Quando il padrone comanda non c’è opposizione che tenga, tutti a correre compatti a votare sì.
Questo il risultato sulla Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107 del rifinanziamento delle missioni militari di guerra all’estero:
Gruppo Favorevoli (Maggioranza) Contrari (Minoranza) Astenuti Assenti In missione
Futuro e Libertà 20 0 0 4 1
Gruppo Misto 7 1 2 12 3
Italia dei valori 0 21 0 1 0
Lega Nord Padania 50 0 0 5 4
Partito Democratico 170 0 9 26 1
Popolo della Libertà 195 0 1 21 9
Popolo e Territorio (già In. Resp.) 21 0 2 6 0
Unione di Centro 30 0 1 5 0
Totali 493 22 15 80 18
Alla fine anche quelli che sono sempre stati dalla parte dei deboli (Radicali e Ex-Comunisti) hanno avuto la convenienza di votare a favore (a parte la Bonino che guarda caso era in missione) di un decreto che sancisce che l’Italia è parte di quel gruppo di paesi guerrafondai. I vari aggettivi (umanitario, pace, libertà, povertà, sanità) che spesso vengono appiccicati alle diverse missioni sono solo fumo sugli occhi per i ben pensanti, ma nella realtà oltre a portare guerre, disastri, distruzioni e massacri in terre lontane, dalle quali non abbiamo mai avuto interferenze, il settore industriale e manifatturiero dell’industria della guerra italiana lavora a pieno regime incamerando commesse milionarie, sulle quali nessuno può mettervi il naso.
Come si può vedere dalla tabella: 493 favorevoli su 22 contrari.