Magazine Cultura

Il colore venuto dallo spazio: intervista ai coloristi di Orfani, serie di Recchioni e Mammucari per Bonelli Editore

Creato il 05 luglio 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
orfani3

Disegni di , colore di Annalisa Leoni

è la nuova serie Sergio Bonelli Editore che vedrà la luce ad autunno del 2013. Ideata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari, si propone come una novità per l’editore milanese sia per la struttura, dichiaratamente “a stagioni”, sulla falsariga dei serial TV, sia per il colore, che sarà elemento narrativo oltre che scenografico. Tra i disegnatori coinvolti, oltre lo stesso Mammucari, Alessandro BignaminiGigi CavenagoMassimo Dall’OglioLuca MarescaWerther Dell’EderaGiorgio SantucciDavide Gianfelice e Matteo Cremona, con copertine di Massimiliano Carnevale.
Vista l’importanza dell’elemento cromatico, abbiamo intervistato i coloristi del progetto. Lorenzo De Felici, ci ha guidato alla scoperta del lavoro dietro a quest’aspetto del lavoro, presentandoci il resto della squadra messa in campo: Annalisa Leoni, Arianna Florean, Giovanna NiroAlessia Pastorello e Stefano Simeone.

In prima battuta ci viene da chiederti: come sei stato aggregato al gruppo e in che fase del progetto si era?
Sono entrato nel progetto “in corsa”: Emiliano (Mammucari – ndr), con il quale avevo già collaborato come colorista sulle copertine di Caravan, mi aveva chiesto di entrare su Orfani fin dalla fase d’ideazione della serie, per studiare l’impostazione del colore nella linea temporale degli orfani “adulti”. Così, non appena ho chiuso un lavoro per la Francia, mi sono unito al team che nel frattempo era già al lavoro sulla linea temporale degli orfani “bimbi”.

Una volta entrato quanto sei riuscito a far valere il tuo peso da “colorista” nelle scelte grafiche?
Il lavoro del colore su Orfani è stato un lavoro corale. Io e Annalisa Leoni abbiamo lavorato all’inizio sull’impostazione della colorazione delle due linee temporali, ma da queste linee guida iniziali l’impostazione del lavoro si è evoluta in corso d’opera. Man a mano che si procedeva, ogni idea, invenzione o soluzione trovata da ciascun colorista è andata a comporre una sorta di bacino di esperienza comune al quale abbiamo attinto tutti. Quello che ne è uscito fuori è, a mio giudizio, un ottimo punto di incontro tra la personalità del colorista e le necessità dell’opera.

La normale carta porosa degli albi Bonelli sembra poco adatta a una colorazione di un certo livello qualitativo, tanto che gli esperimenti più recenti hanno usato una carta lucida (Dylan Dog Color Fest per esempio). Qual è stata la scelta per Orfani? Che difficoltà ha comportato? Lavorare su un formato Bonelli rispetto a uno più grande ti ha reso più difficile il lavoro?
La carta e il formato sono stati due elementi cardine nell’impostazione della colorazione. La prima prova di stampa ci ha dimostrato che la carta porosa del normale albo Bonelli, a differenza di quella patinata utilizzata per gli albi a colori come il DyD Color Fest, assorbe moltissimo la luminosità e la brillantezza dei colori. Di conseguenza siamo stati costretti a incentrare la lavorazione del colore non tanto sui contrasti chiaro-scuro, quanto su quelli tonali. Abbiamo giocato quindi con i colori complementari e con le alternanze caldo-freddo, lavorando spesso con il colore nella sua forma più pura. 
Questo ci ha permesso di superare anche un altro grande ostacolo, quello del formato: per lo standard di un albo realistico a colori il formato Bonelli è piccolo, e le dimensioni ridotte mettono a rischio la lettura nel momento in cui si sovraccarichi la pagina di particolari, sfumature o dettagli. La colorazione sintetica alla quale siamo stati costretti dalla carta ha giocato a nostro favore anche in questo caso, e alla fine credo che sia divenuta uno degli elementi più caratterizzanti e riconoscibili della serie.

Disegni Emiliano Mammucari, colori Lorenzo De Felici (clicca per ingrandire)

Disegni Emiliano Mammucari, colori Lorenzo De Felici (clicca per ingrandire)

Come cambia l’approccio di un disegnatore lavorando a una tavola destinata a esser colorata? Hai avuto una qualche interazione con il disegnatore durante la lavorazione?
Normalmente è il colore che deve adattarsi al segno, e non viceversa. Nel caso di Orfani però, l’intenzione era di usare il colore non solo come un arricchimento del disegno, ma come un elemento complementare a esso, e che funzionasse da collante visivo tra i numeri. Per fare questo è stato necessario muoversi contemporaneamente anche nell’altra direzione, così i disegnatori hanno cercato di mantenere l’inchiostrazione meno “invadente” concedendo ai coloristi più spazio di manovra. 

La fantascienza ha una varietà di colori, luci, atmosfere molto ampia, dalla cupezza di Blade Runner ai colori di Star Trek, pensiamo anche alla differenza (non solo tecnologica) tra la trilogia “classica” di Star Wars e i più recenti episodi uno/tre… Ogni albo di Orfani ha due linee temporali: quanto questo viene riflesso dallo stile e dai toni della colorazione? Che stili dobbiamo aspettarci?
La divisione in due linee temporali è stata un altro degli elementi cardine nello studio del colore. L’idea era quella di usare il colore per sottolineare il passaggio tra la linea temporale degli Orfani bambini e quelli cresciuti: la prima ambientata in un’atmosfera più innocente e nel complesso positiva, la seconda marcata da toni più cupi e impietosi. Così si passa da una linea temporale con una gamma di colore più varia e pastellosa, dove i contrasti sono tenui e i toni molto vari e brillanti, a una più netta e sintetica, spesso giocata sul contrappunto tra solo due colori. A questo si sovrappone poi una trattazione emotiva del colore, che in entrambe le linee temporali a volte “recita” insieme ai personaggi, sottolineando con delle scelte grafiche e d’impatto passaggi particolarmente emozionanti della narrazione.

Molti coloristi italiani sono “costretti” a lavorare all’estero, vista la scarsa offerta di fumetti realistici a colori in Italia. Il varo di una collana regolare è anche occasione per la creazione di posti di lavoro. Cosa significa a livello professionale quest’occasione? Può essere uninversione di marcia in questo senso per il vostro settore?
Fino a qualche anno fa il colore nelle serie italiane era un premio, una specie d’incoronazione. A colori erano i multipli di cinquanta, o le ristampe di lusso di fumetti di successo. Da qualche anno esperimenti riusciti come quello del Dyd Color Fest hanno cominciato a richiamare professionisti che fino a quel momento erano costretti a lavorare all’estero o esclusivamente in ambito umoristico. Orfani è idealmente un altro passo in quella direzione: non è più un fumetto colorato, è un fumetto a colori. Il colore ha messo piede nel cuore dell’opera, è parte dell’identità della serie.
In Italia, nonostante il suo recente approdo sul colophon degli albi, il colorista non è sempre considerato legalmente autore dell’opera. Perché questo cambi è necessario che il colore cominci a entrare nel dibattito vivo del fumetto, e che cominci a consolidarsi la coscienza di una professionalità fino ad ora rimasta marginale. Questa è la speranza che affidiamo al pubblico di Orfani.

Disegni Alessandro Bignamini, colori Annalisa Leoni (clicca per ingrandire)

Disegni Alessandro Bignamini, colori Annalisa Leoni (clicca per ingrandire)

Una domanda “corale” per tutti i coloristi: da quali esperienze arrivi, studi, precedenti lavorativi? Come colori attualmente, che strumenti usi, come e in quanto tempo sei arrivato a questi strumenti?
Lorenzo De Felici: Sono un disegnatore ma ho sempre lavorato parallelamente come colorista. Il primo lavoro di rilievo è stato quello che ho fatto sulle copertine di Caravan nel 2010. Ho cominciato perché, poco poeticamente, ho trovato lavoro prima con il colore che con il disegno. Anche quando ho cominciato a disegnare però non ho abbandonato la colorazione perché mi sono reso conto che colorando artisti bravissimi e molto diversi tra loro si imparano tantissime cose sul disegno. E credo che continuerò a colorare perché mi piace molto la sinergia che si viene a creare tra il colorista e il disegnatore, uno scambio dal quale viene fuori qualcosa che proverbialmente è più della somma delle parti.
Annalisa Leoni: Mi è capitato di lavorare in vari settori: sono stata character design in alcuni studi d’animazione, illustratrice e colorista digitale per testate e libri d’infanzia. Recentemente mi è capitato di lavorare su cose più realistiche con Mammucari, fino a approdare a Orfani. Ora sto portando avanti la professione di colorista e illustratrice. La colorazione digitale è ormai il metodo più richiesto e diffuso di colorazione, con il tempo sto cercando di evolvermi verso una colorazione sempre più semplice e d’impatto, ma naturalmente lo stile e il metodo che si sceglie di seguire dipendono da chi si sta colorando. Non si può colorare tutti nello stesso modo, altrimenti si rischia di non esaltare giustamente il lavoro dell’altra persona.

Disegni Luca Maresca, colori Alessia Pastorello (clicca per ingrandire)

Disegni Luca Maresca, colori Alessia Pastorello (clicca per ingrandire)

Alessia Pastorello: Dopo il liceo artistico mi sono trasferita a Roma per frequentare la “Scuola Romana Dei Fumetti” seguendo la mia prima passione per l’arte sequenziale, salvo poi capire che la cosa che mi piaceva di più era colorare.
La prima occasione lavorativa che ho avuto è stata per Sicomoro, aiutandolo a colorare a mano il primo albo de “La porte au ciel” e successivamente anche il secondo albo, con molto più spazio d’azione. Ho continuato per tre anni con la colorazione manuale (principalmente con acquerelli ed ecoline) per poi, un po’ a malincuore, passare quasi del tutto alla colorazione digitale da due anni a questa parte. 
Orfani è il lavoro più importante fatto finora. E’ stato ed è, tuttora, un training importante che mi ha portato in poco tempo a ottenere una maturazione professionale che altrimenti avrei raggiunto più avanti. Come già ha scritto Lorenzo, fare il colorista non è solo riempire gli spazi, ma saper raccontare col colore, conoscere gli strumenti del mestiere anche e soprattutto nel digitale, dato che i programmi nascono dalla rielaborazione del lavoro a mano.
Giovanna Niro: Ho frequentato la Scuola Romana del Fumetto e successivamente il master in colorazione digitale alla Scuola Internazionale di comics. Il mio primo approccio con il colore è stato con acquerelli ed ecoline per poi passare al digitale, per necessità lavorative. Ho esordito come colorista nel 2006 sulla serie per ragazzi Lys (Rainbow/Soleil) e da allora non ho più smesso di colorare lavorando per l’America (Idw-Image) e per la Francia (Futuropolis). 
Sono entrata nella serie Orfani subito dopo l’impostazione del colore delle due linee temporali fatte da Lorenzo e Annalisa.

Disegni Werther Dell'Edera, colori Giovanna Niro (clicca per ingrandire)

Disegni Werther Dell’Edera, colori Giovanna Niro (clicca per ingrandire)

Stefano Simeone:Svolgo l’attività di colorista parallelamente a quella di disegnatore. Attualmente, sono a lavoro anche su Long Wei (nuova miniserie Aurea Editoriale) e su un libro per Bao Publishing, come autore completo. Precedentemente, ho scritto e disegnato “Semplice“, Tunuè.  Per il colore di Orfani, in particolare, sono entrato “in corsa”, quindi parecchio tempo dopo l’inizio della lavorazione, e trovo l’esperienza parecchio stimolante. 
Per come la vedo io, i colori devono rispettare il disegno, aggiungere senza ubriacare, arricchire senza confondere, per questo tendo a usarne sempre pochi, e a concentrarmi tanto sulla palette cromatica, che (e questo non sempre mi riesce) deve essere un orologio, una serie di contrappunti specifici e armoniosi: deve dare un’idea specifica, delle variazioni su quell’idea ma non deve ubriacare il lettore.  Su Orfani vale lo stesso discorso, con in più un occhio per soddisfare le esigenze di spettacolarità della serie. 
Per quanto riguarda gli strumenti, non sono un colorista ultratecnico: ne uso davvero pochi, spesso un solo pennello per tutto, e cerco di ragionare molto sul “Layout del colore“, ovvero su come posso usare le luci in modo creativo, affinché tutto resti leggibile e coerente.

Disegni Davide Gianfelice, colore Stefano Simeoni (clicca per ingrandire)

Disegni Davide Gianfelice, colore Stefano Simeone (clicca per ingrandire)

Arianna Florean: Sono Arianna Florean (classe 1974 ), fin dall’infanzia ho amato nel vero senso della parola il disegno, questo mi ha portato a scegliere un corso di studi di formazione artistica prima presso l’Istituto Statale d’Arte di Pomezia, poi l’accademia di Belle Arti,  per proseguire poi frequentando il corso di Fumetto presso la Scuola Internazionale di Comics. Nel 1997 ho iniziato a lavorare nel mondo dei cartoni animati, primo e vero amore, presso studi d’animazione a Roma, per poi approdare nel mondo del fumetto nel 2003 come inchiostratrice ed illustratrice per il mensile Winx Club. Mi colpisce nel mondo del fumetto una nuova figura, il colorista, a me è sempre piaciuto la colorazione , quindi spinta da curiosità decido di iscrivermi al corso di colorazione digitale, sempre presso la Scuola Internazionale di Comics. Praticamente si è aperto un Mondo, colorare con photoshop richiede molta attenzione e studio ma dà anche tante soddisfazioni. Da qui inizia la mia esperienza lavorativa come colorista nel mondo del fumetto, grazie ad una collaborazione con l’insegnante David Messina, presso la IDW Publishing nel 2009, sulle  testate di Angel (Smiletime, A hole in the world) Eddie Hope  e Star Trek (“ The Truth About Tribbles  -Part 2“, “#19 Star Trek Ongoing“, “#20 Red Level Down”).  Sempre per l’America ho collaborato come colorista per la serie The Mission con l’Image e con la Rainbow per la colorazione del mensile Winx club dal 2011 al 2012, dal 2011 al 2012 la collaborazione con Recchioni-Mammucari per Orfani. Attualmente  sempre per la IDW, seguo la serie Cobra-G.I Joe e Star Trek.

Grazie a tutti per la disponibilità.

Disegni Gigi Cavenago, colori Arianna Florean (clicca per ingrandire)

Disegni Gigi Cavenago, colori Arianna Florean (clicca per ingrandire)

 

 

Intervista condotta via mail a giugno 2013

Etichette associate:

Stefano SimeoneGiovanna NiroRoberto RecchioniLuca MarescaIn EvidenzaMassimo Dall'OglioDavide Gianfelice

Condividi:

Seguici su:

LoSpazioBianco su FaceBook
LoSpazioBianco su Twitter
LoSpazioBianco su Google+
LoSpazioBianco su Tumblr
LoSpazioBianco su Pinterest
LoSpazioBianco su Youtube
LoSpazioBianco su Flickr
LoSpazioBianco su Issuu

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :