Chi di noi, volendo ristrutturare la sua casa, penserebbe di modificare le fondamenta? O magari di abbattere i pilastri su cui la casa si regge?
Rileggendo l’art. 21 della Costituzione Italiana mi stupisce, a distanza di 63 anni, la lungimiranza dei Padri Costituenti.
Quell’inciso finale che rafforza il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con “ ogni altro mezzo di diffusione” ha qualcosa di profetico.
Come se i Costituenti avessero previsto l’avvento di Internet e della Rete.
Bisogna stare più attenti quando si parla di modifiche alla Costituzione.
La Costituzione è la base su cui poggia L’Ordinamento Giuridico e quindi tutta la nostra stessa Società.
Si può e forse si deve cambiare la disposizione delle stanze, dei servizi, dei tramezzi.
Ma per favore non tocchiamo i muri portanti.
Sennò tutta la costruzione rischia di sprofondare sotto le macerie.
Riporto di seguito una notizia che è un vero e proprio attacco all’art. 21 della Costituzione, uno dei pilastri della nostra società: la LIBERTA’ DI PENSIERO.
“NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA
Il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC) identificato dall’articolo 50-bis: “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”; la prossima settimana Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60.
Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo…
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito.
Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all’ESTERO; basta che il Ministro dell’Interno disponga con proprio decreto l’interruzione dell’attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’ODIO (!) fra le classi sociali.
MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta.
In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l’unica informazione non condizionata e/o censurata.
Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di ”normalizzare” con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare.
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l’Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l’Iran.
Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata ”Punto Informatico” e il blog di Grillo.
Fatela girare il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c’è libera informazione e diritto di critica la “democrazia” è un concetto VUOTO.
documentazione diffusa da
Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani”