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Il bivio

Da Marcofre

Si parla troppo di mercato, poco di coraggio. E questo vale anche per la scrittura, ma non solo si capisce.

Di solito l’esordiente è affascinato dal primo e si tiene lontano dal secondo. In parte è naturale perché cade vittima di una faccenda che non è abituato a considerare pericolosa.
Il buon Erasmo da Rotterdam diceva: “I mali che non si avvertono sono i più pericolosi”. Il conformismo, l’omologazione, il mercato insomma è uno di quei mali. E come tutti i mali si presenta con la veste in apparenza innocua del dubbio. Di che cosa sto parlando?

Quando si scrive, si è tormentati dal dubbio, non è vero? Costui sembra una belva che fa banchetto di noi, e con allegria: “Davvero credi che quello che scrivi abbia qualche valore? Se soltanto una capra con una tastiera sotto le zampe”.
Nessuno per molto tempo ci verrà mai in aiuto, e ce la vedremo appunto con lui. Sì, è una seccatura ma fa parte del gioco, e nessuno ci ha obbligati a cominciarlo, vero?

Per questo motivo, si decide di percorrere la solita strada.
Dietro questa espressione si cela il conformismo del mercato. Siccome i lettori amano questo (amano? Mah!) allora dobbiamo fornirgli questo, e non quello. E se qualcuno ha ancora dei dubbi, esiste un altro espediente per eliminarli in un colpo solo.

 

“Quello che scrivi non ha valore alcuno perché non è universale”.

 

Sia chiaro: il mercato esiste e vive gloriosamente perché un mucchio di persone fa esattamente quello che viene loro richiesto. Fornire sbobba. E questo garantisce successo, denaro e via discorrendo.

Poniamo il caso che un esordiente abbia qualcosa che si chiama talento. Di difficile definizione, certo; ma diciamo che ce l’ha. Questo potrebbe spingerlo a notare e a considerare come interessante quello che sul mercato… non ha alcun mercato. Cosa fare? Non saprei, però gli consiglierei di perseguire quel suo cammino.

Lo stile, il suo stile e la sua personalità non si rafforzano e non si raffinano secondo le logiche che vanno per la maggiore. Il talento come si sa è raro, e non solo è arduo scovarlo, ma una volta riusciti nell’impresa, ne inizia un’altra altrettanto impegnativa.
Quella di difenderlo.

Il mercato arriva (se arriva) quando non può fare altro che battere le mani; non desidera affatto che chi possiede un talento emerga sul serio. Questo vorrebbe dire premiare l’eccellenza, e uccidere l’omologazione; ed è solo grazie a questa che il mercato vive.

Ecco perché si consiglia il silenzio, lo stare in disparte quando si scrive. Non è solo un ovvio sistema per concentrarsi sul proprio lavoro. Si tratta invece dello scontro tra due idee di scrittura. Quella che segue l’onda e quella che la ignora. Non per il gusto di essere originali a tutti i costi; ma perché si è compreso che l’arte è più importante di ogni altra considerazione sul successo e via discorrendo.


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