Il filosofo Lodovici: «è ormai evidente che l’aborto uccida una persona umana»

Creato il 14 maggio 2011 da Uccronline

Il filosofo Giacomo Samek Lodovici, docente di Storia delle dottrine morali presso l’Università Cattolica di Milano, affronta in modo convincente il tema dell’aborto e la sua legalizzazione sull’inserto “E’ vita” del quotidiano Avvenire.

MODERNA EMBRIOLOGIA. Lodovici spiega che «decine di studi di biologia certificano ormai che, fin dalla fecondazione, il concepito è autonomo e comincia uno sviluppo continuo, che gli consentirà dopo anni di esercitare le azioni peculiari dell’uomo. La madre non ne guida lo sviluppo, bensì lo nutre e lo protegge, e continua a farlo per molto tempo anche dopo la nascita senza che questa forma di dipendenza autorizzi a uccidere un bambino». L’autonomia del concepito non è da intendersi come indipendenza o autosufficienza assoluta, come non lo è quella di tanti altri esseri umani (disabili, anestetizzati ecc…), bensì «come capacità di autocostruirsi. Quanto alla continuità dello sviluppo, è stato ripetutamente dimostrato che i presunti «stacchi» sono in realtà guidati dal concepito stesso e programmati fin dall’inizio».

ABORTO E’ UNA “PERSONA”. Il filosofo affronta anche un’obiezione frequente a queste evidenze scientifiche: il concepito sarebbe “persona” solo quando esercita attualmente l’autocoscienza. E risponde: «Se questo fosse vero sarebbe lecito uccidere anche chi pone queste obiezioni quando non è autocosciente, per esempio quando dorme o è sotto anestesia». La verità è che il concepito compirà gli atti di una persona in seguito e, non essendoci alcun vero stacco nel suo sviluppo (né prenatale, né postnatale), vuol dire che il concepito è persona «anche se non può ancora compiere certe attività. Dunque l’aborto è l’uccisione di uno di noi, di un essere umano innocente». Senza accusare le donne, che spesso sono inconsapevoli di questo o appositamente male informate da altri, l’aborto rimane sempre un atto orribile.

LEGGE 194. La legge 194 è quindi da considerare «gravemente ingiusta e inaccettabile in quanto consente l’uccisione di una vita umana. Quando fu varata venne giustificata soprattutto per evitare la morte delle donne negli aborti clandestini. Ma i dati sui decessi erano gonfiati, e il fine (importantissimo) di salvaguardare la vita delle donne non può giustificare un mezzo gravemente sbagliato qual è l’uccisione di un essere umano».

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE. E comunque, sia, dato che il dibattito è assolutamente aperto, «in caso di divergenze sul concepito lo Stato deve seguire il principio di precauzione: finché sussiste il minimo dubbio circa lo status del concepito, non si deve correre il rischio di consentire l’uccisione di un uomo».E il filosofo fa un esempio: «se un cacciatore vede muoversi qualcosa dietro un cespuglio non deve sparare fino a che non sa con certezza che dietro non c’è una persona». Occorre dunque continuare a denunciare la legge che consente di sopprimere un uomo , sebbene riconoscendo le attenuanti morali quando una decisione tanto grave viene assunta in situazioni drammatiche.

Dopo aver invitato a promuovere disposizioni di incoraggiamento alla maternità e favore della vita, Lodovici conclude: «è fondamentale promuovere un’azione culturale pro-life, perché una legge è molto più facilmente modificabile se questo richiedono le convinzioni mediamente diffuse nella cultura di un popolo» salvando così «dall’aborto il maggior numero possibile di vite umane».


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