Titolo: I racconti
Autore: Edgar Allan Poe
Anno: 1845
Ogni racconto di Poe richiederebbe un commento speciale.
Qui propongo una selezione di racconti, linkati con i miei commenti, ben consapevole che una rassegna ha la pecca di trascurare tutte le altre storie che non vengono nominate.
Lo scarabeo d’oro, secondo me, è il racconto capostipite di un intero filone letterario che assume l’enigma come struttura narrativa.
La caduta della casa Usher è l’emblema della letteratura gotica: manovra sapientemente senso e gusto di un meccanismo che Freud definirà “il perturbante”.
L’ombra. Una parabola è un colto apologo dell’occultismo, confezionato all’interno di un’atmosfera permeata dal senso della catastrofe incombente.
Il gatto nero e La maschera della morte rossa ben rappresentano l’horror allo stato puro. L’horror dotato di purezza intrinseca, così lontano dalle derivazioni truci e sanguinolente che contaminano e privano di dignità artistica un genere del quale Poe è il maestro indiscusso.
Il manoscritto ritrovato in una bottiglia è una ghost story che fonde pirateria, spiritismo e angoscia di fronte alla potenza terrificante della natura.
Una discesa nel Maelström – alludendo al mistero cosmico e all’inconscio planetario - a parer mio ha ispirato molti racconti di un altro grande maestro della letteratura horror: H.P. Lovecraft.
Il cuore rivelatore è una bomba a orologeria creata per far esplodere la tensione secondo i ritmi del rimorso.
Il barile di Amontillado ci porta nei penetrali della terra, in un percorso di catacombe ove sprigionare claustrofobia e ansie. Soffocando.
Il genio della perversione è semplicemente perverso e geniale: nell’interpretare la maledizione, in una sceneggiatura tetra e fosca …
Il ritratto ovale io l’ho visto in rapporto a un altro capolavoro della letteratura: Il ritratto di Dorian Gray. Come l’opera di Oscar Wilde, anche il racconto di Poe infonde vitalità eteronoma, secondo le leggi della reciprocità e della compensazione, a un dipinto.
Berenice è un compendio delle fobie più ancestrali e viscerali dell’uomo.
“La sfinge” è un affondo psicologico e visionario nel potere dell’autosuggestione.
L’elenco potrebbe continuare. Ma vuole anche essere una sfida, per tutti voi, ad allungare la selezione proposta da …
… Bruno Elpis