Mi sono fatta rubare il natale, poi il capodanno, poi il mio compleanno, naturalmente mi sono fatta rubare anche l'estate.
Mi sono fatta rubare tutte queste cose e non ho saputo opporre un'autentica resistenza. Stavolta non ho saputo vincere.
E' come la mia malattia, degenerativo; aspetto che smetta di funzionare, che smetta di far male.
Mi ha rubato il piacere delle giornate di sole, il piacere di una vacanza in viaggio, mi ha rubato la possiblità di guardare un riccio con gli stessi occhi di prima, di guardare una ragazza appassionata che fa foto ai monumenti. Mi ha rubato le possibilità e io aspetto solamente. Aspetto passivamente che finisca, che si esaurisca, che smetta di funzionare, questo male perpetuo che mi ha lasciato dentro.
Non guarisce, ma degenera. Un organo smette di funzionare lentamente, e la situazione peggiora, non migliora. Smette di funzionare e tutto il resto va in tilt, anche se cerca ostinatamente di adattarsi.
Mi è stato fatto un furto e io ho permesso che si entrasse a casa mia a rubare in questa maniera. E sono sempre io che lascio che questa casa degeneri. Il fisico, quello vero e non metaforico, malato e perennemente stanco e trascinato di luogo in luogo, probabilmente non aiuta. Non sentirsi nelle gambe la forza per opporre resistenza e nelle mani la forza e l'agilità per ricostruire e ricomprare oggetti (veri e figurati) non aiuta.
Ma in fondo è come se tutto si fosse fermato in quel momento in cui io sull'uscio di casa ho fissato il vuoto. Io sono ancora lì che fisso, senza la capacità di farmene una ragione, una speranza. Sono lì che guardo, ebete e distante.
L'unica cosa che si avvicina è questo dolore di fondo. Solo che una volta tanto lo so cos'è. E' la persona che amo all'imperfetto, perchè l'ho amata in passato e ora non posso amarla più.
Perchè se n'è andata via rubando il mio tempo, e le mie cose.