Qualche mese fa abbiamo parlato delle condotte violente agite durante il sonno. Un’ ulteriore domanda ricorrente nell’analizzare il comportamento dei sonnambuli è quella di chiedersi quale sia il contenuto onirico presente durante tali attacchi aggressivi.
A questo quesito ha provato a rispondere uno studio condotto da alcuni ricercatori francesi, i quali hanno chiesto a diversi sonnambuli cosa ricordavano dei loro sogni una volta svegliati.
Sebbene siano poche in letteratura le descrizioni dei contenuti mentali associati al sonnambulismo o al terrore notturno, c’è un generale consenso nel ritenere che durante questi episodi sia presente una complessa ed intensa attività onirica. Alcuni autori ritengono che gli eventi scaturiti dalle parasonnie siano causati da cambiamenti fisiologici che avvengono durante lo stato di arousal definito come una temporanea intrusione di veglia nel sonno o un improvviso e transitorio aumento del livello di vigilanza dovuto a stimoli esterni e accompagnato da un incremento dell’attività EMG e da modificazioni comportamentali.
Nello studio francese è stato indagato quanto il contenuto dei sogni dei pazienti sia correlato all’evento e compaia al momento stesso dell’episodio, effettuando inoltre un raffronto tra la struttura del sonno e la sonnolenza diurna di questi soggetti con quella di un gruppo di controllo in buona salute.
Per la ricerca furono reclutati 43 pazienti, uomini e donne dagli 11 ai 72 anni, affetti da sonnambulismo e terrore notturno. I pazienti furono inviati presso il Centro del Sonno di Parigi a causa dei loro comportamenti notturni, ritenuti pericolosi e frequenti. Otto soggetti erano soltanto sonnambuli, cinque soffrivano di terrore notturno, i restanti presentavano entrambi i disturbi. Tutti i pazienti furono sottoposti ad un’intervista strutturata e ad alcune domande in merito ai loro sogni durante gli episodi di sonnambulismo e terrore notturno. I dati vennero ricavati retrospettivamente per fare in modo che la raccolta del contenuto onirico coprisse un preciso arco temporale di ogni paziente. La più grande difficoltà dei campioni presi in esame fu quella di indicare il momento preciso in cui sognavano e la frequenza dei loro episodi, i quali, secondo una loro stima, avvenivano in modo irregolare e durante le prime ore di sonno. I fattori favorenti l’evento andavano dall’assunzione di alcool, alla deprivazione di sonno, allo stress, all’aver dormito a casa di qualcun altro, fino ad una situazione particolare probabilmente risalente al giorno precedente (come la visione di un film dell’orrore o la lettura di un thriller) o ad altri fattori sconosciuti.
Fra i pazienti che risposero all’intervista in modo affidabile, una buona percentuale riportò almeno una concordanza tra il contenuto onirico e l’episodio di sonnambulismo o di terrore notturno incorso. I sogni erano per la maggior parte brevi e corrispondenti con la visione di una singola scena. I pazienti riferirono per lo più la presenza di almeno un persona nei loro sogni; fra quelle descritte, la maggior parte erano prevalentemente sconosciute al sognatore mentre raramente si trattava di parenti. Alcuni, durante gli episodi di sonnambulismo o terrore notturno, vedevano animali aggressivi e spaventosi.
Un sogno veniva classificato come “aggressivo” quando la situazione implicava un deliberato atto intenzionale del protagonista di ferire o infastidirne un altro; ma nel caso di violenza il sognatore non era mai l’aggressore, tranne in una situazione dove un paziente raccontò che gli era stato ordinato di accoltellare il corpo di qualcuno per non rischiare di essere ucciso.
Continua…