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I nitriti del cuore /9

Creato il 06 marzo 2011 da Ilpescatorediperle
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  PUNTATA IX - Dove ha luogo il Gran Ritrovo (prima parte)
(ascolta)
Il prestigio di un evento non è dato, in prima battuta, da chi vi è invitato, ma dal novero di coloro che ne sono estromessi. Ciò che, non a caso, si chiama esclusività, rende una cerimonia privata un rito elevato, una manifestazione superiore.
Il Gran Ritrovo non faceva eccezione a questa regola. L'aggettivo, infatti, non segnalava la vastità dei convenuti, ma, al contrario, la loro eminenza. Proprio tale valore fu ciò che persuase a suo tempo Cosima von Bauern ad accettare il caloroso suggerimento dell'amica Gitte di dare un ricevimento annuale. Non la possibilità di stringere nuove solidarietà sociali, né l'attrattiva di esibire la propria raffinata opulenza la convinsero. In effetti, la baronessa von Bauern non era portata né per le amicizie né per pavoneggiarsi (del resto, riteneva che le due cose fossero profondamente collegate). Ciò che la fece pendere verso l'inaugurazione del suo personale galà era piuttosto il desiderio di escludere quanti non le andavano a genio, facendolo loro sapere. Cosima immaginava il Gran Ritrovo come il perimetro e al contempo l'apoteosi della sua passione per il dominio. Lo spazio di una festa mondana, o meglio, l'ampiezza dei territori che non ne facevano parte fungevano da geografia del suo potere. Da qui, il curioso paradosso: il suo reame, se così si poteva definire la landa stepposa popolata di domestici e gran dame in cui stanziava, era tanto più rilevante quanto più era ristretto e quanto più largheggiavano le zone alla sua frontiera. E al momento in cui, ricorrendo il periodo propizio, ella spediva gli inviti, procurava che gli esclusi ne fossero informati.
Come si può ben immaginare, i confini tra la Spietata Monarchia von Bauern e la Libera Repubblica degli Insignificanti non erano del tutto irrimediabili. Esistevano sottili vie di passaggio, tese fra le due sponde, che permettevano ai reietti di essere redenti - ma, d'altra parte, anche agli accolti di venir banditi. A ben vedere, era proprio questo ristretto canale di comunicazione ad accrescere il potere, e al contempo il divertimento della padrona di casa. I suoi ospiti, infatti, per quanto si impegnassero al più profondo godimento della cerimonia, stavano impercettibilmente sulle spine, temendo di compiere gesti o di pronunciare parole che potessero provocare una brusca caduta delle loro quotazioni. Al contrario, i misconosciuti che lo desideravano, si impegnavano alacremente per tutto l'anno ad ingraziarsi Cosima, così da riceverne, in cambio, un riconoscimento.
A loro volta, tali spostamenti potevano essere temporanei e richiedere ulteriori cure. Così, durante la liaison di Richard con la loro figlia, i conti von Pik furono intenzionalmente dimenticati, per poi essere recuperati un anno dopo la rottura del rapporto. La contessa Augusta aveva ceduto a Cosima una delle sue domestiche: Frau Heller. Benché il rendimento di quest'ultima si fosse rivelato così insoddisfacente per i von Bauern da far rischiare una nuova esclusione ai suoi antichi padroni, Cosima aveva comunque guadagnato un divertente giocattolo per i suoi esperimenti punitivi, ragion per cui, in fondo, poteva essere grata ai von Pik. Lo stesso non si poteva dire dei von Spuckenberg: il duca Otto si sentì male durante una delle cene del Ritrovo, e rischiò di strangolarsi con una foglia di carciofo. Per la verità si riprese quasi subito, ma Cosima non gli perdonò di averle quasi rovinato la festa, facendo oltretutto calare su quel rito un'ombra di morte che lo avrebbe guastato per sempre. Così, decise risolutamente di non invitare più lui e sua moglie Christina (che pure l'aveva implorata sguaiatamente di perdonarli, promettendo di portare l'anno seguente un "servo espettoratore" con il compito di decongestionare manualmente le vie respiratorie del coniuge qualora si ripetesse il dramma del carciofo).
In ogni caso, la partecipazione al Gran Ritrovo non corrispondeva sempre ad una calda intimità tra i convenuti: la composizione dell'accolita doveva tenere conto della scomoda necessità di invitare chi doveva essere invitato e non poteva mancare. Per questa ragione i von Bernau, gli insopportabili, misantropi, detestati von Bernau, che godevano di un posto di primo piano nella società nobiliare del luogo, erano immancabilmente inclusi, pur con la più totale opposizione della loro ospite, che cercava sempre la strada per palesarsi - come, d'altro canto, il loro stesso disprezzo per lei.
Al contrario, vi erano cordiali e solidi rapporti che non trovavano espressione in un'accoglienza al Gran Ritrovo. Che cos'era, dunque, il suo scopo? Quale il suo significato? Ancora una volta, era stata Eva von Braun a decretarli: "Al Gran Ritrovo si viene per giudicare le debolezze altrui. In genere, si viene sopratutto giudicati."
Quel che più premeva agli invitati era di ritrovarsi a tavola insieme, di contemplare con i loro occhi, proprio quell'accolita, in quel preciso momento. Di pungolare questo o quell'elemento del gruppo e di vedere come interagivano fra di loro. Di emettere, infine, un giudizio su di essi, che li avrebbe accompagnati, sulla bocca di tutti, fino al prossimo Ritrovo. Se la definizione di Eva (in prima fila quando si trattava di emettere giudizi, ma ben poco valutata, considerata, com'era, una parente imbucata) vedeva giusto, era tuttavia cieca da un occhio. Essa si attagliava bene alla prima parte della festa, alla cena vera e propria. Ciò che seguiva, il ballo, possedeva un significato ben diverso, e, per così dire, opposto. Forse proprio per questo, era la parte (irrinunciabile) della festa che la padrona di casa non controllava affatto.
***
A Villa von Bauern regnava un'ansia operosa. Cosima, assistita da Frau Kempis e da Herr Meier, aveva riunito i domestici e pronunciato il discorsetto che, immancabilmente, precedeva gli ultimi preparativi della festa. Le parole erano sempre le stesse; a mutare era l'intensità delle minacce.
"Il Gran Ritrovo si svolge ogni anno da numerosi anni. Sapete quanto io tenga a che sia preparato e celebrato nel miglior modo possibile. Non sopporto le sbavature, e soprattutto - uno sguardo particolarmente acuminato si posò su Frau Heller e Kurt -  chi le commette. Siete vivamente esortati a fare non del vostro meglio, non il massimo, ma, semplicemente, ciò che mi aspetto da ciascuno di voi: un lavoro perfetto. Frau Kempis conosce minutamente il programma, non c'è bisogno che vi dica che è a lei che dovete fare riferimento per le istruzioni. A me, invece, renderà conto chi non le rispetterà. So che alcuni di voi possono essere presi a modello - Cosima si voltò impercettibilmente verso Frau Mittner - E' tempo che lo siate tutti.
L'attenzione maggiore va alle portate della cena e al lavoro di guardaroba che precederà il ballo. Infortuni durante i due momenti essenziali del ricevimento saranno imputati a voi, e verranno aspramente redarguiti.
Quest'anno è un anno speciale. Durante il Gran Ritrovo verrà ufficialmente annunciato il fidanzamento e il prossimo matrimonio di mia figlia con Georg von Bären. E' quindi di particolare importanza che sia un evento memorabile. Chi ne infangherà lo svolgimento verrà sottoposto ad un giudice onesto - parole che gli astanti tradussero simultaneamente in "genio del male" - ad un serio processo: cioè ancora a me. Non so bene quali espiazioni adotterò, ma il tentativo di annegamento nel Sauer, come sapete, manca all'appello... putroppo niente olio bollente quest'anno: quello sprecabile è già finito nell'intestino di Frau Heller.
Ed ora andate."
L'ansia operosa, trasformatasi ben presto in angoscioso terrore, mise le ali ai piedi ai malcapitati inservienti di Villa von Bauern. Annelore, dal canto suo, fu così assorbita nella direzione dei lavori che dovette accantonare le Letture, che Karina insistentemente le chiedeva. Non l'aveva messa a parte del suo sogno, che del resto, col passare dei giorni, si era ridotto nel suo ricordo appunto a materiale onirico, privo di qualunque accento profetico.
In cucina si sfiorò la catastrofe: Frau Mittner corse a cercare Frau Kempis per comunicarle, con rabbiosa foga, che Frau Heller era sparita. Non si riusciva a trovarla da nessuna parte, e la cena era ben al di là dal considerarsi a punto. Annelore immaginava che l'aiuto-cuoca si fosse nascosta, troppo spaventata dalle minacce della padrona di casa per poter combinare alcunché, quindi in ogni caso prossima ad una punizione. In effetti, era proprio così: Frau Heller si era imboscata in cantina, luogo che, a causa dei suoi lunghi soggiorni penitenziari, conosceva bene. Lo stesso Herr Meier fu mobilitato per scovarla, ma lei aveva individuato una vecchia cassa per il carbone stipata in un angolo, in cui era riuscita a celarsi alla bell'e meglio. Annelore affiancò alla cuoca di casa la giovane Liesl, una delle domestiche reclutate al villaggio per quella sera, che si dimostrò un'abile sostituta. Il lavoro era tale e tanto che l'improvvisa scomparsa di Frau Heller venne temporaneamente dimenticata.
***
I primi ospiti ad arrivare furono Malko e Branko von Beeren, poco dopo pranzo. Richard accolse i cugini con un'aria incerta. Era da poco tornato dai suoi "affari", quelle licenziose scorribande a cui i due parenti avevano tanta parte, ed era un po' imbarazzato all'idea di ritrovarseli tra i piedi nella residenza coniugale. Certe amicizie risultano accettabili solo in determinati contesti. E la Villa non era uno di questi. Tuttavia i cugini erano ospiti di riguardo (o quantomeno lo era il loro grado di parentela), meno detestati dei von Bernau, e dunque degni dell'invito. Il Barone von Bauern si augurava soltanto che non facessero troppi danni con la loro disinvoltura.
- Richard, vecchio marpione! - lo salutò Malko, abbracciandolo con incontinente calore.
- E Cosima, ogni volta più... "giovane"! - commentò sarcasticamente Branko, che pensava evidentemente "gallina rinsecchita da brodo".
- Onorata della vostra presenza. Richard, ti lascio accogliere i cari cugini - si eclissò lei, pensando di rimando "prova a nominare una delle vostre sciacquette e vedrai cosa ti metto nel piatto."
- Benvenuti, cugini. Spero che sappiate dove vi trovate...
- Sì Richard, tranquillo... qui solo discorsi elevati eh!, ...infatti vorrei darti un po' di notizie su quella stangona della contessa von Zwergen!
- Ahahah, hai sentito Richard? "Discorsi elevati... stangona"! Ahahah, Malko, se non fossi mio fratello ti sposerei, mi fai morire! - lo sostenne Branko
- ... lo sapevo - sospirò Richard. - Allora, almeno, usciamo per una passeggiata...
- Ma quale passeggiata! Stavo per chiederti una bottiglia delle vostre! - si oppose Malko.
- Sì Richard, una bottiglia delle vostre, dai, ché certi discorsi fanno venire sete...!
- E che sete ahahah, che sete ahahah!
- ... e va bene. - si arrese Richard. Sarebbe stato un lungo pomeriggio.
***
Facendosi pregare, giunse la sera del ricevimento. Le carrozze degli invitati comparvero tutte insieme all'ora stabilita, come ad un segnale silenzioso. Ad accogliere gli ospiti, Richard, Cosima, Karina e Arthur von Bauern. Ecco i principi Fürstin, Adolf e Katharina, con le figlie Philippa e Theodora; i duchi von Nasen, Heinrich e Alphonsine, con Reinhardt ed Elizabeth; i conti von Sattel, Gustav ed Elfride, e i von Pik, Augusta e Viktor, accompagnati dalla fascinosa Arabella; infine gli amici von Bären, Günther, Gitte, Georg e Gertha, scortati da Padre Rudolf. I cugini von Beeren erano già appollaiati nei dintorni del buffet degli aperitivi, assieme ad Eva von Braun, che già faceva da tappezzeria prima che iniziasse la festa, così, per tenersi in allenamento.
A quel punto Cosima avrebbe volentieri guidato i suoi ospiti verso la cena, ma mancavano ancora i von Bernau, che, per puro caso, erano in ritardo, e che, per puro caso, avevano così ottenuto che il pensiero di tutti andasse a loro e alla futura moglie del loro figlio maggiore. Non ci sarebbe stato bisogno di trasporre quella fastidiosa attesa in parola, ma Eva, la cui relazione più stabile era da tempo quella con il pleonasmo, non poté evitarlo:
- Cosima, ...ma loro dove sono, i von Bernau?
- Come vedi li stiamo aspettando con... - propositi omicidi? disprezzo? - con impazienza - annacquò.
- Cara - continuò Elfriede von Sattel, che aveva avuto una relazione con suo marito - a proposito, come sono i vostri rapporti?
- Cordiali non-rapporti, come sempre.
Un istante prima che la padrona di casa ordinasse di sprangare il cancello d'ingresso, la carrozza dei suoi arcinemici entrò nel viale antistante la Villa, per approdare infine davanti al porticato. Friedrich, Lotte, Werther e Joachim entrarono quasi di corsa nel vestibolo.
- Mia cara Cosima - sibilò Lotte - ma sono già tutti arrivati? Oh, cielo, siamo proprio gli ultimi, Friedrich!
- Non si può dire che non sappiate fare un'entrata degna di questo nome! - esclamò Richard.
- Ma non manca qualcuno, sniff? - avanzò la duchessa von Nasen, annusando la propria stola.
I von Bernau fecero ala ad una nuova ospite: ella comparve come dal nulla, e dopo un impercettibile inchino, già offriva la sua mano alla padrona di casa.
- Mademoiselle Odette de la Rue - la presentò Friedrich.
- Enchantée, Madame.
- Benvenuta. - replicò gelidamente la baronessa von Bauern, mentre Karina avvampava e alla vista di Werther e a quella della sua compagna.
Davanti a Richard, Odette ebbe come un sussulto.
- Suvvia cara, è grande e grosso ma non morde! - dissero i von Pik.
- Non mordo... quasi mai... - le sorrise sornione Richard.
Chi ben volentieri, chi a malincuore, tutti gli invitati al Gran Ritrovo concordarono tacitamente su un punto: Odette de la Rue era la più bella fanciulla della festa.
***
Esauriti i convenevoli, nonché gli aperitivi, gli ospiti furono condotti da Cosima nella grande sala da pranzo, ad un lungo tavolo riccamente imbandito. La baronessa indicò a ciascuno il suo posto. Ad un capo del tavolo sedette Richard, con la sua famiglia, i von Bären e Padre Rudolf come vicini. Seguivano i Fürstin, i von Nasen e i von Pik. All'altra estremità erano stati posti i von Bernau. Poteva sembrare un segno di grande importanza a loro concessa; in realtà era un modo per scaraventarli il più lontano possibile da quello che si pensava essere il centro della compagnia, attorno ai padroni di casa. Un ulteriore segno in tal senso fu la sistemazione fuori luogo di Eva, tra Friedrich e Odette de la Rue. La cugina von Braun comprese di essere stata esiliata tra gli indesiderati, ma fece buon viso a cattivo gioco: era pur sempre seduta accanto alla ragazza più ammirata, e poteva tempestarla di domande fino alla nausea. I fratelli von Beeren erano, l'uno di fronte all'altro, al centro del tavolo. Avrebbero preferito di gran lunga la compagnia della misteriosa Odette o di Arabella, ma decisero di godersi la cena, rimandando al Ballo l'occasione per abboccamenti più spontanei.
Dopo gli antipasti, e grazie al vino dei celebri vigneti von Bauern (celebri quantomeno fra quegli stessi invitati), la conversazione si animò: battute salaci ed entusiasmanti argomenti di discussione le diedero un ritmo indiavolato.
- Cara, cara Cosima, il Ritrovo è più riuscito che mai! Hai dato un tocco particolare, quest'anno! - si entusiasmò Gitte.
- Ti riferisci al Ballo?
- Oh, no... cioè, sì, anche, ma per quello c'è ancora tempo. Mi riferivo alla cena stessa!
- Ti ringrazio Gitte. Che posso dirti, io mi sforzo energicamente di dare una direzione a questa casa, a volte forse ci riesco. - Cosima, sarà stata la stanchezza o il rosso d'annata, aveva raggiunto i vertici della sua cordialità.
- Cara, sei stata grandiosa. - fece eco Richard, che sentiva di dover scontare le sue ultime assenze, così ben testimoniate, per un irritante contrappasso, dalle presenze dei cugini von Beeren.
- Anche tu - ribatté lei, considerando che la metà degli ospiti era costituita da ex amanti del marito, per tacer di quelle future.
- A proposito dello Spirito Santo - si stava servendo un consommé di piccione - Padre, ho pensato molto a quanto mi ha detto questa mattina... - soggiunse Gertha, procedendo a tentoni.
- Me ne rallegro, figliola. Ma ti suggerisco di pensarci ancora. Siamo ad una festa. - tagliò corto Rudolf.
- E' che non ho ancora capito che cosa significa "procede dal Padre e dal Figlio"...
Rudolf la prese alla lontana, senza per questo evitare di diventare paonazzo - Pensa se qualcuno fosse molto ma molto stizzito con te. Se avesse pensieri turpi su di te...
- Ma se avesse pensieri turpi su di me... come potrebbe essere stizzito?
- Non "quei" pensieri turpi... strangolarti, ad esempio.
- Oh, Padre!
- Vedo che collabori all'esempio. Se qualcuno, dicevo fosse irato con te, da dove credi che originerebbe la rabbia?
- Da lui stesso?
- E non anche da te stessa, dal tuo comportamento o dalla tua stessa inconsistenza?
- Beh, io... può darsi.
- Ecco, appunto. La rabbia procede dal Padre e dalla Figlia... o meglio, da te e da questa persona ipotetica che ti detesta.
- Dunque, Padre... questo spiega lo Spirito Santo?
- No, ti sto solo dicendo di lasciarmi un po' in pace!
Rudolf aveva inavvertitamente alzato la voce, ma fu provvidenzialmente coperto dalle risate dei suoi vicini. Gertha era sbiancata. Il suo scoppio di collera aveva avuto fin troppo effetto.
- Ma ti assolvo, ti assolvo da ogni peccato! - concluse, benedicente. Gertha penso bene di cambiare interlocutore, e si rivolse, per la sua gioia, ad Arthur.
- Quest'anno Cosima non ha invitato i von Marquise - si sussurrarono da un capo all'altro del tavolo i von Sattel.
- E nemmeno le loro prozie - aggravò la situazione Theodora Fürstin, che cercava disperatamente di evitare la conversazione con il suo vicino di posto, Georg von Bären.
- Così io le dico: ma Contessa, pensate davvero che sarei così impudente da capitare di proposito nella vostra camera da letto? E quella: "Sì, senza dubbio." Che posso dirvi, aveva ragione lei! - ridacchiava Malko, in vena di smargiassate.
- Immaginate dunque la sua sorpresa, quando da dietro il baldacchino feci capolino anch'io! - aggiunse Branko, dando di gomito al fratello.
- Ma quindi sniff sniff, non volete proprio dirci sniff sniff chi fosse la dama in questione? - domandò Alphonsine von Nasen, che doveva annusare tutto sedici volte prima di toccarlo ed era allora impegnata con il tovagliolo.- Non ha importanza Duchessa. Per quel che ne sa lei potrebbe essere chiunque? Beh, corrisponde al nostro raggio d'azione: chiunque! Ahah, vero Malko?
- Sì Branko, chiunque! Salute!
- Quindi, voi scrivete? - sbadigliò Friedrich. Non solo la finestra dietro di lui era stata lasciata più o meno casualmente socchiusa, tormentandolo con i suoi refoli d'aria notturna, ma doveva sorbirsi la barbosa conversazione della vecchia von Braun.
- Sì, scrivo.
- Me ne compiaccio. - Quindi, rivolgendosi sottovoce alla moglie: - E' tutto a posto per dopo? Liesl ha fatto il suo dovere?
- Sì, non dubitarne.
Eva, non riuscendo a cavare un ragno dal buco, si gettò su Odette con penetranti domande.
- Come siete bella, mia cara! Gli uomini si butteranno ai vostri piedi!
- Siete molto gentile.
- E da dove venite, di preciso?
- Oh... da Parigi, in effetti.
- E' da molto che siete qui?
- No, non molto.... quindi, voi scrivete? Che cosa state scrivendo ora?
- Il mio "Coilo e Persilda"! Ecco, c'è questa schiava etiope di nome Persilda...
***
Il fitto chiacchiericcio fu interrotto da un tintinnio. Si era alla fine della cena, e come al solito, ci si sarebbe presto trasferiti nel salotto attiguo per il caffé, i sigari e il porto, prima che avesse inizio il Ballo.
- Siamo ormai alla fine della cena, e come al solito, presto ci trasferiremo nel salotto attiguo per il caffé, i sigari e il porto, prima che abbia inizio il Ballo. - disse infatti Richard, alzandosi. Cosima lo osservava con estrema concentrazione. Sembrava terrorizzata all'idea che incespicasse in ciò che doveva dire.
- Ma prima di tutto questo - continuò il marito - io e Cosima desideriamo ringraziarvi per la vostra presenza. E' un grande piacere per noi rinnovellare di anno in anno questo ...
- ..."rinnovellare": questo discorso gliel'ha scritto Cosima - insinuò Viktor von Pik a Joachim von Bernau, che annuì con sufficienza.
- ... nostro Gran Ritrovo. E proprio per mostrarvi la forza del legame che ci unisce ... - Katharina, Alphonsine e Augusta lo fissarono con particolare intensità, mentre Cosima cercava di contare le macchie sul tavolo prodotte dagli sputacchi di Günther.
- ... ci compiace darvi un lieto annuncio ... - Richard posò lo sguardo su Georg e Karina, che si alzarono in piedi: lui arrossendo, lei sbiancando.
- ... Karina, la nostra amatissima figlia maggiore, e Georg, figlio dei carissimi amici von Bären, si sono fidanzati e celebreranno presto il loro matrimonio!
Un applauso emozionato (o comunque avvinazzato) si liberò dai commensali. I due promessi sposi tremavano per la timidezza o per evitare di scoppiare in lacrime. Eva si alzò in piedi e tirò fuori da chissà dove un foglio fittamente scritto: certo aveva intenzione di leggere qualche sguaiato verso dei suoi per celebrare l'unione. Sua cugina, pur da notevole distanza, la trafisse con lo sguardo, e quella si risedette.
- Vi ringraziamo, cari amici - commentò Günther - e avremo il piacere, il giorno stabilito, di poter condividere con tutti voi la nostra gioia.
Un'espressione confusa (o comunque avvinazzata) si diffuse per l'uditorio.
- Vi stiamo preannunciando un invito al matrimonio dei nostri figli. - precisò piccata Cosima.
Fu un coro di "grazie!" e "oh cielo!".
- Molto bene - concluse Richard - ed ora, se volete seguirmi, andiamo ...
- ... solo un momento, caro Richard! - lo interruppero i von Bernau. Friedrich e Lotte, al capo opposto del tavolo, si erano alzati in piedi a loro volta.
Gli invitati ammutolirono, curiosi. Eva pensava "perché loro sì e io no? E' un mese che lavoro ai miei Versi degli Amanti!
- Desideriamo ringraziarvi per l'invito di quest'anno, e per l'allegra brigata che lo allieta. E per la corrente d'aria, dietro di noi - sogghignò Lotte.
- E abbiamo anche noi un annuncio da fare. - Werther e Odette si alzarono a loro volta.
- Il nostro figlio maggiore Werther e la bella Odette de la Rue si sono fidanzati e celebreranno presto il loro matrimonio!
A questo annuncio l'applauso degli ospiti fu straordinariamente fragoroso. Gli "evviva!" si sprecarono, così come le congratulazioni. Il tramestìo attutì l'urlo disperato di Karina, le lacrime di Arthur, la confusione più totale di Georg. Ma soprattutto, si contrappose al gelo calato su Cosima, al suo odio febbrile. Avevano rovinato il loro annuncio. La presenza di quell'Odette era bastata a vanificare l'apoteosi della sua gloria. E più lei masticava amaro e progettava vendette, più sui volti dei suoi nemici si andava dipingendo un'espressione di compiaciuta vittoria.
Günther e Gitte, ben comprendendo tutto ciò, si resero conto per un istante che le persone sono quello che sono, e che la loro attività spirituale sull'amica non aveva avuto alcun effetto. Ma se ne dimenticarono in un istante, pensando che non tutto era perduto: c'era ancora il Ballo.
I nitriti del cuore /9
da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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