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...Nella narrativa, nel teatro, nel cinema e per estensione, in molti altri contesti, il Climax indica l'apogeo di una serie di eventi concatenati che portano ad una fase di particolare intensità...
Provate a pensare ai vostri amici. Vi è mai capitato che qualcuno vi raccontasse una vicenda per lui eccitante ma che, una volta saputa, a voi non ha dato nulla? Probabilmente avrete spiegato quella mancanza di emozioni con il fatto che la vicenda non vi riguardava direttamente ma... e se fosse stata colpa del "metodo" con cui vi era stata raccontata?
Scrivere, e di conseguenza l'atto di raccontare, può essere una attività veramente difficile. Non si tratta di mettere sulla carta una determinata vicenda. La correttezza grammaticale di un testo non ne fa automaticamente un buon pezzo narrativo. C'è bisogno di molto di più. La narrativa pretende di trasmettere emozioni, di catturare lo spirito di chi legge, di farsi amare e apprezzare nel tempo. I testi non devono essere piatti, devono essere vissuti. Devono trasudare emozioni e trasmettere sensazioni reali. Per questo motivo raccontare non è poi così facile come si crede generalmente.
Conoscere una strada e tracciarla sono due cose molto differenti.
Conoscere una storia e raccontarla sono due cose molto differenti.
Tra il dire e il fare... c'è di mezzo il mare.
Ed è proprio per attraversare questo mare che è necessario un bravo scrittore. Lo scrittore per eccellenza è un traghettatore di anime. Lui non racconta, vive i fatti che dispone sulla carta. E per far ciò è necessario comprendere quali sono i punti salienti della vicenda, conoscere i personaggi alla perfezione, giocare d'astuzia e, fornire solo le informazioni necessarie e... non necessariamente tutte quelle di cui si è a conoscenza.
Bisogna, in poche parole, fare in modo che il lettore intuisca dove volete andare a parare. Ciò deve avvenire lentamente, fornendo indizi, magari anche contraddittori, costringendo chi legge a riflettere e ad indagare in quanto sta leggendo.
Non bisogna dare tutte le informazioni.
Se un personaggio è ferito ad una gamba, piuttosto che descrivere esplicitamente la ferita, a volte conviene descrivere il personaggio stesso mentre zoppica, arranca sul terreno impervio e perde l'equilibrio crollando a terra impotente. Meglio agire lateralmente che frontalmente. Meglio proporre viste alternative e consentire al lettore di trarre le proprie conclusioni. Ciò aiuterà chi legge a entrare nella storia e a viverla in prima persona, piuttosto che a rimanerne un semplice spettatore.
Vivere un esperienza e osservarla in modo distaccato forniscono differenti sensazioni. Leggere è un artificio ma, ha un potere incredibile sulla fantasia. Con un po' di abilità è possibile varcare una soglia invisibile e tuffarsi in un mondo diverso da quello che conosciamo.
Ecco. Questo è il climax. Una costruzione che parte dal basso e porta alla cima della piramide indizio dopo indizio. Il lettore diventa schiavo della lettura e si sentirà costretto a seguire la storia sino all'ultima pagina, sino alla cima della piramide.
Più un autore è bravo, più gli elementi che condurranno alla meta saranno nascosti tra le fronde. Più un autore è bravo, più il lettore diverrà uno Sherlock Holmes dedito allo sbroglio della vostra matassa.
Quindi... non siate lineari.
Osservate la vostra vita. Gli eventi accadono parallelamente tra loro, sono contemporanei. Tutti quanti siamo abituati a elaborarli e disporli lungo la linea del tempo per cui non è necessario che lo scrittore faccia questo lavoro per conto del lettore. Anche lui sarà capace di tirare le somme. Costruite una struttura che avvolga la vicenda. Stringete il cerchio un passo alla volta. Salite la collina girandole attorno... piuttosto che scalandola in verticale.
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