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Il giornale britannico Guardian fa luce sul razzismo di Gandhi nei confronti delle persone di colore

Creato il 19 giugno 2011 da Corradopenna
Il giornale britannico Guardian fa luce sul razzismo di Gandhi nei confronti delle persone di colore
Dall'articolo Gandhi branded racist as Johannesburg honours freedom fighter (ovvero Gandhi bollato come razzista mentre Johannesburg onorara il combattente per la libertà) pubblicato sull'edizione on line del quotidiano britannico Guardian del 17 ottobre 2003 e scritto dal corrispondente da Johannesburg Rory Carrol, apprendiamo da fonte ufficiale quanto sia ancora vivo da parte dei neri sudafricani l'astio nei confronti del supposto "apostolo della pace e della noviolenza", il signor Gandhi definito Mahatma (grande anima).
Il titolo appare un poco ambiguo dal momento che pur riferendo dati di fatto non contestati nemmeno dallo stesso giornalista sull'atteggiamento razzista mostrato dall'avvocato Gandhi durante la sua permanenza in Sud Africa, ci si riferisce ad esso come ad un "combattente per la libertà". Quale libertà ci si chiede se poi deve continuare l'oppressione del sistema delle caste indiane (con la riduzione in stato di semi-schiavitù dei Dalit, gli intoccabili) e l'apartheid razzista contro i negri?
Il giornale britannico Guardian fa luce sul razzismo di Gandhi nei confronti delle persone di coloreMa veniamo al contenuto dell'articolo in cui si legge che in occasione dell'inaugurazione di una statua dedicata a Gandhi ed alla sua supposta lotta il razzismo ha innescato una serie di malumori perché a dire di alcuni sono state talcune affermazioni razziste attribuite a Gandhi, le quali suggeriscono che egli vedesse i neri come dei pigri selvaggi a malapena umani. Ma ecco la traduzione testuale  dei passaggi più salienti dell'articolo.


I quotidiani continuano a pubblicare lettere da parte di lettori indignati: "Gandhi non amava gli Africani. Per lui gli Africani  non erano meglio degli 'Intoccabili' dell'India" ha detto un corrispondente al quotidiano The Citizen.
Altri sono anche più duri, affermando che l'icona dei diritti civili "odiava" la gente di colore ed ignorava le sofferenze che pativano per mano dei padroni colonialisti mentre perorava la causa degli indiani.
(...) la statua ha suscitato anche amari ricordi relativi ad alcuni scritti di Gandhi. Costretto a condividere una cella con gente di colore egli aveva scritto: "Molti dei prigionieri nativi sono solo di poco differenti dagli animali e spesso si creano risse e combattimenti fra di loro."
E' stato ricordato come abbia affermato, ad un convegno a Bombay nel 1896, che gli Europei volevano degradare gli indiani al livello dei "selvaggi kaffir, la cui occupazione è cacciare e la cui sola ambizione è di mettere assieme un certo numero di bovini per potersi comprare una moglie, e quindi passare la propria vita nudi e indolenti".
Il quotidiano Johannesburg daily This Day ha affermato che GB Singh, l'autore di un libro critico nei confronti di Gandhi, ha vagliato le foto di Gandhi in Sud Africa e non ne ha trovato nemmeno una in cui fosse vino ad un nero.
  (...) Khulekani Ntshangase, portavoce per la lega giovanile dell'African National Congress [il partito di Nelson Mandela - N.d.T.], ha difeso Gandhi, affermando che i critici perdono la visione complessiva del suo immenso contributo alla lotta di liberazione.
I commenti offensivi di Gandhi furono espressi  early in his life whquando era ancora giovane ed influenzato dagli indiani che lavoravano nelle piantagioni di canna da zucchero e che non andavano d'accordo con le persone di colore dell'attuale provincia di KwaZulu-Natal, afferma Mr Ntshangase.
"In seguito egli divenne più illuminato."


Più illuminato ci chiediamo noi? A quanto pare all'inizio illuminato non lo era per niente, e come abbiamo già visto non rinnegò mai l'induismo ed il suo sistema delle caste. E forse non è un caso se anche molti neri sudafricani, così come molti intoccabili, concordano con l'analisi di G.B. Singh, autore del libro Gandhi: dietro la maschera della divinità.

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