Quanto sia efficace mantenere il buon umore, per una buona riuscita di qualsiasi tipo di terapia medica o meglio ancora per condurre in maniera ottimale una malattia e la conseguente terapia, ormai è un dato di fatto!
Quasi quarant’anni fà,nel 1971, il Dr. Hunter Patch Adams fondò, con la collaborazione della compagna e di alcuni amici, l’Istituto Gesundheit. Il suo studio è stato, si può dire, geniale, i risultati della risata/buon umore hanno portato ad un incremento delle guarigioni. Non che ridendo si guarisce, non si può avere questa pretesa, ma ci si aiuta a vivere meglio, a sopportare di più il dolore di una malattia e la conseguente terapia.
Ridere è comunque un esercizio muscolare e respiratorio che permette un fenomeno di purificazione e liberazione delle vie aeree superiori. Ridere può in effetti far cessare una crisi di asma provocando un rilassamento muscolare delle fibre lisce dei bronchi, per azione del sistema parasimpatico. Per coloro che soffrono di enfisema, ridere, provocando l’aspirazione dell’aria, migliora l’insufficienza respiratoria.
Nel 1988 Rod A. Martin, psicologo alla Western Ontario University, in Canada, scoprì che il senso dell’umorismo è in stretta relazione con il sistema immunitario, specie quando siamo sotto stress. In tali situazioni infatti, diminuisce nella saliva l’immunoglobina A, una componente delle difese immunitarie che ci preserva dalle infezioni delle prime vie respiratorie, ma che riflette anche lo stato di tutte le nostre difese. Più forte è il senso dell’humor posseduto dal soggetto, tanto minore sarà il suo calo.
Da alcuni anni si è diffusa infatti una nuova scienza la cosiddetta geontologia, ovvero la scienza che studia le applicazioni del buonumore e di tutte le “emozioni positive” in campo medico. Traendo origine dalla PsicoNeuroEndocrinoImmunologia essa ha mostrato le relazioni tra le emozioni e il sistema immunitario.
Inoltre, ridere ha un effetto benefico sul colesterolo in quanto promuove l’aumento degli scambi polmonari e tende ad abbassare il tasso di grasso nel sangue.
Il buonumore ha anche il potere di prevenire numerose patologie grazie alla sua azione benefica sul sistema immunitario.
Secondo altri ancora, il buonumore promuove la liberazione di sostanze che potenziano, soprattutto, il sistema immunitario, come le betaendorfine, prodotte nell’encefalo, che hanno un considerevole effetto analgesico (le endorfine sono definite oppioidi endogeni in quanto agiscono come gli oppiacei in termini antidolorifici). Le endorfine prodotte in funzione della risata, sono anche calmanti ed euforizzanti.
Inoltre, ridere fa rilassare il nostro corpo. Dal momento in cui iniziamo a ridere, il cuore e la respirazione accelerano i ritmi, la tensione arteriosa cala e i muscoli si rilassano. Si è notato che il riso ha un ruolo di prevenzione dell’arteriosclerosi.
Ancora si è visto che ridere possiede una funzione depurativa dell’organismo ed espellendo anidride carbonica permette un miglioramento delle funzioni intestinali ed epatiche.
L’’effetto della risata combatte la stitichezza, perché provoca una ginnastica addominale che rimesta in profondità l’apparato digestivo.
È importante aver studiato quanto ridere calma il dolore, poichè distrae l’attenzione da esso e quando lo stesso dolore riappare non ha più la stessa intensità. Alzare,quindi, l’umore durante la sottomissione a determinate terapie che comportano dolore fisico oltre che psichico (es. la chemioterapia e altre) porta non solo ad una buona sopportazione delle stesse, ma alle volte in una buona riuscita.
Un primo passo verso uno stato di ottimismo è proprio il fatto che contribuisce a donare gioia di vivere, portando con sè proprietà antidepressive. Quasi tutti i soggetti affetti da una malattia, soffrono di disturbi depressivi, es. i soggetti affetti da tumore,e non solo, disabili, soggetti affetti da artrosi etc.; il buon umore da speranza di vita aiutando i suddetti nell’affrontare le terapie. Anche l’insonnia passa, perché ridere diminuisce le tensioni interne.
Nel 2003, su “Nature Genetics”, Maria De Luca ha condotto uno studio sulla correlazione esistente tra longevità e buonumore: ne ha evinto che i geni da cui dipende il controllo di funzioni complesse quali l’umore, sono pienamente coinvolti nel allungare le aspettative di vita.
Infatti credere, fortemente o meno, nella capacità di poter dare un cambiamento agli eventi, determina l’avere un atteggiamento positivo verso le terapie e verso la vita in generale.
In conclusione, affermiamo che: non solo bisogna ridere per vivere, ma certamente, per vivere al meglio!