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Il Genio (by Marius)

Creato il 28 agosto 2013 da Simo785
Il GenioDall’archivio del Bar Frankie, pubblicazione originale del Dicembre 2012.

 

Ezra Pound diceva che il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l’uomo comune ne vede solo una e dove l’uomo di talento ne vede due o tre.

Il 16 Dicembre di trent’anni fa ci lasciava il più grande Genio  di sempre dello sport automobilistico, Anthony Colin Bruce Chapman, per tutti Colin. Ingegnere, pilota ma soprattutto fondatore della Lotus Cars e inventore delle sue rivoluzionarie creature a quattro ruote. Nell’Inghilterra dei primi anni ’50 non era così inusuale che degli amici si mettessero a costruire delle automobili da corsa nel garage sotto casa, Chapman rese viva la passione per la velocità e la meccanica realizzando un sogno cominciato quasi per caso e divenuto la sua vita. Alle capacità tecniche acquisite nel corso degli studi di ingegneria il giovane Chapman aggiunse le conoscenze prettamente aeronautiche grazie al suo seppur breve servizio nella Royal Air Force di Sua Maestà.

Egli seppe coniugare le due esperienze e rivoluzionare il mondo delle auto e la Formula 1 in particolare, le sue idee sono tuttora alla base del modo di concepire le attuali monoposto che gareggiano nei Gran Premi.

La Lotus esordì in Formula 1 nel 1958 e già due anni dopo arrivò la prima vittoria iridata con Stirling Moss sul circuito di Montecarlo alla guida della Lotus 18. Ma il saltò avvenne nel 1962 quando attorno, letteralmente, a Jim Clark fu realizzata la leggendaria Lotus 25 con telaio monoscocca che rendeva l’auto più rigida e resistente e sensibilmente più leggera. Fu con la “25” che Clark dominò i GP nel ’63 laureandosi Campione e ripetendosi nel ’65, con l’aggiornamento della tipo “33”, motorizzata con il V8 Coventry Climax. Sempre nel 1965 Jim Clark divenne leggenda andando a trionfare sul suolo americano, nel catino di Indianapolis, dove per la prima volta nella storia si impose un’auto con motore posteriore.

Ormai la rivoluzione era compiuta, tutti si sarebbero ben presto adeguati alle novità tecniche e aerodinamiche introdotte dal Genio del Surrey. Infatti egli fu anche il primo ad applicare in Formula 1 i concetti della deportanza che avrebbero reso le monoposto dei veri e propri aerei incollati a terra grazie agli alettoni e, sul finire degli anni ’70, grazie alle cosiddette “minigonne”, creando l’effetto suolo per garantire maggiore aderenza a terra con l’aumentare della velocità.

Tutte le innovazioni apportate dal costruttore inglese hanno sempre portato a vittorie e trionfi e hanno contribuito a creare un’aura leggendaria al nome Lotus.

Da quel 1952 la scuderia ha inanellato 79 vittorie in Formula 1, trionfando sette volte come costruttore e per sei volte nella classifica piloti con Jim Clark, Graham Hill, Jochen Rindt, Emerson Fittipaldi e Mario Andretti. Con la prematura scomparsa del genio fondatore la scuderia iniziò un lento declino, anche se ancora per qualche anno regalò momenti esaltanti agli appassionati di motori, con la grinta di Nigel Mansell, la classe infinita di Ayrton Senna, la sregolatezza di Nelson Piquet e il talento inespresso di Elio De Angelis; prima del ritiro dalle corse da parte della scuderia, ormai ingarbugliata nei debiti, fece le sue prime apparizioni in Formula 1 al volante della Lotus un giovane Mika Hakkinen, destinato poi a entrare nell’olimpo dei piloti.

La creatività di Colin Chapman è ancora oggi viva in ogni progettista di monoposto, così come è viva in ogni Team Principal: egli seppe coniugare le figure di tecnico e di manager come pochissimi prima e dopo di lui, fu tra i primi a far comparire i marchi degli sponsor sulle livree delle sue auto, consentendo alla Cricus della Formula 1 di crescere e diventare anche un business.

Forse qualcuno avrà storto il naso ma senza i soldi non si può  innovare, non si possono sviluppare le idee degli ingegneri e non si possono creare auto sempre più veloci e sempre più avanzate tecnicamente.

Come dare torto ad Ezra Pound?


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