Quando si parla di serial killer, la mente corre subito a volti e nomi odierni come il “Mostro di Firenze” o a Michele Profeta, al massimo si arriva al mito della serialità omicida: Jack the Ripper, il mostro di Whitechapel o conosciuto ai più come Jack lo squartatore.
Ma esiste un buio profondo che ha radici ben più remote.
Il libro che ho letto con una certa curiosità e di cui vorrei parlarvi è: “I serial killer della Serenissima. Assassini, sadici e stupratori della Repubblica di Venezia” di Davide Busato per le la Helvetia Editrice.
Un giovane ricercatore storico veneziano che si cimenta, con successo, nel riportare a galla antichi atti giudiziari fatti da storie torbide e misteriose.
Luoghi fisici e temporali dove non esistono “scene del crimine”, microscopi, analizzatori di Dna.
Esistono invece tribunali implacabili, delitti efferati e violenti giudicati da magistrature differentemente severe come : I Signori di Notte al Criminal ( e un balzo era d’obbligo !) , la Quarantia Criminal o il Consiglio dei Dieci
E’ un viaggio. Come in una macchina del tempo, che ti fa rivivere alcuni dei più truci omicidi avvenuti fra le calle veneziane . Alcuni spaccati di crudeltà e giustizia che rendono in modo molto chiaro il concetto di valore della vita in laguna.
Nomi sconosciuti che sono leggenda tra i piccoli bar veneziani dove tra una “ombra de vin” puoi sentire la storia di Biasio Luganegher ( in veneto la luganega è la salsiccia) e la sua trattoria degli orrori
Scenari descritti con gli occhi di documenti ritrovati in biblioteche e tribunali, che la mente amplifica nell’immaginare uomini con mantelli e bautte aggirarsi nella notte trasportando qualche baule pieno di ossa umane. O servi di potentissimi prelati che scaricano nei canali corpi senza vita di nemici o dame troppo ingombranti.
E’ un buon libro che consiglio a tutti gli interessati del tema, ma non solo.
E’ anche uno spaccato della società nell’epoca che ha reso grande Venezia e che merita di essere conosciuta.
Forse, l’anno prossimo a Carnevale, se sarete tra le calli veneziane, l’essere contornato da maschere e costumi avrà un gusto diverso, forse più macabro ma sicuramente più vero.
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