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Il costo energia spesso rende impossibile lo sport‏

Creato il 29 luglio 2013 da Simo785

Il costo energia spesso rende impossibile lo sport‏ (by Renato Negro)

(by Renato Negro)

Nello sport italiano è frequente la carenza di impianti sportivi. Quando poi  l’impianto è realizzato si presenta il problema , sicuramente grave, di come mantenerlo aperto e come sostenere i costi di gestione. Tutte le discipline sportive vivono la pesante condizione di come pagare le bollette della corrente elettrica. Negli anni passati chi ha voluto avventurarsi nell’investire sul fotovoltaico ha sfruttato al meglio le agevolazioni offerte e con l’aiuto del Credito Sportivo  trovando la disponibilità delle banche per accedere ad un mutuo. Oggi la realtà è radicalmente mutata e non sarà facile far quadrare i conti di gestione dell’impianto. Per tutti i poveri disperati gestori di impiantistiche sportive propongo un viaggio della speranza  a Colonia dove dal 22 al 25 ottobre 2013 viene organizzato il FSB la miglior fiera europea sulle nuove tecnologie e sul risparmio energetico per impianti di tutti gli sport. Gli sport del ghiaccio sono particolarmente interessati al problema per via degli altissimi costi di gestione che richiede la produzione e il mantenimento.

Il costo energia spesso rende impossibile lo sport‏ (by Renato Negro)

Per il curling ad esempio l’unico impianto italiano che si è dotato di pannelli fotovoltaici nel 2011 con la creazione di 115 KWp ( chilowatt di picco)ed un contenimento di emissione della anidride carbonica stimato in 2 mila tonnellate per i 25 anni di attività dei pannelli. Anche sul risparmio il dato è confortante  stimato nell’ordine dei 23 mila euro/anno. Ovviamente l’investimento iniziale non è di poco conto e con una tecnologia che, anche se garantita per 25 anni, è  in continua evoluzione. Probabilmente nel tempo sarà utile anticipare nuovi investimenti  con tecnologie  attuali e maggiormente risparmiose. Un esempio di questo arriva dal dipartimento americano per l’Energia di Idaho. Al National Laboratory il professor Steven Novack ha ideato e realizzato il primo sistema fotovoltaico che può generare corrente elettrica anche di notte. Quindi cosa si è inventato Steven Novack? Il suo ragionamento è partito da una semplice constatazione: circa la metà dell’energia disponibile dello spettro solare arriva sulla Terra nella banda degli infrarossi.

Durante la notte dal terreno ritorna a risalire nell’aria sotto forma di calore. Il sistema realizzato utilizza dei ricettori con micro antenne della lunghezza d’onda degli infrarossi (sopra i 700 nanometri). In laboratorio Steven  è riuscito a raccogliere di notte fino al 84% dei fotoni rilasciati dal terreno. Al momento la sperimentazione ha fornito dei risultati esaltanti e decisamente maggiori a confronto con la tecnologia attualmente in uso delle celle al silicio. I pannelli in commercio oggi non superano il 20% di efficienza e sono soggetti a gravi problematiche di posizionamento nell’inclinazione precisa rispetto all’angolo di incidenza dei raggi solari. Sempre per i pannelli attualmente installati esiste anche il problema che si possano riscaldare troppo oltrepassando la temperatura ideale di esercizio con l’inevitabile crollo della produzione di corrente. Ma dal laboratorio americano ammettono di non essere ancora pronti. Il problema sta nell’ uso dei diodi semiconduttori al silicio.

L’energia, generata dalle micro antenne per gli infrarossi, è una corrente alternata con una frequenza troppo alta per essere utilizzata. La corrente alternata deve quindi essere trasformata in corrente continua e per fare questa conversione sono necessari i diodi semiconduttori al silicio che però non funzionano alle alte frequenze. Novack  promette che a breve verrà risolto il problema del diodo e anche che il nuovo impianto da lui ideato sarà realizzato in multistrato capace di funzionare a differenti frequenze. Il nuovo pannello avrà la possibilità di raccogliere sia la luce solare diurna che l’emissione degli infrarossi in notturna. Personalmente però ritengo che il futuro vedrà una importante risorsa energetica con la ricerca geotermica. Ma forse queste espressioni non sono appropriate in quanto proprio l’Italia ( già dal 1904) è stata la prima nazione al mondo ad essere interessata a trovare le risorse di calore nel nostro sottosuolo. Il pioniere italiano fu  il Principe Piero Ginori Conti. In Toscana effettuava già delle trivellazioni del terreno per raggiungere le profondità dove i gas naturali potevano fornire calore ed energia.

Ancora oggi nell’area del Monte Amiata ,e  tra Pisa e Grosseto, le centrali geotermiche danno un considerevole contributo ai consumi nazionali. Sicuramente i costi di trivellazione sono molto alti ma le stime del mercato energetico dicono che se oggi siamo sui 100 euro per Mwh nel 2020 il costo del geotermico dovrebbe scendere tra i 50 e 80 euro. E’ doveroso però sottolineare che la trivellazione, sino a 5 km di profondità, se attuata in aree ad alto rischio sismico possono essere estremamente pericolose. Proprio nel 2006 a Basilea una società era stata incaricata dal governo elvetico di creare un cantiere di trivellazione nella zona di Kleinhuningen ( un quartiere di Basilea). Dal terreno si sarebbero ottenuti sino a 20 mila Mwh di elettricità e 80 mila Mwh di calore. Il tutto utile a soddisfare le esigenze industriali e civili degli abitanti di Basilea. Ma le cose non andarono per il verso giusto e la mattina del 8 dicembre 2006 , a seguito di un pompaggio ad alta pressione di acqua fredda nelle viscere del terreno, si creò un terremoto di 3,4 della scala Richter.L’acqua fredda spinta a 5 km sotto terra sarebbe stata poi recuperata alla temperatura di 200°.  

Nessun ferito tra la popolazione ma le assicurazioni dovettero pagare ingenti danni alle strutture. Il direttore dei lavori l’ingegner geologo Markus Haring, allora subito soprannominato dai giornali svizzeri “signor terremoto”, rispose di tutto questo davanti al giudice che però nel 2010 decise di non condannarlo. Ma anche dopo questa brutta esperienza comunque in Svizzera il programma di sviluppo a favore dell’energia e del calore geotermico non si è fermato cosi’ come è in pieno utilizzo anche in Germania. Decisamente piu’ fortunati sono gli islandesi dove le case, le industrie e tutti i centri sportivi , per l’85% dei consumi energetici, sono ampiamente soddisfatti dal geotermico e senza trivellare tanto in basso.


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