Per festeggiare la sua nuova abitazione, un famoso architetto ha dato un party al quale ho avuto la disgrazia di essere invitato. Dico disgrazia, perché da giovane l’architetto aveva fatto parte di una corrente detta “brutalista” che, con il pretesto di contestare i costumi borghesi, si divertiva a tormentare il prossimo. Il mezzo escogitato dall’architetto era il seguente: una toeletta costruita in mezzo al soggiorno. Sì, in mezzo al soggiorno c’era uno sgabuzzino di mattoni a vista (i brutalisti disprezzano l’intonaco perché lo considerano una sovrastruttura borghese) nel quale, sotto gli occhi di tutti, gli invitati dovevano andare in caso di necessità. Quando ho chiesto all’architetto il motivo di quell’idea, mi sono dovuto sorbire una tirata sull’ipocrisia borghese che nasconde le funzioni fisiologiche come se fossero attività vergognose invece che manifestazioni perfettamente naturali.
Al party c’era anche una mia amica che ha assaggiato una tartina di guacamole, la sua passione. Trovandola squisita ne ha mangiato un’altra, poi un’altra ancora e di tartina in tartina si è spazzata via tutto il vassoio. A questo punto è stata assalita da un terribile mal di pancia e sotto gli sguardi di tutti è dovuta correre nella toeletta in mezzo al soggiorno. Dopo avere fatto ogni cosa con il silenziatore per non suscitare l’ilarità degli invitati oltre le sottili pareti di mattoni, si è trovata di fronte a un atroce dilemma: se avesse usato lo sciacquone, tutti avrebbero sentito il rumore. Se non lo avesse usato, avrebbe lasciato un visibile ricordo delle sue attività corporali. Alla fine ha pensato: “L’architetto deve avere installato uno sciacquone silenzioso.” Così ha premuto il pulsante e la baracca ha fatto più baccano delle cascate del Niagara. Sicura che lo avessero sentito fin sulla luna, si è accinta a uscire con le guance in fiamme, ma in quel momento si è accorta che una crotte si era rifiutata di affondare. Ha premuto nuovamente il pulsante, provocando uno scroscio al cui confronto quello delle cascate Victoria sembrava il gocciolio di un rubinetto che perde. Niente, la crotte è rimasta al suo posto. “Affonda”, l”ha supplicata la poveretta. “Affonda, ti prego, affonda.” Finalmente, agitando la mano come Di Caprio nel finale di “Titanic”, la crotte si è decisa ad affondare. Dopo essersi asciugata una lacrima di commozione per il generoso sacrificio, la coraggiosa superstite ha lasciato la toeletta per affrontare il mondo.
“Ma l’architetto e la sua famiglia si servono della stessa toeletta?”, chiederete voi. Oh, no. L’architetto e la sua famiglia si servono di un sontuoso bagno tutto marmi e cromature nella parte privata della casa.
Dragor
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