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Il "degrado imposto"

Creato il 01 ottobre 2010 da Riprendiamociroma

Centraline elettriche, vecchi magazzini, strutture abbandonate. Misteriose costruzioni in muratura che non si sa bene cosa ospitino, dato che non vengono aperte mai. Sono tanti i "casotti" sparsi per Roma. E sono tutti rigorosamente ridotti in questo modo. Le lavagne dei bimbiminkia, un ricettacolo di scritte, tag e scarabocchi. Sotto elezioni, i casotti diventano il supporto privilegiato per le affissioni selvatiche dei partiti. Più la struttura è abbandonata più viene presa di mira. Vi siete mai soffermati a pensare al degrado visivo che questi casotti si portano dietro? Forse si, molto più probabilmente no, dato che ormai siamo totalmente assuefatti da queste immagini che non ci facciamo neanche più caso. Ma è bene cominciare a pensarci. E a chiedersi: per quale motivo questo degrado imposto alla società dev'essere accettato senza battere ciglio? Per quale motivo se io metto l'unità esterna del condizionatore sul terrazzo, costruisco una veranda in legno, magari pure elegante, oppure istallo dei pannelli solari sul tetto, devo chiedere mille nullaosta, e poi si permette a qualcuno di tenere simili orrori sparsi per la città, davanti alle case, senza che nessuno dica niente? Si imponga almeno una tassa sul degrado! Sei portatore di degrado perché non vuoi ripulire e trattare la tua saracinesca o il muro del tuo casolare? Bene, paga alla collettività il danno visivo che crei! Hai un negozio in centro e la tua saracinesca è devastata di scritte, ma sei talmente spilorcio che non vuoi nemmeno pagare 20 euro per ripulirla una volta al mese? Bene, comincia a pagare una tassa per il danno visivo che crei, ai residenti e agli esercizi commerciali antistanti. Quindi paga per il danno di immagine che crei alla città. Esiste un altro modo per risolvere questi problemi? Secondo noi no. Bisogna rendere il degrado antieconomico. Sei uno zozzone? Non vuoi pulire? Bene: sgancia i soldi!

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