Ho fatto per la prima volta da testimone. E’ successo sabato 13 luglio 2013 per il matrimonio di Brina e Sciuscià. Barbara – Barbarina, Brina, ma per me è solo Barbara – è la mia amica del cuore, Sciuscià è l’uomo giusto per lei, quindi sia per proprietà transitiva ma soprattutto per sue caratteristiche personali, è una persona fantastica da millantare tra le proprie amicizie. Posso affermare con orgoglio di essere amica di Brina e Sciuscià.
La sposa ed io nell’unica foto che abbiamo insieme, nel bagno, prima che tutto avesse inizio
Io sono stata la testimone della sposa, Fabrizio lo è stato per lo sposo ma a poche ore dalla cerimonia non aveva ancora il suo discorso suggellato su carta. In realtà, questo non mi preoccupava. Ho trascritto qualcosa mentre faceva la maratonda intorno alla scrivania alla quale ero seduta, degli appunti che si è conservato nel taschino del suo completo grigio perla finito brascato da un fumogeno a fine serata. E’ un performer nato e sapevo che avrebbe fatto un discorso brillante, con o senza pezza d’appoggio. Ciò che temevamo è che argomentasse troppo cinicamente alcune (anti)tesi sul matrimonio. Perché noi siamo veramente non convenzionali. Forse pure un pò matti. A volte rasentiamo la feccia.
Non mi dilungherò più di tanto sui particolari delle cerimonie (quella in comune e quella in comunità) perché questo matrimonio si merita come minimo tre post sul mio blog.
Oggi scriverò semplicemente un diario delle mie emozioni prima, durante e dopo. Questo è stato il terzo matrimonio della stagione per me e il più impegnativo, anche per il ruolo d’onore che ricoprivo. In tutta la parte di preparazione, delegata alla paziente wedding planner Elisa Monelletta di Youco, da una parte ero ascoltata per l’autorevolezza delle mie opinioni, dall’altra ero giustamente messa da parte affinché potessi godermi sorprese e non fossi subissata dalle loro ansie che comunque a volte ho chetato. Nell’immediato pre, ovvero a pochi minuti dal matrimonio mi sono trasformata nella perfetta testimone/cane da guardia che preserva la sposa da occhi indiscreti, paparazzate e richieste inutili affinché potesse canalizzare le sue emozioni e concentrarsi in quei trenta passi a braccetto con il suo papà José. Durante il rito mi sono emozionata: mentre leggevo è arrivato un groppo in gola appena i miei pensieri hanno sfarfallato sulla densità di quegli sguardi e di quei contenuti che all’inizio leggevo meccanicamente. Il groppo, ricacciato subito dentro (giusto per quei tre minuti di lettura, poi mi sono sfogata durante le promesse utilizzando la piccola Frida come fazzoletto) è stato però liberatorio per tutte e tutti gli astanti. Questo è stato il discorso della testimone.
“Raccontare di amori e matrimoni non convenzionali è quasi diventato il mio mestiere. Raccontare la Storia di Barbara e Sciuscià in sintesi però non è così facile. E’ una storia che li rappresenta perché ricca, generosa e complessa così come sono i loro animi.
Parlare di Barbara e Sciuscià non è inoltre così facile perché ho davanti a me una platea impegnata ed impegnativa, sicuramente molto esigente.
Siete, siamo, la comunità di appartenenza di Barbara e Sciuscià, siamo la loro famiglia, quella di origine e quella acquisita.
E se da una parte siamo qui per condividere questo momento di allegria e felicità di Barbara e Sciuscià, allo stesso tempo probabilmente avreste voglia di chiedere loro: “Perché lo fate? Che bisogno c’è?”
Nella nostra comunità antitutto (anticapitalista, antipatriarcato, antistato, anticlericale che te lo dico a fà), il matrimonio è uno dei tanti simboli da abbattere.
Certamente Barbara e Sciuscià non devono spiegazioni a nessuno, dopo oggi continueranno a stare insieme così come stavano vivendo la loro relazione qualche minuto fa. Ma da oggi sapranno entrambi che dietro a questo SI’ fissato su un pezzo di carta, ma soprattutto di fronte a tutte e tutti noi, c’è una volontà, c’è un impegno, c’è una speciale energia che li fa andare insieme e non un moto rettilineo uniforme dato dalla quotidianità.
Quando ci si sposa, si sa, che un giorno questo potrebbe avere una fine (purtroppo o per fortuna), ma Sciuscià e Barbara sapranno… sappiate… che voi ci credete, ci avete creduto così tanto che vi siete sposati davanti a noi, (grandi sostenitori ma spesso noiosi giudici delle vite degli altri), Barbara e Sciuscià di fronte alle future difficoltà vi impegnerete – così come avete fatto in passato – perché credete e avete creduto in un NOI. Un’ulteriore sfida sarà plasmare gli articoli di un codice con la complessità della Vostra relazione, dei Vostri valori e dei Vostri progetti futuri.
Oggi il Vostro Sì e le Vostre promesse significa crederci, significa scommettere sulla Vostra relazione.
Noi stiamo qui a sostenervi e a fare il tifo perché Voi vinciate questa scommessa”.
Dopo il loro “Sì, lo voglio” e il brindisi, ero rilassata, non era una sensazione liberatoria come quando mi sono sposata, ma era come se avessi visto realizzato qualcosa di grande. Qualcosa di grande che non mi appartiene del tutto, ma di cui faccio parte nei confini, ho vissuto e vivo un sentimento di felicità nel vedere felici gli amici e questo nobile sentimento mi riempie.
Dopo potevano tutti trovarmi all’angolo dei cocktail a dispensare sorrisi e Moscow Mule.