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Il Gregario (by Marius)

Creato il 14 gennaio 2013 da Simo785

Il trio si è ricomposto, lassù.

Sandrino Carrea si è spento nella notte tra sabato e domenica, in silenzio, senza clamore come era solito fare qualunque cosa in vita sua. Lassù raggiunge Ettore Milano e il Campionissimo, Fausto Coppi.

Sandrino Carrea ed Ettore Milano, i due Gregari per eccellenza, nella storia del ciclismo i loro nomi sono indissolubilmente legati a quello dell’airone di Castellania.

Anche Carrea, come Milano e come il loro capitano, era originario dell’alessandrino, terra eletta a sancire ancora di più il legame che intercorreva tra i tre ciclisti.

Insieme dal 1949, giusto in tempo per aiutare Coppi, già Campionissimo, a diventare leggenda; il ’49 è l’anno della doppietta Giro-Tour, Carrea non fece parte della spedizione francese, ma era con lui già al Giro, quello della tappa delle tappe, la Cuneo-Pinerolo.

Nel 1952 Carrea raggiunse il punto più alto della sua carriera individuale, vestendo per un giorno la maglia gialla di leader del Tour; la conquistò al termine dalla tappa giunta a Losanna e la portò indosso nel corso della frazione che, per la prima volta nella storia della Grande Boucle, raggiunse la mitica Alpe d’Huez dove consegnò il simbolo del primato proprio al suo capitano, primo domatore e dominatore dei ventuno tornanti che portano alla sommità.

Ma il lavoro di Carrea non era quello di portare la maglia, era quello di portare in alto colui che era destinato a conquistarla, Fausto Coppi, l’uomo per cui avrebbe fatto qualunque cosa; ripeteva sempre che grazie all’airone ebbe la possibilità di vivere di ciclismo, di comprarsi una casa e un pezzo di terra dove vivere, con la saggia modestia di chi sa di dover faticare e impegnarsi ogni giorno con dedizione per portare a casa la “pagnotta” e poter dare una vita dignitosa alla propria famiglia, la saggia modestia di chi sa riconoscere i propri limiti ma insieme sa essere capace di  dedicare le proprie capacità, il proprio talento e ogni goccia di sudore alla realizzazione di qualcosa, alla costruzione di una vita.

E, andando oltre, a contribuire alla crescita di una leggenda, quella del Campionissimo.

Perché per Carrea e per Milano, scomparso nel 2011, il Campionissimo era come un fratello maggiore, da seguire in ogni peripezia, da proteggere in pianura, da far partire in salita, da vivere ogni giorno anche fuori dalle corse.

Solo pochi giorni fa, il 2 gennaio come tutti gli anni, Andrea “Sandrino” Carrea era a Castellania per la messa di suffragio del Fausto e ricordava i tempi che furono.

Ora, lassù, il Campionissimo può pedalare ancora con i suoi due “angeli” accanto.


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