e involontariamente umoristico allo scienziato. Lo cito perché mi permette due considerazioni.
La prima è che sappiamo molto poco delle leggi di natura e che affermare categoricamente l’impossibilità dei miracoli, di cui sant’Agostino (De civitate Dei, XXI, 8) dice che “non vanno contro la natura, ma solo contro ciò che sappiamo della natura”, è un atteggiamento non scientifico. Come diceva Shakespeare, “ci sono più cose in cielo e in terra, Marco, di quante ne sogni la tua filosofia”! La seconda considerazione è che il libro di Tipler, insieme a molti altri lavori scientifici recenti anche non divulgativi, mostra che la razionale scienza contemporanea è capace di sognare cose in cielo e in terra almeno altrettanto “assurde” dei miracoli. Perché ammettere teoricamente il teletrasporto o il viaggio nel tempo (c’è una ricca bibliografia scientifica anche su quest’ultimo tema) e non la Resurrezione?
Ma il vero punto della questione è un altro. I Cristiani, a differenza di Tipler, non credono nella Resurrezione sulla base di qualche teoria più o meno (fanta)scientifica, ma per fede. Un discorso sull’essenza della fede sarebbe lungo e complesso: diciamo per semplicità che credono nella Resurrezione perché si fidano di coloro che hanno tramandato la notizia di quell’evento e di un libro, il Vangelo, che per loro ha l’inconfondibile sapore della verità. Che fastidio ti danno, Marco? In quanto giornalista scientifico hai tutto il diritto di discutere questioni scientifiche. Ma su questioni di fede non sarebbe meglio rispettare la sensibilità di chi crede? Non dimenticare che è dalla fede nella Resurrezione che è nata anche la Missione Betlemme Immensee, che pubblica “Cartabianca”.
(Fonte: “Cartabianca”)
Nota della redazione
Abbiamo ricevuto e volentieri pubblicato questo breve, pacato e documentato articolo. La risposta di Marco Cagnotti uscirà domenica prossima: sarà scorretta, incazzosa, aggressiva e volgare, com’è consuetudine dell’autore. E sarà lunga. Molto lunga. E voi ve la pupperete tutta.