La questione Sibari si ripropone sia attraverso aspetti archeologiche che antropologici e storici oltre che letterari e simbolici. Pierfranco Btruni rilancia la questione della Sibari capitale della Magna Grecia che ha aperto un importante di battito nel corso dell’estate scorsa. Pierfranco Bruni avanza nuovamente la proposta sottolineando: «Nella Calabria che vogliamo, candidiamo Sibari a vera capitale della Magna Graecia come incontro dei Mediterranei tra Occidente ed Oriente». Sostiena: «Sibari non è soltanto una città. È più città. Ed essendo più città ha vissuto il viaggio di intrecci di civiltà». Sibari, dunque, come capitale di una Magna Graecia che «esiste ancora tra rovine macerie e frammenti delle storie» e che «continua a parlarci di una Calabria che non è mai scomparsa e di un Mediterraneo che è cerniera di una nuova Europa dei popoli. Il libro su Sibari curato da Masneri e D’Elia, che presenta capitoli di estrema importanza, rientra in tale discussione».
«La Calabria - aggiunge ancora lo scrittore e Responsabile Progetto Etnie del MIbact, oltre che candidato al Nobel per la Letteratura, - è storia di arabi e turchi, di saraceni e di popoli in fuga e migranti, di Orienti che incontrano gli Occidenti, restando sempre un Mediterraneo diviso e inclusivo. Sibari è stata capitale di una Magna Graecia attraversata da popoli e civiltà. Città tra le altre città che hanno visto protagonisti personaggi come Pitagora, Archita, Ibico. Sibari è storia, è stata, è e sarà archeologia, è il mito che si dichiara nel quotidiano dei linguaggi, è la Grecia che ha navigato le coste dello Ionio mare, è la latinità di una Roma che ha raccolto le sfide dei cavalli impazziti di Kroton e la pazienza di Eraclea nello sguardo dei mari di Taras. Ma è, soprattutto, quella Calabria che ha indossato l'eleganza della danzatrice tra i veli e i colori cangianti dei mari».
Sempre Bruni tocca aspetti di grande attualità: “Lì dove il mito e la storia raccontano tragedie e poesie. Dove i ricordi e le tracce del tempo sono scolpiti nella pietra e nel silenzio di un eco che invoca ancora pietà e vendetta. Senza trucchi né inganni. Nei segni e nei frammenti di un viaggio che non abbandona naufraghi e non accoglie pirati, ma solo marinai innamorati e fedeli. Una pagina vibrante libera da vincoli e costrizioni che celebra le sconfitte e i trionfi, senza enfasi né rassegnazione”.
«Il suo museo - osserva Pierfranco Bruni - racconta. Il suo tessuto archeologico ha le stratigrafie dell'anima dei popoli che hanno abitato civiltà e popoli. Il mito resiste e le storie camminano lungo le epoche che diventano geografia del futuro. Ma bisogna andare oltre. Sibari resta ancora archeologicamente una capitale».
«Le Istituzioni della Calabria - invoca con convinzione e passione lo scrittore di origine calabrese - la propongano come capitale della Magna Graecia. Perché è stata tale. Archeologicamente, per le sue avventure e i suoi destini, è tale. Candidiamola, non solo nelle griglie di una metafora culturale, come la capitale della Magna Graecia. Perché quella Magna Graecia nella civiltà delle identità trova in Sibari il racconto non solo di un territorio vasto, ma di una geopolitica delle inclusioni e il Mediterraneo condiviso tra archeologa storia e linguaggi è il Mediterraneo dei popoli che si incontrano tra Occidente ed Oriente ».