Marie Duplessis, nata Alphonsine Plessis, è la più nota rappresentante della categoria delle lorettes, termine che nella Francia dell'Ottocento indicava " une femme galante d’un certain luxe de tenue" ovvero una cortigiana di lusso, che possedeva un certo stile personale rispetto alle sue "colleghe" di più bassa lega. Come molte delle sue compagne, Alphonsine viene da una famiglia estremamente povera e disagiata ( il padre è violento ed alcolizzato, la madre se ne è andata lasciando il marito ), così si trasferisce a Parigi dal suo paesino natale nella bassa Normandia, per trovare fortuna...o meglio per riuscire a sopravvivere. Qui diventa l'amante di un commerciante discretamente benestante, ed avendo tranquillità e tempo libero a disposizione si dedica a costruire se stessa, creando Marie Duplessis. Dotata di bellezza ed intelligenza, Alphonsine si mette a studiare: impara a suonare, legge e si fa una cultura...tutto da sola. Inseritasi nel "giro alto" della vita mondana parigina, Alphonsine ( che da ora in poi chiameremo Marie ) inizia la sua carriera, facendo strage di cuori...e di portafogli. Forse anche perché avviata o abituata al mestiere dalla nonna paterna, una prostituta. Nel 1844, all’età di 20 anni, Marie consacra il passaggio dal demi-monde alla ricchezza. Casa regale, rarità, arazzi, libri, mobili, gioielli, argenterie, un intero guardaroba con capi lussuosi, carrozza e cavalli. Amanti e conoscenze privilegiate. Si annoverano tra gli spasimanti, il conte Edoardo de Perregaux, il conte svedese von Stackelberg, l’ambasciatore russo a Vienna dell’epoca, e in particolare il compositore Franz Liszt.
Una giovanissima Marie
Due in particolare però sono le relazioni che l'hanno fatta passare alla storia. La prima è quella che instaura con Agénor de Gramont, figlio del IX Duca di Gramont, appena tornato dall'esilio a Londra dovuto allo scoppio della seconda rivoluzione francese. Completamente rapito dal fascino di Marie, ossessionato dalla costante presenza di lei al proprio fianco, viene allontanato bruscamente dall'amante per mano della famiglia, preoccupata per la sua reputazione sociale e le condizioni economiche in cui poteva essere trascinato. Viene così rimandato a Parigi, e Marie perde uno degli uomini più importanti della sua vita, colui che l'aveva maggiormente resa nota all'alta società, portandola con sé in ogni circostanza mondana.
Perché questa storia è importante per la storia? Perché sulla relazione di Marie con Agénor sono basate due grandissime opere dell'Ottocento: "La Signora delle Camelie" ( Marie presta l'identità a Marguerite Gautier ) e "La Traviata" di Giuseppe Verdi, nella quale Marie viene rappresentata come Violetta Valéry. La seconda è quella, seppur breve, che mantenne con Alexandre Dumas figlio, autore proprio dell'opera "La Signora delle Camelie" nella quale Armando Duval viene identificato come Agénor de Gramont. Nel personaggio e nella trama del romanzo convergono tuttavia non solo gli eventi legati all'amore di Gramont per Marie, ma anche i ricordi di Dumas stesso. Lo comprendiamo perché nella realtà Dumas "tronca la relazione con Marie con una lettera in cui prende le distanze, più che da lei, dal dolore che una vicenda così coinvolgente non
Greta Garbo è Marguerite, e Robert Taylor è Gramont
poteva non provocare" ( Citazione da Wikipedia), e nel romanzo Duval e Marguerite saranno separati da una lettera, a causa del dolore che il loro amore avrebbe provocato alla famiglia di lui.Come la signora delle camelie, anche Marie morirà da sola e malata di tisi, giovanissima. Aveva solo ventitré anni, ed al suo funerale ( come a quello di Marguerite ) ci saranno solo due uomini: il conte Von Stakelberg, uno dei suoi amanti, ed il marito, il Conte de Perrégaux dal quale si era separata pochissimo tempo prima. “Qualcuno potrebbe credere che Marie fosse Giovanna d’Arco, qualcun altro un’eroina nazionale, così profonda era la tristezza generale”, scrisse Charles Dickens dopo essersi trovato tra la folla che partecipò all’asta dei ricchi e prestigiosi beni appartenuti a Marie, venduti per risarcire i numerosi creditori che quasi ogni appartenente al mondo aristocratico allora si lasciava dietro insoddisfatti. Eccovi la vera storia di Marguerite Gautier, senza commenti o ulteriori aggiunte personali da parte mia. Questo, come i post che seguiranno, non è concepito per esaltare o deprecare la condotta di queste donne ( l'abbiamo già detto, ma certe cose è bene ripeterle di tanto in tanto ) bensì dar loro la possibilità di non rimanere nel dimenticatoio della storia; non sarebbe giusto, perché vi hanno contribuito attivamente, anche se a modo loro. P.S. Sulla figura di Violetta Valéry è stata qualche mese fa mandata in onda su Rai 1 una fiction italiana, "Violetta", liberamente ispirata alla Signora delle Camelie e alla Traviata, i cui protagonisti sono interpretati da Vittoria Puccini ( la adoro!) e Rodrigo Guirao Diaz ( pensavo peggio quanto a recitazione.. ). Qui il LINK della pagina dedicatagli su RaiFiction, dove è possibile rivedere le due puntate. Vi consiglio di farlo, è una delle poche fiction italiane che ho trovato meravigliosa.
Con affetto, Irene