Il Consiglio di amministrazione della Rai ha bocciato a maggioranza la bozza di accordo siglata dal direttore generale Lorenza Lei e dalla casa di produzione cinematografica e televisiva Fandango per Parla con me, il talk di seconda serata di Raitre condotto da Serena Dandini. Sul futuro della trasmissione, la conduttrice, in una conferenza stampa, ha dichiarato che “Andremo in onda il prima possibile, dove, quando e come sarete i primi a saperlo. Al massimo lo faremo in piazza”. Secondo voci insistenti, la Dandini potrebbe infatti trasferirsi con il suo “divano rosso” su La7, proponendo una nuova formula del programma.
Invece in merito alla quattro seconde serate di Raitre lasciate libere, la Rai potrebbe decidere di realizzare Parla con me in casa, cambiando conduttore, ma è probabile che le caselle vuote vengano riempite in un altro modo. La decisione sarà comunque presa dal nuovo direttore di Raitre che dovrebbe essere nominato la settimana prossima, dopo le dimissioni di Paolo Ruffini che andrà a dirigere La7. Ruffini, in una nota, ha affermato: “Io personalmente e tutta Rai3 abbiamo lealmente lavorato in questi mesi perché il programma di Serena Dandini Parla con me potesse andare in onda così come era previsto dai palinsesti che la rete ha disegnato, che il Direttore Generale ha condiviso e che il consiglio di amministrazione ha approvato all’inizio dell’estate e che successivamente sono stati presentati agli investitori pubblicitari. La Fandango, partner sempre leale della Rai, aveva accettato – come richiesto – una riduzione del proprio compenso relativo alla realizzazione del programma che da anni produce insieme alla squadra Rai. Serena Dandini è uno dei personaggi più rilevanti e strategici del panorama televisivo italiano. I suoi programmi hanno caratterizzato la storia della Rai. Parla con me in particolare ha dato identità alle seconde serate di Rai3 garantendo negli anni una costante crescita di ascolti. La sua improvvisa cancellazione nel palinsesto costituisce un inaspettato grave problema per la rete e per la identità della sua offerta. Non può quindi non destare preoccupazione e sconcerto la decisione di non approvare il programma nelle modalità di realizzazione che erano state individuate grazie all’iniziativa del direttore generale e condivise anche dal presidente, come ha testimoniato il suo voto favorevole”.