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Il Comitato nazionale di Bioetica riconosce l’obiezione di coscienza dei farmacisti

Creato il 07 marzo 2011 da Uccronline

Il Comitato nazionale di Bioetica riconosce l’obiezione di coscienza dei farmacistiIl Comitato nazionale per la Bioetica (Cnb) si pronuncia a favore dell’obiezione di coscienza dei farmacisti che non vogliono dare la pillola del giorno dopo, ma al contempo chiede che le autorità competenti provvedano a tutelare anche il diritto di chi richiede quel prodotto. Questa la posizione espressa in un documento del 25 febbraio. «A fronte dell’ipotesi che il legislatore riconosca il diritto all’obiezione di coscienza del farmacista e degli ausiliari di farmacia – si legge in una nota del Comitato – i componenti del Cnb si sono trovati d’accordo che, nel rispetto dei principi costituzionali, si debbano considerare e garantire gli interessi di tutti i soggetti coinvolti. Presupposto necessario e indispensabile per l’eventuale riconoscimento legale dell’obiezione di coscienza è, dunque, che la donna debba avere in ogni caso la possibilità di ottenere altrimenti la realizzazione della propria richiesta farmacologia e che spetti alle istituzioni e alle autorità competenti prevedere i sistemi più adeguati nell’esplicitazione degli strumenti necessari e delle figure responsabili per la attuazione di questo diritto». Come ha riferito il vicepresidente del Cnb, Lorenzo D’Avack, «è emersa una maggioranza a favore dell’obiezione di coscienza per i farmacisti. In via generale dunque il Cnb ha riconosciuto che l’obiezione di coscienza ha un fondamento costituzionale nel diritto generale alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza». Il farmacista ha dunque un ruolo ritenuto riconducibile a quello degli operatori sanitari e deve necessariamente essere riconosciuta anche a questa categoria professionale il diritto all’obiezione. La notizia è riportata su Avvenire. Depressione invece per il senatore radicale Marco Perducasi, che oltre a voler impedire la libertà dei farmacisti, sostiene che questa decisione si «prefigura come vera e propria istigazione all’aborto». Che non sarebbe neppure tanto male, tra l’altro. Ricordiamo che il 12 ottobre scorso, il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’obiezione di coscienza per i medici (cfr. Ultimissima 12/10/10).


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