Sergio Mattarella ha giurato come nuovo Presidente della Repubblica Italiana: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne fedelmente la Costituzione“.
In Parlamento sono quasi tutti presenti: spiccano solo alcuni banchi vuoti nelle file di Forza Italia. Seduto nell’emiciclo c’è anche Silvio Berlusconi, nonostate alcune proteste del M5S. “Il Quirinale ha fatto bene a invitare Berlusconi” dice il Ministro del lavoro Giuliano Poletti “E’ una scelta di attenzione, coerente con il clima che si è voluto creare in questo momento“.
Riforme, lotta alla corruzione e alla mafia. Le richieste del Presidente Mattarella
Dopo un saluto deferente a Carlo Azeglio Ciampi e a Giorgio Napolitano, Mattarella parla subito dell’Italia. “Il Paese è a rischio. E a rischio è anche la sua unità” ha esordito. “Verrà richiesto l’impegno di tutta la società per fronteggiare le ferite della crisi: emarginazione, solitudine. Tante difficoltà che hanno creato esclusione e solitudine“. “Le riforme” ha aggiunto “devono essere giustificate dal dover dare una risposta veloce ed efficace ai problemi della comunità”.
Mattarella cambia foglio, appoggia le mani sul tavolo, e mette subito le cose in chiaro. “Il Presidente della Repubblica deve essere, e sarà, super partes. Se ne parla come di un “arbitro” della Costituzione. E’ una metafora più che corretta. L’arbitro sarà imparziale, i giocatori giochino con correttezza“.
Il neopresidente si lancia poi sul contrasto alla mafia, sui valori dell’antifascismo e sulla piaga della corruzione. “Non è ammissibile mantenere un tasso tato alto di corruzione, che divora risorse destinabili ai cittadini e penalizza gli onesti e i meritevoli. Massima priorità sia data al contrasto delle mafie e della corruzione stessa. La mafia” ha specificato “è un cancro che calpesta diritti e spegne sogni e speranze“.
C’è spazio anche per citare avvenimenti internazionali nel discorso di Mattarella. Il nuovo Presidente si dichiara “disgustato” e “inorridito” per le decapitazioni portate a termine dal gruppo terroristico dell’ISIS e sottolinea l’importanza di mantenere saldo il rapporto con l’Unione Europea, “faro di speranza e democrazia“.
Le parole di Sergio Mattarella per i Marò e per gli italiani rapiti all’estero
Sergio Mattarella cita anche i casi degli italiani all’estero, tra cui padre Paolo Dall’Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli, scomparsi rispettivamente in Siria, Libia e nel Punjab, tra Afghanistan e Pakistan. Sarebbero ostaggi di jihadisti. Numerosi gli appelli di liberazione e le pagine sui social media che chiedono la loro liberazione. La camera è stata pervasa da un applauso da parte di tutti i parlamentari (esclusi quelli del M5S) quando Mattarella ha citato i Marò, sperando nel “massimo sforzo per portare i due militari in patria“.
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