Un bacio a un poliziotto.
Durante una manifestazione, in mezzo agli slogan, sotto gli striscioni. Un bacio NoTav. E subito i giornali tirano fuori dal taschino visioni di “pacifismo” e “simbolo di pace”, senza nemmeno chiederne il significato a chi quel bacio l’ha dato. Dopotutto, cosa c’è di più semplice di un bacio?
Così, nessuno ha pensato che quelle labbra sulla visiera del giovane poliziotto potessero significare altro. Eppure è così.
La ragazza “con la frangetta disordinata e l’orecchino da punk”, che manda messaggi di pace ai poliziotti, così come la ritraevano i giornali, non esiste. Esiste Jasper Baol, al secolo Nina De Chiffre, studentessa ventenne di Milano. Esiste la sua lotta e il suo disprezzo per i poliziotti in Val Susa.
“Nessun messaggio di pace, anzi, questi porci schifosi li appenderei solo a testa in giù, dopo quello che è successo a Marta, compagna molestata e picchiata”.
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Le sue parole cadono come macigni sugli articoli che, con Repubblica in prima linea, disegnavano la figura della manifestante buona (come se i manifestanti fossero per antonomasia dei delinquenti), che con il suo gesto faceva “cadere il silenzio” nella manifestazione.
Il bacio era, insomma, solo una presa in giro.
E ora non resta altro che scagliarsi contro questo gesto, per tirare fuori qualche altro articolo in più. Visto che la frittata è fatta, tanto vale girarla.
“Con buona pace dei pacifisti yuppie e cristianotti, sì, sono contraria alle forze dell’ordine, sì lo stavo sfottendo alla grande, sì, il fotografo è stato fortunato”.
Una provocazione insomma, perché la studentessa di Milano sapeva che le forze dell’ordine non possono caricare in risposta alle provocazioni.
“Ho cercato di provocare” ha detto Jasper in una intervista telefonica rilasciata a Repubblica “Ho visto questo ragazzo giovanissimo nella sua divisa, ho provato pena e disgusto per lui. Volevo si ricordasse dell’episodio di Marta di Pisa”.
E aggiunge: “Temo che questo gesto venga strumentalizzato dai giornali, preferisco essere perseguita legalmente piuttosto che vedere il mio bacio interpretato come un segno di pace. Era un gesto di disgusto verso le forze dell’ordine e così voglio che sia spiegato”.
Ora sì, che è “calato il silenzio”.