22 set 2011 @ 22:12
Tè, arte e poesia, Varie (oltre il tè), dal Giappone
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E’ bello quando da numeri mi diventate parole, da potervi leggere e chiamare per nome. Quando mi dite “eccomi”, generosi, con un commento qui davanti a tutti o con una mail che la sappiamo in due. Sembra niente e invece è tutto lì, il senso.
L’idea di riuscire a trasmettere del buono a chicchessia è per me difficilissima da concepire, per tanti motivi che messi tutti insieme fanno la mia vita (e che dunque per clemenza eviterò di esporvi ;-)). Per questo ogni apprezzamento o grazie mi suona fortuito, sinceramente incredibile, impensato: ma benvenuto sempre, come mela cadutami in testa per buffa avventura e che nel dubbio io tengo per me, sorpresa e mai tutta persuasa che la testa in questione fosse proprio la mia.
Tutto questo per dire che: c’è una lettrice che come tanti di voi ha scoperto per caso questo nostro convivio di tazze e sensazioni, e che come alcuni di voi ha avuto voglia di scrivermi, oggi, affinché lo sapessi: che le è piaciuto, che ha scelto una seggiolina e si è unita alla compagnia. Semplicemente.
Assieme alle parole mi ha donato due immagini; adesso sono io che le regalo a voi, non solo perché sono lievi e lusinghiere, ma soprattutto perché il cerchio si chiuda… anzi no: per far sì che il cerchio resti sempre aperto.
Ambedue sono stampe policrome attualmente esposte al Museo d’Arte Orientale di Genova, nell’ambito della mostra “Fiori d’Oriente. Metafore e simboli floreali e vegetali nella cultura artistica e letteraria del Giappone” (visitabile fino al 30 ottobre 2011). La prima raffigura un kyūsu, la tipica teiera giapponese dal manico laterale, posata su un grande fiore di loto essiccato; nella seconda mi piace immaginare un chawan, ampia ciotola destinata a contenere il cerimoniale tè in polvere Matcha.
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Grazie a lei, che si riconoscerà; e a voi, che spero farete lo stesso :-)