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I vantaggi del Natale: tempo di visite

Creato il 26 dicembre 2012 da Unarosaverde

Ce l’ho fatta, finalmente.

Dopo anni e anni in cui, periodicamente, ricordavo a me  stessa che sarebbe stato bello trovare un paio d’ore per fare una visita ad una persona speciale, questa volta mi sono messa d’impegno e mi sono detta che era giunto il tempo.

Questa persona ed io, vedete, abitiamo a meno di un chilometro di distanza, in linea d’aria e, di tanto in tanto, seppure molto di rado, capita di incontrarci, di solito in eventi tristi e collettivi come i funerali: ci scambiamo poche parole, brevi saluti e poi torniamo a sparire. Per gli strani casi della vita poche centinaia di metri possono sembrare miglia e miglia.

Eppure c’è stato un tempo in cui questa persona ed io abbiamo trascorso cinque anni insieme, vedendoci quasi tutti i giorni.

Ero una bambina, allora, impegnata nel compito di crescere. Avevo sete di libri, ero inquieta, nervosa, timida e, nello stesso tempo, sfacciata. Avevo una madre e un padre che mi erano molto vicini e si preoccupavano che io ricevessi un’educazione intellettuale ed emotiva a casa; mi piaceva imparare. Avevo sete di libri. Mi avevano affidato volentieri nelle mani di questa persona che assunse immediatamente un ruolo complementare e fondamentale nella mia vita.

Le volevo bene: sapeva sempre come prendermi per farmi fare bene le cose, mi riempiva le giornate di parole nuove e di fatti interessanti, mi insegnava l’autodisciplina con dolce fermezza. Le devo una cosa speciale: il “quaderno dei dati”. Lì, insieme, raccoglievamo ogni giorno i sinonimi, i contrari, i verbi di movimento, percezione, visivi, uditivi, fatti apposta per descrivere i sapori…insomma ci scrivevamo tutti i modi diversi in cui si possono narrare le storie. Ho ancora quel quaderno e, ogni tanto, lo consulto con nostalgia.

Sono andata a trovarla, finalmente, con calma, e ho trascorso con lei un paio d’ore, da adulta, non più da bambina; abbiamo ripercorso insieme la strada dei ricordi.

Questa persona è la mia maestra delle elementari e, se oggi so scrivere, lo devo a mia madre e a lei.

(Grazie a R., ancora una volta, per l’acquerello: sfortunatamente nessuno fino ad ora è mai riuscito ad insegnarmi a dipingere, seppur mettendoci  tutto l’impegno possibile)

Albero di Natale


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