(Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann)
Regia di Felix Herngren
con Robert Gustafsson (Allan Karlsson), Iwar Wiklander (Julius), David Wiberg (Benny), Mia Skäringer (Gunilla), Jens Hultén (Gäddan), Bianca Cruzeiro (Caracas), Alan Ford (Pim), Sven Lönn (Hinken), George Nikoloff (Popov), Ralph Carlsson (ispettore capo Aronsson).
PAESE: Svezia 2013
GENERE: Commedia
DURATA: 114’
Il giorno del proprio centesimo compleanno, Allan Karlsson fugge dalla casa di riposo e prende un autobus a caso. Ritrovatosi per caso con in mano una valigia piena di soldi, viene proiettato in un’avventura che ha dell’incredibile, ma piuttosto ordinaria se accostata alle incredibili vicissitudini della sua lunghissima esistenza…
Basato su uno dei casi letterari più noti di Svezia (il romanzo omonimo, tradotto in più di trenta lingue, è di Jonas Jonasson), è una black comedy divertente e surreale che attraversa quasi cent’anni di storia mondiale, dalla rivoluzione russa ad oggi passando per Franco, Hitler, Stalin e la guerra fredda. L’idea di fondo è assai interessante: un vecchio qualunque vive una storia straordinaria e, nel farlo, rievoca una serie di incontri personali straordinari che (più o meno casualmente) hanno deciso le sorti del mondo intero. Insomma, Forrest Gump su scala – se possibile – ancor più vasta. Il problema del film non è tanto la verosimiglianza, quanto il concetto di fondo: Allan ha sempre agito a caso, senza ascoltare ne il cuore ne la ragione, seguendo un unico, vacuo interesse (fare scoppiare qualunque cosa). È da ammirare? No di certo, ma il finale sembra dire il contrario. Forrest Gump aveva l’alibi del ritardo mentale, Allan non ne ha alcuno: il suo passivismo,spesso, fa venire i nervi. Resta da chiedersi se era necessario girare un film intero per ribadire il noto proverbio secondo cui “mio nonno è vissuto cent’anni perché si è sempre fatto i cazzi suoi”. È comunque un filmetto divertente, più di attori che di regia o sceneggiatura, contrappuntato da una colonna sonora azzeccata. Almeno due scene da antologia, ma troppe incursioni nella farsa demenziale.