La cronaca “verde” della manifestazione di mercoledì 18 a Montecitorio per protestare contro i tagli del Governo alle energie rinnovabili
Il verde è un colore che, per definizione, indica la vegetazione e la natura, Se ci affidiamo poi al significato e alla simbologia dei colori, scopriamo che il verde è un colore che emana senso di equilibrio, compassione e armonia e che ha un effetto calmante.
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Se una multinazionale come la BP o dei fondi di investimento la cui missione non è certo “green oriented” (tranne il business ad esso legato) scendono in piazza per difendere i propri diritti, forse possiamo utilizzare una metafora. Il verde è il simbolo per “passare”: oltre ai semafori, è il codice visivo internazionale usato per “approvazione e permesso” ed è anche utilizzato nei prodotti per la salute o negli alimenti sottoposti a controlli per assicurare sul loro consumo sicuro. Insomma il lasciapassare del colore della natura è sicuramente ancora molto utile, così come lo è stato in passato.
Per non parlare poi della “visibilità pubblica” dei vari singoli personaggi che, stando all’analisi dei colori di cui sopra, non manca mai di esaltare l’ego di chi ama il verde. E in piazza, mercoledì scorso, non poteva naturalmente mancare il più presenzialista di tutti: il sempiterno Alfonso Pecoraro Scanio. L’ex Ministro dell’Ambiente, ora Presidente della Fondazione UniVerde e docente di Politiche dell’Ambiente e di Ecoturismo presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, nel 2008 ha visto presentare in Parlamento una mozione di sfiducia nei suoi confronti dalle forze politiche d’opposizione che lo ritenevano tra i principali responsabili della emergenza dei rifiuti in Campania. La mozione, che sarebbe stata appoggiata anche da alcuni esponenti della maggioranza, non è mai arrivata al voto in Senato, per la caduta anticipata del governo Prodi. A lui si deve il varo del primo conto energia, quello ricco che ha soddisfatto per anni multinazionali e private equity. Del resto, secondo i simbolisti dei colori, chi predilige il verde tende ad auto esaltarsi, sentendosi superiore al prossimo: vuole fare bella figura e impressionare, ad ogni costo.
Il verde poi, si sa, non è mai solo uno. Abbiamo il verde pisello, il verde marcio, il verde acqua e così via. E, davanti a Montecitorio non potevano mancare le varie sfumature. Persino il rosso di Rifondazione Comunista sfilava perché è noto che, in base alle circostanze, si fonde con il verde. In questo caso, uniti sotto il sole, per difenderne i diritti acquisiti. Come ad esempio in Puglia dove l’unione ha dato vita a interi campi di calcio coperti da specchi di silicio o a zone paesaggistiche vincolate dove ora sventolano le turbine eoliche. Nella sola provincia di Brindisi mille ettari di terreni sono coperti da impianti fotovoltaici con estrema soddisfazione delle aziende tedesche, americane e cinesi.
Se pensiamo invece alle specie arboree, oltre alla gramigna a cui possiamo credere appartengano i Pecoraro Scanio, abbiamo anche quelle ornamentali. Carlo Ripa di Meana, questa volta in difesa dei diritti del paesaggio che altrimenti verrebbe deturpato dagli orrendi impianti eolici e solari, si è presentato in piazza come una dracena del suo salotto dell’appartamento di via Ovidio, in Prati, Accompagnato da eleganti signore con la erre moscia, uno dei fondatori del movimento verde si è scontrato con “i suoi simili”, quelli però che non frequentano i salotti romani e sono partiti all’alba in pullman dal Nord Italia per difendere il loro posto di lavoro.
Infine chi sceglie il verde, sempre secondo le simbologie dei colori, si sente spesso insicuro, dando prova di fragilità nei confronti di se stesso e non accetta cambiamenti nei suoi modi di agire dato che, sentendosi il migliore, l’adattamento agli altri lo svilirebbe nell’alta considerazione che ha di sè.