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Il Benin si tinge di "giallo" /Un intrigo quasi da "fiction"

Da Marianna06

Giornali

 

La notizia del fattaccio accaduto il 17 ottobre a Bruxelles  ai danni del presidente del Benin, Thomas Boni Yayi, l’apprendiamo solo oggi.

E siamo in pieno “giallo”.

Si tratta, infatti, di un tentativo di avvelenamento fallito, messo in atto addirittura da una nipote dello stesso presidente beninese, dal suo medico personale, da un ex-ministro del Commercio e, soprattutto, quale mandante, da un potente uomo d’affari, noto in Benin come il “re del cotone”, tale Patrice Talon.

La dinamica dell’intrigo non è ancora molto chiara ma i primi tre sono già finiti in manette mentre Talon, con un mandato di cattura internazionale, è sotto il controllo delle autorità giudiziarie francesi in attesa dell’estradizione al suo paese d’origine.

L’uomo  era in questi giorni a Parigi e il giorno 5 dicembre è stato invitato dalla polizia francese a presentarsi e a consegnare il proprio passaporto.

E’ tornato libero il giorno successivo ma è stato, comunque, posto sotto controllo giudiziario.

Il tutto nasce molto probabilmente da contrasti di natura politica tra Talon e il presidente  Boni Yayi. I due, un tempo,  erano in ottimi rapporti d’affari e di politica. Attualmente non lo sono più, in seguito al ventilato progetto di modifica della Costituzione beninese, che consentirebbe all’attuale presidente di essere rieletto per la terza volta nel 2016.

Progetto al quale Talon si sarebbe opposto molto vivamente.

Secondo indiscrezioni per una cifra di un miliardo di franchi cfa, cioè un milione e mezzo di euro, i tre, che sono in manette, avrebbero dovuto sostituire alcune pillole antidolorifiche con del vero e proprio veleno.

Per fortuna per Thomas Boni Yayi le cose sono andate differentemente e l’intrigo è stato sventato.

Ora tocca alla giustizia fare chiarezza quanto prima, a meno che il denaro di Talon riesca a cambiare, come si dice, le carte in tavola  e, quindi, a farla franca.

Ipotesi non improbabile. 

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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