Magazine Religione

Il complottismo del teologo bollito Hans Küng

Creato il 28 novembre 2013 da Uccronline

Hans KungIl vero padre spirituale del nostro Vito Mancuso non è certamente il card. Carlo Maria Martini, che la pensava diversamente da lui su quasi tutto, ma il teologo svizzero Hans Küng.

Da sempre ossessionato da Joseph Ratzinger, suo relatore di laurea all’università di Monaco nel 1970. Il Pontefice emerito, qund’era a capo della Congregazione per la dottrina della fede nel 1984, avviò un procedimento ecclesiale nei suoi confronti per l’incompatibilità delle sue bizzarre posizioni con l’insegnamento della teologia cattolica. Così è iniziato l’odio irrefrenabile verso Ratzinger e il Vaticano, lui un teologo di periferia noto grazie alla strumentalizzazione della sua figura da parte dei media anticlericali e Ratzinger addirittura fatto Papa, ovvero successore di Pietro.

La novità è che finalmente da oggi ha cominciato ad opporsi anche a Papa Francesco. Il motivo? Non avergli dato retta ed aver condannato l’aborto e rifiutato il sacerdozio femminile nella Evangelii Gaudium. Però, come si può criticarlo direttamente? Proprio Papa Francesco, poi, il nuovo paladino (suo malgrado) del laicismo e dell’anticlericalismo più becero? No, Küng non ha mai avuto coraggio, non è nelle sue capacità saper andare controcorrente per cui ha dovuto inventarsi il complotto secondo cui Francesco, quando critica il capitalismo e promuove la decentralizzazione verso diocesi e parrocchie lo farebbe di sua iniziativa, mentre quando si oppone all’aborto e al sacerdozio femminile «subisce le pressioni della congregazione della dottrina della fede e del suo prefetto, l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller». Così, «il Papa vorrebbe andare avanti – il “prefetto della fede” frena».

Capendo da solo che come tesi è abbastanza insostenibile, il teologo bollito si è anche domandato se «il Papa emerito Ratzinger per il tramite dell’arcivescovo Müller e di Georg Gänswein, il suo segretario, anch’egli nominato arcivescovo e prefetto della casa pontificia, effettivamente non agisca come una sorta di “Papa-ombra”», confermando dunque la sua schizofrenia nei confronti del Pontefice emerito. Il resto dell’articolo pubblicato su “Repubblica” sono insulti e diffamazioni nei confronti del prefetto Müller.

Queste dunque le nuove tesi di colui che sarebbe, per molti, il più pericoloso nemico della Chiesa cattolica. Non c’è molto da commentare, se non ricordare che l’odiato Gerhard Ludwig Müller è stato ovviamente pienamente confermato in questo delicatissimo e fondamentale ruolo da Papa Francesco. Come ha commentato uno dei vaticanisti più attenti e attendibili, Sandro Magister, «Müller scrive, Francesco detta».

Evidentemente Hans Küng è destinato a convivere con l’odio e la frustrazione anche durante il pontificato di Papa Francesco. Non a caso ha annunciato di volersi suicidare perché «stanco di vivere». Come si può, d’altra parte, amare una vita passata nell’invidia e nella presunzione? Mons. Gerhard Ludwig Müller, in accordo con Papa Francesco, ha replicato così alle sue dichiarazioni: «E’ molto triste sapere che un teologo parli in questo modo, spero che nessuno segua il suo esempio». Certamente per un cattolico non è proprio positivo non essere ritenuto un esempio positivo dal più importante riferimento della Chiesa cattolica dopo il Papa.

La redazione


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :