Un’azienda che ha un fatturato di 29 miliardi di dollari, ne ha investiti 12,5 per acquistare un produttore di telefonini. L’azienda è Google , che il 15 agosto , con il benestare dei mercati, ha lanciato la sfida ad Apple. Il motore di ricerca americano dove arriva travolge assetti stratificati, surclassa i concorrenti , impone nuove regole di business. Come avviene in Italia.
Google Italia fattura 28 milioni di euro , e ne ha 26 di costi. Sembrano pochi ricavi. Certo che il grosso dei rapporti commerciali sono tenuti nella sede irlandese. La sua crescita vertiginosa ha imposto ai big nazionali una partita che neanche immaginavamo. Quella del controllo dei propri contenuti e del fatturato pubblicitario che ne deriva.
Ogni giorno in Italia 13 milioni di persone si collegano a Internet. Un’audience portentosa. Il signore di questa audience è Google : su 26 milioni di utenti unici nel mese di giugno , 24 sono passati per Google , più dei 21 di Facebook , dei 19 di Microsoft e dei 10 scarsi di Rcs. Google ti garantisce il traffico, ti porta nel tuo paradiso di milioni di contatti.
La torta pubblicitaria che viaggia sul Web ha superato in Italia il miliardo( 11% del mercato mondiale), con l’invidia di tutti gli altri media. Tutte le altre hanno avuto segno meno, tranne internet.
Il 92% degli internettiano va in Rete per trovare qualcosa. E clicca su cerca . Nel mese di giugno un utente ha medio ha impiegato 1 ora e 39 minuti per la ricerca , producendo insieme a tutti i suoi connazionali un movimento di 5,9 miliardi di pagine. E in ogni ricerca appare una pubblicità. Se ci clicchi sopra partono 10-30 centesimi , che producono un giro di soldi non indifferente, 380 milioni di euro totale , di cui Google si pappa 342 milioni.
I curiosi del web guardano le news che in Italia sono state viste in 3 miliardi di pagine. Nelle news potrebbero trovarsi i banner (inserzioni pubblicitarie) . Questo mercato per l'Italia è di 210 milioni , Google ne intasca 90. Con i 60 di Youtube, Google arriva ai 500 milioni di fatturato, ben lontano dal 28.
Google è un bersaglio. E capo a un business troppo ricco. L'antitrust ha condotto una lunga indagine mossa dalle accuse degli editori di giornali sull'uso dei contenuti giornalistici da parte del motore di ricerca per attirare utenti e pubblicità , e sui rapporti commerciali on editori e inserzionisti. La cosa si è conclusa senza vincitori.
Il sistema Google funziona a meraviglia dato che non conosce crisi: nel secondo trimestre 2011 l’’azienda ha segnato una crescita record ( 9 miliardi di dollari e +36% in un anno). Il mondo della tecnologia, sempre in avanti e sempre veloce, fa presto a punire i suoi leader che perdono il treno dell’innovazione (come dimostra la Nokia) . Google , quindi , ha deciso di comprare Motorola. Uno schiaffo a Microsoft, Facebook e Apple. Se Google si espanderà ancora sul mercato Internet ci saranno meno spazi di manovra per altri attori.
L’osservatorio Iab prevede che la pubblicità Internet italiana aumenterà del 18,6 % nel 2011 e Google ha la metà della torta. Negli Usa la pubblicità su internet ha superato quello dei giornali di carta, ed è a un passo da quella della Tv.
Google , intanto, è cambiata in maniera dirigenziale. E’ tornato Larry Page ad aprile. Ha chiesto all’azienda e a chi lavora di lavorare e concentrarsi sul business. Quindi con stupore è stata chiusa Google Labs , l’incubatore di innovazioni come la posta Gmail e le mappe su Internet. Ora tutte le innovazioni saranno aderenti agli obiettivi di business. Il problema futuro di Google sarà quello di non dipendere dal motore di ricerca.
Non sembra perdere strade innovative. Android, sistema operativo mobile, è il più diffuso dei telefonini , ma Google lo offre gratis. Non paga niente la stragrande maggioranza che usa Google Apps, che in teoria potrebbe mettere in difficoltà Microsoft. E poi devono seguire rogne. I video Youtube causano denunce per copyright e quindi richieste di indennizzi (Mediaset ha chiesto 500 milioni di euro) , Le mittenti americane non vogliono il decollo di Google Tv , piattaforma di contenuti alternativi via Internet sui televisori. Eppure Google deve espandersi in altre aree.