Photo credit: veDro – l’Italia al futuro / Foter / CC BY-SA
Paolo Dall’Oglio, 59 anni, sacerdote gesuita italiano è stato rapito nei pressi di Raqqa, una città controllata interamente dai ribelli nell’est della Siria. Il sacerdote sarebbe notoriamente contrario al regime di Assad e per questo motivo era stato espulso dallo Stato l’anno scorso.
Si pensa che i responsabili siano appartenenti al gruppo “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, vicino ad Al Qaeda.
Le fonti diplomatiche italiane e il Vaticano non sono ancora in grado di confermare la tesi del rapimento, ma ammettono che Dall’Oglio non risponda più al telefono. Il sacerdote era arrivato sabato a Raqqa per una missione non meglio specificata, non comunicando la sua presenza ai diplomatici italiani o alla nunziatura apostolica a Damasco. Gli unici indizi che restano sono un post su Facebook in cui il missionario avrebbe chiesto di pregare per lui e per la riuscita della sua missione. La Farnesina sta cercando di verificare in tutti i modi le circostanze e la veridicità delle supposizioni.
Padre Dall’Oglio ha passato tutta la sua vita a promuovere il dialogo islamo-cristiano, sostenendo la popolazione locale. Negli anni 80 ha creato la comunità di Mar Musa, facendo costruire il monastero san Mosè l’Abissino, nel deserto a nord di Damasco.
Più volte si era espresso duramente contro l’indifferenza della comunità internazionale per gli avvenimenti siriani: ultimamente ha inviato anche una lettera al nuovo Papa, proprio per richiamare la sua attenzione su questa insostenibile situazione. Il suo attivismo gli era valso l’espulsione dalla Siria per aver appoggiato il programma per la pace promosso da Kofi Annan, inviato speciale Onu per la Siria.
La nostra mente non può non andare anche a Quirico, il giornalista de La Stampa, ancora in mano ai suoi rapitori da aprile. Si attendono nuovi sviluppi sulla sorte del gesuita Paolo Dall’Oglio.
Articolo di Sara Martinetto
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