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"Il cigno nero" di N. N. Taleb

Creato il 16 settembre 2012 da Bens
Quando sostenni l'esame di Sociologia delle comunicazioni di massa, il professore, con aria annoiata, mi chiese: "mi parli della gestione di una crisi" "in che senso?" "nel senso che ho ampiamente spiegato nel libro, signorina" "ah beh, certo. Praticamente si stabilisce un piano che conta di una lista dei rischi possibili, si elaborano gli scenari..." e mi fermai. Non perché non sapessi come continuare, avevo ben chiara la scaletta delle osservazioni che con diligenza mi ero studiata a casa, sapevo cosa dire e avrei potuto ripeterlo al contrario in esametri greci, tanto era banale e perfettamente inutile. Ma c'era un problema fondamentale: non ero d'accordo. Fu uno di quei momenti in cui si rivelò imprescindibile venire a compromessi con il ruolo di insignificante studentella e abbozzare un gesto di sottomessa fiducia. Ma ero combattuta, perché stavo prestandomi al gioco della disinformazione e della corruzione.
"Professore" avrei voluto dirgli, "ma lei mente! Come può prevedere una crisi? Certo, può immaginarsi i rischi, ma crede veramente di poterli gestire? Quando gli Stati Uniti decisero di cambiare i connotati alla geopolitica internazionale, si aspettavano due aerei stampati su New York? Probabilmente no. E poi crede davvero che elaborare gli scenari sia sufficiente? Secondo me la maggior parte delle cose che sappiamo e che ci aspettiamo, per empirismo indotto, si rivelano totalmente inutili. Ciò che ci sconvolge veramente, ciò da cui impariamo si nasconde in quello che ignoriamo. L'anticonoscenza, professore. Noi confondiamo la mappa con il territorio, non siamo poi così diversi da un maiale che viene ingozzato per mille giorni e al milleunesimo, proprio quando si aspetta la sua quotidiana razione di sbobba calda, viene sgozzato e macellato a dovere. Quindi non venga a parlarmi di analisi dei rischi o gestione della crisi. Piuttosto rifletta sull'imprevedibile. Ha mai sentito parlare del principio dell'indeterminatezza di Heisenberg? In sostanza, nella fisica quantistica, non si possono misurare contemporaneamente alcune coppie di valori, coma la posizione e il moto delle particelle. E lei, con la sua prevedibile spocchia, mi imbocca sul Crisis Managment Plan? Esistono delle incertezze insuperabili, che sconfiggono anche la scienza. Si rende conto che lei ci imbroglia? Ci dirotta verso false speranze. Esistono matematiche possibili e magari noi usiamo quella sbagliata, quindi con che coraggio lei si aspetta di salvare un'azienda da una crisi imprevedibile? Se non accettiamo l'imprevedibile, questo finirà con il controllarci. Non sono una scettica, ho solo scelto di non essere una credulona. Si ricordi professore che anche lei è un cigno nero".
Ovviamente non dissi nulla del genere, continuai a ripetere tutte quelle stronzate platoniche che abbindolano la gente da secoli. Ho preso un bel voto e sono andata via. Mi diressi verso la stazione della metro e mentre stavo salendo le scale per la banchina, un ragazzo trafelato mi spintonò per prendere il treno in partenza. Lì pensai che la mia lentezza meritava la pace di un treno che passa, non di un treno che ti lascia. Mai correre dietro ai treni, ho letto da qualche parte, perdere un treno fa male solo se gli corri dietro.

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