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Il cigno nero - quando un film e' un capolavoro - bavarese con more e mirtilli - bavarese cream with blackberries and blueberries

Da Saporidivini
IL CIGNO NERO - QUANDO UN FILM E' UN CAPOLAVORO - BAVARESE CON MORE E MIRTILLI - BAVARESE CREAM WITH BLACKBERRIES AND BLUEBERRIES
Rimasti impigliati dentro ad un fine settimana accartocciato sotto alla pioggia, ho risvegliato le mattine di Luca, legandolo mani e piedi all'intimità del materasso fin quasi all'ora di pranzo, per poi lentissimamente girare con lui in tondo alle giornate, tra commissioni frettolose sotto ad un ombrello giallo e sgangherato e momenti di velato romanticismo. Di quello fuori moda che però mi piace tanto.
Ed è bello avere il tempo dalla nostra parte e pensare che potremmo fare e andare, apparecchiando mille possibilità, mille condizionali.
Lasciandoci poi, invece sedurre dall'orizzontale voluttuosità della lentezza. Inarcando la schiena, fuori tempo, sulla pioggia e sul fine settimana, fino a che si fa sera.
"E se ti vesti" mi dice d'un tratto Luca, mentre si porta alla bocca l'ultima forchettata di insalata, "se ti vesti, andiamo al cinema".
L'espressione sul mio viso è un soffice sì. E il nostro film della settimana è già sulla punta della lingua, andremo a vedere Il Cigno Nero, decisione presa di perfetto accordo, a seguito della curiosità che ci ha suscitato nei giorni scorsi il trailer della pellicola.
Non è facile parlare di questo film perché è oltremodo complesso, eccessivo, travolgente, perché tutto giocato sulla regia magistrale di Darren Aronofsky, perché le immagini per come sono assemblate sono più espressive delle parole e per una volta mi ritrovo ad ammettere che i dialoghi passano in secondo piano. L'ho definito eccessivo, questo film, aggettivo che trovo gli calzi a pennello. Claustrofobico, ossessivo, ma potrei aggiungere visionario, simbolico, giocato tutto sui contrasti, sugli opposti, come possono esserlo la spiritualità e la corporeità, l'amore e il sesso, la delicatezza aggraziata e la rabbia dirompente.
Quando si sono accese le luci della sala, Luca non è riuscito a trattenersi "E' un capolavoro!", ha detto, mentre i nostri vicini di poltrona, raccattando i cappotti, sibilavano a mezza voce la parola "schifo". D'altra parte, durante una scena particolarmente intensa del film, sono riusciti persino a scoppiare a ridere, probabilmente si sono persi qualcosa!
Tornando al film, la trama è minima, essenziale. Nina, la protagonista principale, è una ballerina che aspira disperatamente alla parte della Regina dei Cigni, nella rivisitazione del famoso balletto Il Lago dei Cigni, fatta dal regista Thomas.
Questo ruolo è duplice, la prima ballerina deve interpretare sia la parte del cigno bianco, ovvero l'innocenza e il candore dell'amore, sia la parte del cigno nero che veste invece i panni della sensualità, della passione, della forza. Il regista ha forti dubbi circa le capacità della ballerina ad interpretare il cigno nero, perché la trova mancante delle doti necessarie, troppo trattenuta e remissiva, e di fronte alla disperazione di Nina nel volere così fortemente la parte, si ritrova a scuoterla, a forzarla, toccando le corde della sua sensualità, addormentata sotto strati di non consapevolezza di sé. Si ritrova a ripeterle in continuazione che deve lasciarsi andare e che se non ci riesce è perché il primo e più grande ostacolo è proprio lei stessa, con le sue paure e con le sue debolezze. E in questo crescendo, peraltro inquietante, Nina piano piano si lascia coinvolgere totalmente, fino a perdersi, fino a lasciare che il cigno nero che giace sopito in lei prenda il sopravvento. La sua mente comincia allora a viaggiare dentro binari in cui il bianco ed il nero si confondono, il sogno e la realtà si sovrappongono fino al punto da diventare indistinguibili. Non sai più che cosa è e cosa non è, si finisce dentro ad una spirale malata, fatta di creazioni mentali. Nina esplora il suo lato oscuro. Nina ne è risucchiata.
Luca ed io siamo rimasti fortemente impressionati dall'abilità e dalla magnificenza del regista, dal suo essere riuscito a farci entrare dentro alla mente di Nina, confondendoci e tenendoci in quella sorta di equilibrio precario e di pathos avvolgente che pervade tutto il film. La forza delle immagini è proprio nel rendere palpabile la tensione di Nina, la sua voglia di farcela, la sua follia. La forza delle immagini, e del regista quindi, è altresì quella di sapere mettere in evidenza in ogni scena del film tutti i particolari rivelatori, ma al tempo stesso la sua forza è quella di saperli tenere nascosti fino all'ultima scena.
E' un film che è sovraccarico di simboli, di dicotomie, di doppi.
Doppi ruoli, doppie personalità, doppie interpretazioni. Perché tutto è doppio. Nina vestita sempre di bianco. La sua rivale sempre di nero. La sua rivale è Lily, ma è così?. Non è ciò che sembra fino a che il dramma, incombente per tutta la pellicola, non si svela nel finale.
Il bianco, il nero, gli specchi, una miriade di specchi che rimandano a Nina immagini di sé e del suo corpo straziato da gesti di autolesionismo. Le quattro mura di casa sua, soffocanti come un vuoto d'aria. Quel talento di ballerina che aspira alla perfezione, che finisce per possederla, così come la possiede la madre, iperprotettiva, una ballerina fallita che si nutre della figlia, che la ammorba con le sue ansie, con le sue premure macchiate a tratti dal tarlo della gelosia, che la tratta come una bambina di porcellana, che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro. Che a suo dire non sa reggere la pressione.
Nina dentro a questo microcosmo ci vive e finisce per sentirsi perseguitata da troppi nemici a cui sa dare un volto e un nome.
La mamma, che la limita, la controlla; il regista che potrebbe affidare da un momento all'altro la parte tanto agognata all'amica rivale Lily. E per finire la stessa Lily, il suo opposto, trascinante, dirompente, sensuale che la trascina dentro un vortice di sensazioni mai provate prima, tra un cocktail d'alcol, di acidi e di sesso con due sconosciuti, in un crescendo che trova il suo apice in una scena d'amore saffico tra le due. Vera, immaginata? Non importa. Tutto sarà svelato nella scena clou de Il Lago dei Cigni. E prima ancora davanti ad uno specchio. Anch'esso un nemico mortale.
E' un film affascinante, di forte, fortissimo impatto emotivo, un fiume in piena carico di fuliggine. E' un film che turba, che a suo modo è controverso, che è doppio a seconda di come lo si guarda. E che Luca ed io consigliamo a d'andare a vedere, perché non capita spesso di assistere a pellicole di questa intensità drammatica, capaci di tenere sospesi fino alla fine.
Fino alla fine, quando arriva puntuale la risposta alla domanda "Ma chi è la rivale di Nina?".

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Con questa ricetta partecipiamo all'Abbecedario Culinario di Aiuolik, che nella sua Trattoria Muvara ha pensato di mettere in gioco tutte le lettere dell'alfabeto, associando ad ognuna di esse una ricetta. Abbiamo saltato la A come Aspic ed eccoci a giocare con la golosissima B di Bavarese!
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BAVARESE CON MORE E MIRTILLI


Le Bavaresi altro non sonoche creme rassodate con la gelatina e si prestano a molte varianti. Noi abbiamo scelto la classica bavarese, contornandola con mirtilli e more freschissimi e realizzando una salsina di lamponi per rendere il tutto ancora più goloso.
Siamo partiti dalla base ovvero da una crema inglese, ma andiamo ad illustrare nel dettaglio i vari passaggi.
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Ingredienti per la bavarese:
una dose di crema inglese (vedere sotto)
7 gr di gelatina (ammorbidita in 3 cucchiai di acqua bollente)
250 gr di panna fresca, montata
more e mirtilli freschi per guarnire
Ingredienti per 1 dose di crema inglese:
1 baccello di vaniglia
500 ml di latte
6 tuorli
125 gr di zucchero
90 ml di panna fresca
Ingredienti per la salsa ai lamponi:
200 gr di purea di lamponi
70 gr di zucchero
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Cominciamo col preparare la crema inglese. In un tegame portiamo a bollore il latte con il baccello di vaniglia aperto. Intanto lavoriamo i tuorli con lo zucchero fino a renderli chiari e densi, poi vi mescoliamo il latte, da cui avremo eliminato il baccello. Versiamo il composto nel tegame e lo mescoliamo a fuoco basso fino a quando la crema velerà il dorso del cucchiaio, facendo attenzione a non farla bollire o i tuorli si stracceranno. Togliamo dal fuoco, mescoliamo la panna liquida e passiamo tutto al setaccio. Questa dose è per 650 ml di crema, la nostra dose.
A questo punto sciogliamo la gelatina in 3 cucchiai di acqua bollente e la andiamo a mescolare alla nostra crema inglese calda e lasciamo raffreddare. Versiamo la crema attraverso un setaccio in una ciotola sistemata in un'altra ciotola con acqua e ghiaccio. Quando la crema comincia ad addensarsi e a prendere la consistenza di un denso sciroppo, la mescoliamo delicatamente a 250 ml di panna fresca, montata.
Sciacquiamo degli stampini con acqua fredda, li asciughiamo, vi versiamo il composto e mettiamo in frigorifero. Noi l'abbiamo lasciata riposare tutta la notte e il giorno seguente abbiamo sformato la bavarese su di un piatto guarnito con more e mirtilli e con una salsina di lamponi. Squisita oltre misura!
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Due parole per la preparazione della salsa di lamponi. In un tegamino mescolare la purea di lamponi con lo zucchero, a fuoco basso. Mescolare e portare il composto a 70C, togliendo la schiuma che si forma in superficie. Raffreddare velocemente la salsa, trasferendola in una ciotola a bagno in un'altra ciotola con ghiaccio, poi servirla come letto per la bavarese.
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BAVARESE CREAM WITH BLACKBERRIES AND BLUEBERRIES

Ingredients:
English custard
7 g gelatin sheets
250 ml whipped cream
fresh blueberries
fresh blackberries
Ingredients for the English custard:
1 vanilla pod
500 ml milk
125 g sugar
6 egg yolks
90 ml heavy cream
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This is a basic Bavarese cream recipe. Remember it needs several hours chilling time.
Begin by splitting the vanilla pod lengthways and using the end of a teaspoon to scoop out the seeds. Then place the pod and seeds in a small saucepan along with the milk. Place the pan over a gentle heat and bring it just below simmering point.
While the milk is heating, whisk the egg yolks together with sugar in a bowl. Next remove the vanilla pod from the milk. Then whisking the egg mixture all the time, gradually pour the hot milk into the bowl. When it's all in, return the whole lot back to the pan. Cook on a gentle heat as you continue whisking until custard is thick and smooth, which will happen when it reaches simmering point. Don't overheat. The English custard is ready. Just add the heavy cream.
Soak the gelatin sheets in 3 tbs boiling water until it is completely dissolved. Transfer the gelatin to the hot custard, mix well then chill it well. When the mixture is thick and smooth finally fold in the whipped cream. Transfer the mixture to some molds and chill them in the fridge for several hours. Come time to unmold it, dip the mold into hot water for a few seconds and invert it onto a serving dish. Decorate with blackberries and blueberries.

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