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Il coraggio degli operai

Creato il 15 gennaio 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Il risultato del referendum di Mirafiori mi è sempre parso scontato.

E’ ovvio che, in questi tempi magri, la preoccupazione primaria sia il mantenimento del posto di lavoro a qualunque costo, rinunciando anche a diritti che si sono conquistati in decenni di lotte e di sacrifici.

Ma mi hanno stupito.

Non pensavo sarebbe stata così alta la percentuale dei no al contratto Fiat proposto da Marchionne.

Nonostante la paura, nonostante i timori hanno avuto il coraggio di vedere le carte della controparte; perchè sia chiaro che questo contratto non garantirà affatto il lavoro a Mirafiori o negli altri stabilimenti Fiat.

Gli operai hanno detto di no, gli impiegati che  non erano interessati al peggioramento delle condizioni di lavoro hanno detto sì.

Era certamente giusto che gli impiegati votassero, dal momento che se Mirafiori chiude vanno a casa anche loro, però è un dato sintomatico; gli operai mettevano sul piatto la loro salute e le loro condizioni professionali, per mantenere la fabbrica aperta sono loro a doversi sacrificare.

Ma non saranno le riduzioni delle pause, non saranno le giornate di malattia non pagate, non saranno i turni di lavoro articolati in 7 giorni su 7 a garantire il lavoro domani, se la Fiat continuerà a perdere attrattività nel mondo del mercato automobilistico (- 17% contro il – 4% delle altra case).

Si dice sempre di guardare alla Germania, alla Francia, agli altri grandi paesi produttori di automobili.

Ebbene guardiamoci.

In Germania, Volkswagen, gli operai lavorano 35 ore la settimana se assunti dopo il 2006, 33 ore se assunti prima; tre turni di lavoro su cinque giorni e 2.800 euro al mese.

In Francia, Peugeot e Citroen, gli operai lavorano 34 ore e 40 minuti la settimana; due turni di lavoro su sei giorni, un terzo turno solo nei picchi produttivi e 2.550 euro al mese.

In Giappone, Toyota, gli operai lavorano 39 ore la settimana; due turni di lavoro su sei giorni, 1.900 euro al mese.

Naturalmente Toyota e Volkswagen sono i primi due produttori al mondo di automobili.

Intanto in Serbia stanno ancora aspettando l’investimento in milioni di euro garantiti da Marchionne, stanno ancora aspettando di aprire le fabbriche promesse.

Ed era a novembre che dovevano arrivare soldi e lavoro…



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