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Il governo dei microblogger

Creato il 16 dicembre 2011 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Il governo dei microblogger

La schermata iniziale di Weibo

Più di 50 piattaforme per circa 200 milioni di post al giorno. Una moltitudine di caratteri impazziti che sfuggono a qualsiasi pretesa di controllo. Sono le cifre dei microblog cinesi, quei servizi simili a Twitter attraverso cui si comunicano pensieri, opinioni, segnalazioni e link. Uno di questi è quindi Weibo, con oltre 250 milioni di user, più altri agguerritissimi concorrenti come Tencent, Sohu e NetEase.

Anche il governo e molte agenzie pubbliche hanno deciso di aprire account sulle piattaforme di microblogging per informare sulle proprie attività. Sul solo Weibo gli account riconducibili ad agenzie governative sono ormai circa 20 mila. Tra questi oltre 10 mila dipendono da ministeri e circa 9 mila da uffici delle province.

La svolta è arrivata dopo il disastroso incidente ferroviario di Wenzhou, a luglio, quando l’informazione in rete smascherò in fretta i primi tentativi ufficiali di ridimensionare il bilancio delle vittime, creando parecchi imbarazzi al governo. A ottobre i funzionari sono stati incoraggiati a «utilizzare Weibo per servire la società» da Wang Chen, capo dell’ufficio di Stato per l’informazione su Internet. Lo stesso Wang Chen ha poi scritto un articolo a novembre in cui faceva appello ai funzionari affinché si dedicassero al microblogging per guidare l’opinione pubblica e favorire una cultura di Internet «sana e positiva».

Zhu Huaxin, segretario dell’ufficio di monitoraggio dell’opinione pubblica, spiega che i microblog bypassano i portavoce del partito e i media, inaugurando «un innovativo metodo di management sociale». «Il governo era solito alienarsi dalla gente comune e parlare in tono autoritario», afferma il professor Wang Yukai, dell’Accademia cinese di governance. «La gente non ha mai avuto la possibilità di esprimere le proprie opinioni. Ma ora le autorità possono seguire le tendenze in atto e interagire con gli utenti».

La nuova tendenza al microblogging istituzionale parte da Pechino, città tradizionalmente poca propensa agli “spazi pubblici”, anche virtuali. La polizia pechinese ha un proprio account, Ping’an Beijing (“Pechino sicura”), con ben 2 milioni di followers. Zhao Feng, l’ufficiale addetto al mantenimento del microblog, spiega che 10 funzionari rispondono 24 ore su 24 alle domande poste dalla cittadinanza e offrono altre informazioni. Il 17 novembre il municipio della capitale è stato il primo a lanciare un microblog, anticipando di 11 giorni Shanghai.

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