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I giudici della Consulta hanno cancellato il contributo di solidarietà che chiedeva il 5% delle quote di pensione superiore a 90 mila euro, il 10% di quelle superiori a 150mila e il 15% della parte che supera i 200mila euro. La Consulta, similmente a quanto stabilito per il contributo di solidarietà sugli stipendi dei manager pubblici, lo ha dichiarato illegittimo, perché per la nostra Carta Costituzionale ogni cittadino deve pagare in proporzione alla propria capacità contributiva, a prescindere dal fatto che i guadagni derivino da rapporti di lavoro (pubblici o privati) o da pensione.
Premesso, elemento non da poco, che le figure che sarebbero state colpite nei loro redditi appartenevano essenzialmente alle categorie dei magistrati, alti dirigenti dello stato e alti ufficiali delle forze armate, adesso, si sta pensando ad una platea molto più numerosa, ma sempre in contrasto, a mio modo di vedere, con il dettato costituzionale. Cerco di riassumere quell'indirizzo che sembra avere le maggiori possibilità di essere approvato dalle diverse forze politiche.
Il senatore Ichino, in una lettera al Corriere della Sera spiega che ci sono due tipi di pensioni d'oro; una é stata generata da retribuzioni molte elevate per tutta la vita lavorativa, mentre l'altra si riferisce a quei casi in cui l'ex lavoratore ha avuto una retribuzione molto alta solo negli ultimi dieci anni di vita lavorativa e la pensione è stata calcolata per intero (metodo retributivo) sulla retribuzione dell'ultimo decennio; in questo caso il Signor X (cito testualmente) si è guadagnato soltanto un terzo od un quarto della sua pensione d'oro. Ed ecco il bello della conclusione; questi fortunati sono tutti gli ex lavoratori che hanno cominciato a versare i contributi prima del 1978.
Ichino prosegue suggerendo di ricalcolare tutte queste pensioni con il metodo contributivo e applicare un contributo di solidarietà sulla differenza generata dal retributivo, differenza che definisce previlegio indebito, dimenticando che quel calcolo è figlio di leggi dello stato e che su quelle somme le famiglie hanno fatto conto per chiedere ed ottenere mutui, mantenere figli senza lavoro e pagarci sopra fior di tasse, secondo gli scaglioni Irpef.
Ammesso inoltre che un ex lavoratore debba ricevere una pensione in linea con i contributi versati, è tutta da dimostrare l'affermazione di A. Brambilla, ex sottosegretario al Welfare, quando dice che tutte le pensioni calcolate con il metodo retributivo hanno importi molto più alti rispetto ai contributi versati.
Brambilla dimentica che si parla di una generazione di lavoratori che, per loro fortuna, hanno vissuto tutta una vita lavorativa con contratti a tempo indeterminato, magari per 35 - 40 anni consecutivi, talvolta riscattando laurea ed altri titoli di studio.
E, alla fine, si scopre il vero obiettivo; Brambilla afferma che la soluzione potrebbe essere quella di gravare, per le distorsioni del metodo retributivo, tutte il monte pensioni, che vale 250 miliardi di euro il quale, con un cointributo medio di solidarietà del 2%, genererebbe un entrata di circa 5 miliardi.(il contributo di solidarietà per pensioni sino a 600 euro mese sarebbe solo dello 0,1% per proseguire in modo proporzionale e progressivo!!!).
Altro che pensioni d'oro
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