Magazine Diario personale

I nostri sogni...

Creato il 19 settembre 2012 da Razionalme
...ogni mattina la stessa sveglia! Incessante cominciava a tintinnare e non smetteva se non con una pantofola... e quindi forza, in piedi, ancora e ancora e ancora. Ogni giorno grigio, azzurro, bagnato o rovente che fosse, la mia vita scandita e monotòna andava avanti senza sosta; gli occhi sempre aperti curiosi e impazienti, non volevano perdere un attimo; gambe ballerine correvano a destra e a manca credendo che vivere significasse volare.
Ed oggi che bello ho raggiunto un traguardo, ma ieri credevo di avere tutto, domani immagino sarà già scritto.
Io credevo di sapere ogni cosa. Io sapevo di sapere. Non potevo esser più saccente, né sì tanto presuntuosa.
Ci credevo davvero. Futuro limpido e così chiaro. Eccolo lì, è talmente evidente che quasi riesco a palparlo.
Perché mai non dovrebbe svolgersi in questo modo?
Io farò di tutto perché accada.
Io farò di tutto.
Passano i giorni, che poi diventano mesi e lasciano posto agli anni. Passano amori, amanti, fiori appassiti ed amicizie rare. Passano gli affetti, le carezze, i miagolii e i regali di Natale. Passa il tempo e comincia a lasciare tracce sul volto e argento nei capelli.
E poi? Cosa è accaduto?
I nostri sogni... quelli che speravamo, quelli che idolatravamo, quelli che ci accompagnavano ogni giorno rendendoci così sicuri, così pronti, così vitali e sorridenti, così curiosi e prepotenti.
I nostri sogni... quelli che avevamo stretto tra le mani, ma cumuli di sabbia non potevano che scivolare via; quelli che... erano solo sogni!
La sveglia suona, ma ha un soave suono; i profumi del mattino cambiano ma son sempre appetitosi; la giornata comincia, ma forse non ho la stessa fretta di vedere se è celeste, umida, afosa o rosa di Primavera.
L'amore chiama e mi chiede un frutto... gli sbuccio una mela e gli guardo gli occhi cioccolato.
Profondi e buoni mi sorridono.
Gli chiedo se il senso di noi tarda ad arrivare perché siamo stati troppo saccenti.
Mi risponde allungando la mano, vuole la sua mela, gliela porgo... il silenzio è una risposta così assordante.

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