Un omaggio all’arte e alla musica di uno dei più grandi cantanti italiani. “Domenico Modugno – Il grande volo”, un film documentario in onda su Rai 2, che narra la vita artistica e umana del “Mimmo nazionale” attraverso le testimonianze di artisti e amici (Massimo Ranieri, Adriano Aragozzini, Gigliola Cinquetti,Franco Migliacci, Enrica Bonaccorti e tanti altri.), le immagini dei luoghi dove è nato e vissuto (Polignano a Mare, San Pietro Vernotico, Roma ecc.) e infine dal materiale di repertorio Rai.
L’opera racconta la storia di un ragazzo del sud che rivoluzionò la canzone italiana, partendo da un piccolo paese del meridione con la testa piena di sogni e un grande talento.

1958: Volare oh oh, sembrava una canzone qualsiasi e invece è diventata un successo planetario e quel ragazzotto divenne il simbolo di quel volo sociale ed economico che l’Italia stava spiccando. Inutile dire che il successo di vendite risultò straordinario sia a livello nazionale sia internazionale, con oltre venticinque milioni di pezzi. In tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, per la prima, ultima e unica volta canta ad una sola voce la stessa canzone, in italiano: un urlo, “Volare….oh oh…cantare…oh oh oh oh…”,

Uomo moderno e proiettato al futuro, spirito libero, sempre curioso e attento alle novità proposte sia dal punto di vista musicale che poetico, successi che si propagano in tutto il mondo, cantati dallo stesso Modugno in tutte le lingue. Per tutta la sua carriera canterà canzoni italiane contrapposte al dialetto brindisino che può ricordare il siciliano. Parole musicate in dialetto, dai suoni preziosi, ancestrali e molto musicali…hanno le atmosfere delle strade, delle barche, delle miniere delle terre del suo Sud. Un coraggio impensabile all’epoca, trovandosi a dover fare i conti con la pesante ipoteca di pregiudizi ed incomprensioni che storicamente hanno gravato sulla letteratura in dialetto, spesso considerata lingua minore, subalterna, marginale, incomprensibile se non addirittura rozza e plebea.
Come il mare, il suo dialetto è la lingua dell’identificazione regionale, è il suono dell’infanzia, del tempo antico…cantare in dialetto “siciliano” è recuperare per dare al nostro tempo di oggi, forse, il suono, il canto, il ricordo di un tempo che non c’è piu’…





