Licio Gelli nel suo”piano di rinascita democratica” della Loggia P2, sequestrato a M.Grazia Gelli nel luglio 1982, prevede di svuotare il parlamento delle sue prerogative di rappresentanza popolare e controllo sull’esecutivo.
Con la liquidazione del sistema proporzionale si è passati al presidenzialismo di fatto, come sostiene la maggioranza, perché quando si è andati a votare non si è scelto un partito con un suo simbolo, ma un nome scritto su un simbolo.
Una cosa obbrobriosa che nessun partito o movimento politico in Europa possiede e che è consentito solo in Italia, perché in questo paese ci si vergogna di appartenere ad un partito “vero”. Si scelgono poli, case, movimenti, leghe, fazioni, unioni, popoli, territori, ma non il partito, perché sul partito è difficile scrivere il proprio nome.
Ma, per tornare al programma di Licio Gelli, quello che sta a cuore a quella setta, è svuotare il parlamento del suo significato politico e della sua importanza di controllo sull’esecutivo.
Di questi tempi, con la campagna massiccia messa in atto dagli “anticasta”, si sta insinuando nella testa delle persone che il bilancio della Camera sia diventato la causa principale della voragine del debito pubblico.
Vengono dileggiati tutti coloro che ricoprono una carica pubblica, non solo in Parlamento, ma anche in Regione, in Provincia, nei Comuni, come se coloro che sono stati eletti dal popolo si dovessero vergognare di essere stati eletti.
Quindi si propone di dimezzare tutto, eliminare le provincie, accorpare i Comuni, togliere una Camera, diminuire i parlamentari. Si tratta della “Casta” da eliminare perché causa di sperpero nel paese e non ci si accorge che, così facendo, si sta attuando il progetto di Licio Gelli, cioè si sta delegittimando il Parlamento, l’unico mezzo che controlla l’esecutivo.
Ciò che invece si dovrebbe fare, oltre ovviamente a rivedere le spese e a contenerle il più possibile, è far si che la Casta diventi davvero una Casta di brave persone, oneste e virtuose che sappiano risolvere i problemi del paese, si dovrebbe rafforzarne il valore etico, politico e di garanzia di libertà, anziché limitarsi al dileggio.
Non è solo la Casta che costa in questo paese. Per esempio si tace sulle enormi spese militari, sia di mezzi che di uomini, si tace su quanto costano anche i giornali, quegli stessi giornali che evitano di parlare quanto denaro pubblico ricevono per i loro finanziamenti.
A denigrare la Casta non è solo Facebook, ci si è messo anche il Tg1, Mediaset e la grande stampa pagata (per esempio) da Finmeccanica. A questo punto c’è da preoccuparsi.
Tutto questo sentimento “anticasta” che si sta sviluppando nel paese, così vasto e forte, non è forse un’orchestrazione ad hoc per completare il piano di rinascita di Licio Gelli? Vale a dire: delegittimare il Parlamento.
Sorge un dubbio quando il coro diventa così ampio.
(L’idea è stata presa da un editoriale di questo interessante e simpatico sito)