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I Nuovi Tedeschi

Creato il 25 settembre 2012 da Aletonti

I Nuovi Tedeschi

A parte i vecchi clienti, quelli che venivano già 30 anni fa e che sono affezionati a questi luoghi, i teutonici delle nuove generazioni sono rari come i gorilla di montagna. Sono ormai 20 anni che i tedeschi tradiscono la riviera per altre destinazioni. La mucillaggine, l’apertura di nuovi mercati low-cost, l’avvento dell’Euro, tutto ha contribuito a spingerli via dalla costa adriatica. Forse resistono solo i laghi del nord Italia, mete più vicine al confine e buone anche solo per un week-end. Perciò quando capita una prenotazione da parte di un tedesco sotto i 50 anni è sempre una bella conquista, e ci scappa quasi sempre un “oh, vè!” di soddisfazione.
I Nuovi Tedeschi sono puntigliosi e precisi come i vecchi ma molto più informati e meno naif di quegli esemplari alti come armadi, col pancione rigonfio, camicie assurde e  guance arrossate che arrivavano qui in riviera a bordo di lunghe Mercedes con il volante trapuntato. Tutto quello che chiedevano era sole, vino e buon cibo e ne trovavano a sufficienza. La benzina con costava come oggi eppure gli veniva pagata con i buoni che lo stato metteva a disposizione per chi decideva di trascorrere le ferie in Italia.
Io ero solo un bambino ma restavo colpito dalla giovialità, dalla simpatia e dalla voglia di divertirsi che manifestavano senza riserve (il più delle volte ubriacandosi ma senza diventare mai molesti). Mi veniva da pensare: sono questi i rigidi e alteri tedeschi? Facevano più chiasso degli italiani! Com’era possibile?
Mio nonno mi diceva che era dovuto al fatto che qui potevano lasciarsi andare e rilassarsi mentre a casa loro, in Germania, dovevano rigar dritto senza sgarrare. Il nonno era stato fatto prigioniero dai tedeschi in tempo di guerra perciò sapeva quel che diceva e non l’ho mai messo in dubbio.
In effetti bastava guardarli negli occhi: pareva che vedessero il mondo per la prima volta e volessero conoscerlo e goderselo tutto. Potevi rifilar loro qualsiasi cosa e ne erano sempre entusiasti. Certo non erano stupidi o ingenui, sapevano riconoscere la qualità e venivano qui perché la trovavano in ogni aspetto, dalla tavola alla compagnia all’ambiente. E la pagavano una sciocchezza.
I Nuovi Tedeschi invece sono magri, ben vestiti, parlano poco e ti guardano dall’alto dei loro tanti primati. Si avverte benissimo che ti considerano inferiore (anche prima lo facevano ma erano disposti ad abbonarti la tua presunta inferiorità per una settimana o due, se riuscivi a farli stare bene; oggi non è più tempo di sconti) e nel loro sguardo non c’è più quell’aspettativa, quella speranza di una vacanza indimenticabile. Ormai hanno visto di tutto e di più, non hanno più bisogno di sfogarsi fuori dai confini.
Vivono praticamente su internet e da questo punto di vista il divario con un italiano medio è abissale. Se un tempo i nostri difetti e le nostre mancanze erano considerate come parte del bagaglio antropologico latino e spesso erano valutate come una salutare compensazione della loro rigidezza e della loro severità, oggi non sono più giustificate e perdonate. Sarà perché credono di portare sulle loro spalle tutto il fardello dell’ Europa e quindi di farsi già carico dei problemi degli altri. Pensano: nonostante tutto vengo da te a passare le vacanze perciò vedi di rigare dritto e di non farmene pentire. Ci sono tanti altri posti dove sarei potuto andare!

Il primo nuovo cliente tedesco di quest’anno era esattamente così.
La famiglia era composta da padre, madre, figlia adolescente e figlio appena maggiorenne con fidanzata. Non era la prima volta che venivano da queste parti e infatti non si sono dimostrati degli sprovveduti, soprattutto il padre che si è occupato della prenotazione.
Ci ha contattato via e.mail in primavera. Inizialmente c’è stato uno scambio di comunicazioni che aveva lo scopo di fissare il miglior preventivo possibile includendo anche il servizio spiaggia. E’ andato avanti per un mesetto.
Qualche settimana prima del loro arrivo, vista la penuria di prenotazioni e anche di richieste, abbiamo inserito sul sito internet un’offerta speciale per un soggiorno con spiaggia e acqua ai pasti incluse e dopo qualche giorno abbiamo ricevuto una e.mail dal tedesco che chiedeva se potesse usufruire dell’offerta. Ho avvertito un leggero brivido lungo la schiena. Mi sono immaginato quel tipo che, giorno e notte, si collegava al nostro sito internet per un monitoraggio costante della sua prenotazione.
E’ partita una nuova trattativa alla fine della quale gli abbiamo dimostrato che le condizioni della sua prenotazione erano più convenienti di quelle della nuova offerta. Si è detto d’accordo ma a me è parso che pensasse: per adesso va bene ma non finisce qui.
Non mi ero sbagliato. Quando sono arrivati, dopo essersi sistemati e aver consumato un pasto, è tornato alla carica. Avendo prenotato 2 camere (1 per sè, la moglie e la figlia e 1 per il figlio con la fidanzata), ha chiesto se si potesse applicare l’offerta per una camera (quella del figlio) e restare alle originarie condizioni per l’altra. Cosa avremmo dovuto fare?  Abbiamo acconsentito anche perchè, in fin dei conti, non cambiava molto e finchè si può accontentare i clienti…
Tutto pareva andare per il meglio. La famigliola si diceva molto soddisfatta di ogni cosa e già prospettavano la possibilità di un ritorno per l’anno seguente. Poi è accaduto qualcosa che ha scompigliato di brutto le carte.
Al momento di saldare il conto il tedesco è sobbalzato leggendo € 11,00 alla voce “telefono”. La fidanzata del figlio aveva infatti chiamato casa dal telefono dell’albergo, quello della reception riservato ai clienti e si era intrattenuta per quasi 10 minuti in piena mattinata. Lei affermava di aver parlato per non più di 5 minuti ma il centralino parlava chiaro (è impostato in automatico per conteggiare gli importi delle telefonate, senza che noi si possa intervenire in alcun modo: € 11,25 che ho arrotondato per difetto a 11 netti).
La ragazzina, conoscendo l’attenzione maniacale del futuro suocero (ma dopo questo scivolone chissà….) per le spese e i conti, cercava di limitare al massimo le proprie responsabilità …scaricandole su di noi. E così i saluti si sono svolti con mezzi sorrisi e occhiate diffidenti e qualcosa mi dice che il prossimo anno sceglieranno un altro hotel, forse addirittura un altro paese!

Anche i popoli più granitici però, hanno la loro parte di “ventre molle”, come si suol dire.
Circa un mese dopo è arrivato il secondo nuovo cliente tedesco della stagione. Anche questo aveva prenotato via internet qualche mese prima, senza addurre pretese particolari a dire il vero. Però non riceveva mai le nostre mail di risposta e  scriveva in continuazione per chiedere conferme. Con il senno di poi, si trattava di un presagio.
Il giorno previsto per il suo arrivo (aveva prenotato una camera matrimoniale) riceviamo una telefonata con la quale veniamo informati che, a causa di un incidente, avrebbe ritardato di un giorno.
Era successo questo: per una ragione che è rimasta oscura, la coppia di tedeschi era entrata in Milano città invece di passarci solo vicino ed era stata centrata dall’auto di un pakistano ad un semaforo.
La loro macchina era andata distrutta ma per loro fortuna non c’erano state altre conseguenze se non dei giramenti di testa per lei. Si trattava di una ragazza iraniana che sembrava incinta di 5-6 mesi, con i fianchi larghi e l’addome teso e rotondo; quando l’abbiamo vista abbiamo pensato che dovevano essersela vista proprio brutta!
La prima cosa che hanno fatto è stata comprare un collare in farmacia ma le prime notti sono state difficili. Lui, un ragazzo biondo  alto e dinoccolato, era sempre al telefono con la propria compagnia assicuratrice e con altri. Per i primi 2-3 giorni non hanno nemmeno mai visto il mare. Lui è dovuto tornare a Milano per restituire l’auto di cortesia con cui avevano raggiunto il nostro albergo. Sarebbe tornato in giornata con il treno.
Quando i capogiri di lei sono spariti hanno iniziato ad affacciarsi timidamente in spiaggia. Non più di un paio d’ore alle volta ed era comprensibile.
Dopo una settimana hanno coraggiosamente deciso per una gita di mezza giornata a San Marino. Con l’autobus. Sono tornati entusiasti e pareva che cominciassero finalmente a godersi la vacanza e magari aveva pure smesso di maledire l’Italia in silenzio. Poi, la botta finale.
Il giorno prima di partire vengono derubati di tutto in spiaggia! Portafoglio, carte di credito, chiavi della macchina, chiave della camera…. Per fortuna, almeno il passaporto di lei si è salvato dato che l’avevano lasciato in albergo (è già tanto che in Iran rilascino i passaporti, smarrirli non è mai una buona idea!).
Hanno dovuto bloccare immediatamente le carte di credito e questo escludeva anche che potessero pagare il conto dell’albergo. Mia madre li ha accompagnati dai Carabinieri per la denuncia e l’incaricato si riferiva a lui come allo “sveglione”  perchè era caduto nell’enorme ingenuità di lasciare incustodito il borsello sulla spiaggia libera. L’Italia non sarà la Germania ma non credo che là usi ancora lasciare il portafoglio alla mercè di chiunque.
Se fino al quel momento, nonostante tutto, l’incidente, i capogiri della ragazza gravida, la macchina distrutta, le beghe con l’assicurazione, la difficoltà a comunicare, il tedesco non aveva mai perduto la compostezza e la risolutezza, dopo il furto è trasfigurato.
Serrava le mascelle, sacramentava a denti stretti, il suo sguardo era diventato cattivo. Adesso sì che si era pentito di quella vacanza! Ma con chi avrebbe potuto prendersela?
Ha pagato il conto con un bonifico, una volta arrivato a casa e mi immagino la sua espressione mentre lo faceva. Non lo dico per lamentarmi, ma noi dovremo cambiare il quadro con tutti i portachiavi. Ne manca uno di troppo.


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