Magazine Diario personale
Sul lavoro è un periodo intenso, di quelli in cui rispondi al telefono 3 volte in 5 minuti (giuro) ma almeno ti senti utile, non un ingranaggio del perverso meccanismo della burocrazia.
Amelia è stata malata e ho passato 4 giorni (weekend compreso) chiusa in casa con lei ed Ettore, molesti e sciocchi a livelli impensabili solo un mese fa. Giuro che ho avuto la forte tentazione di mollare tutto e mettermi a fare homeschooling, se questi sono i risultati del ritorno tra gli altri bambini (soprattutto per Amelia). Ciononostante, ho parlato con le nuove maestre di Amelia (tutto il personale della sua scuola è stato sostituito) e mi sono sembrate in gamba: un po' più anziane delle precedenti, ma molto più rilassate anche nel rilevare i "difetti" di Amelia (nel senso: si sono accorte che si distrae, ma lo ritengono un aspetto fisiologico dovuto in parte all'età e in parte alla personalità della bambina).
Ho avuto anche molte attività extralavorative: da un lato quell'iniziativa di cui vi parlerò meglio se andrà in porto, dall'altra la ripresa del mio corso di danza. Ché sembra una cazzata, ma anche solo preparare le musiche e pensare a quale successione di movimenti insegnare porta via un sacco di tempo.
E poi ho iniziato mio marito alle delizie dello streaming video: da anni ero curiosa di vedere Dexter e ho colto l'occasione per farlo con lui. Ora siamo alla quarta puntata e siamo ormai dipendenti da questa vicenda assurda del serial killer dei serial killer: dal momento che le nostre gatte ci hanno assuefatti a visioni ben più disgustose di quelle del telefilm, ci godiamo il lato divertente e surreale della serie.
Dall'altro lato ancora, lunedì finalmente è arrivato il regalo che mi ero fatta per il mio compleanno, ovvero gli arretrati per completare la serie di Gea. Lo so, chi mi conosce sa che, sebbene Lilith mi piaccia molto, ero diffidente nei confronti della precedente creatura del suo autore: dalle poche tavole che avevo visto, Gea mi sembrava uno scimmiottamento dello stile manga, con la sua unione di elementi buffi con elementi altamente drammatici. Invece, il ritrovamento di due albi di Gea nelle edicole di Levanto mi ha fatto cambiare idea, radicalmente: Luca Enoch ha trovato un suo tono, magari ispirato anche ai manga e/o ai film d'azione, ma tutto suo. Un tono che unisce episodi buffi a scene serie, che sdrammatizza alcune situazioni senza banalizzarle, che restituisce una grande ricchezza di registri senza risultare infantile e stridente come i manga (penso ad Angel Sanctuary, per esempio: vicenda cupissima spezzata da scenette che per il nostro gusto occidentale sono irritanti e fuori luogo). E una bravura che riesce a coniugare il mondo di una rockettara adolescente con i testi sacri di tutte le religioni senza risultare supponente o incongruo.
Gea mi ha emozionata e divertita come i migliori romanzi. Mi sono innamorata del giovane Arconte, e mi è piaciuto moltissimo il modo in cui Enoch ha manovrato in modo che l'unione di Gea con lui non risultasse un tradimento nei confronti di Leonardo. Ho apprezzato anche tantissimo il modo in cui vengono da subito presentati i nemici: non come esseri umani perché son demoni, ma con sentimenti nobili e delicati verso i loro cari, persone che lottano perché hanno le loro ragioni e i loro diritti. Ho voluto bene alla Diva e ho rispettato il suo Rakshasa, che si fa ammazzare per proteggere lei.
Per una narrazione che mi ha soddisfatto, una che mi ha delusa (non che mi aspettassi molto in verità, ma di più sì): La leggenda degli uomini straordinari. Dal momento che il film è ispirato a un fumetto di Alan Moore che mi aveva molto divertita, mi aspettavo che la formula non venisse cambiata più di tanto.
In effetti, in apparenza è così: c'è questo gruppo di persone straordinarie, tutte prese dalla letteratura di fine '800 - primi '900, che si adopera per la salvezza dell'Impero Britannico e del mondo.
Nel fumetto, queste persone sono Mina Murray (ex moglie di Jonathan Harker), il Capitano Nemo, Allan Quatermain, l'Uomo Invisibile e Dr. Jekill (ma molto di più Mr. Hyde). Mina Murray raduna questo gruppo di recalcitranti supereroi ante litteram e li comanda con il pugno di ferro, il che dà origine a situazioni e battibecchi piuttosto divertenti.
Il fumetto è un sontuoso divertissement, una festa di citazioni vittoriane, divertente e raffinato.
Nel film, a parte i cambiamenti fatti nella composizione del gruppo (che ci starebbero anche), la variazione che mi irrita di più è che la leadership del gruppo passa da Mina a Quatermain. Mina è solo una comprimaria, peraltro un po' torda, che subisce un'evoluzione da gatta ninfomane a iena scatenata.
Basterebbe questo a farne un film decisamente evitabile. In materia di film tratti da fumetti, mi sa che mi conviene sedermi sulla sponda del rigagnolo e aspettare che esca Hellboy III.
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