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Il labirinto del Fauno

Creato il 14 marzo 2011 da Flavia
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Il labirinto del fauno (El laberinto del fauno)

Regia: Guillermo del Toro

Cast:

Il labirinto del fauno è un film che mischia realtà e fantasia, non è propriamente una pellicola per bambini, seppure abbia una confezione prettamente fantastica. Ci sono molte scene crude (come tipico nello stile del regista Guillermo del Toro) e la narrazione è intrisa di dialoghi a volte non adatti per un pubblico giovanissimo. Il film è ambientato nel 1944, in Spagna.

 

*Spoiler*

La piccola Ofelia, una ragazza piuttosto irrequieta, viene condotta dalla madre Carmen presso una zona nella quale i militari spagnoli hanno costruito una piccola base. Qui conosce il suo patrigno, il comandante Vidal, uomo tutto d'un pezzo del quale, con il proseguire della narrazione, conosceremo anche la sua anima crudele (agghiacciante la scena nella quale ordina di uccidere due contadini in quanto sospettati ingiustamente di essere dei sovversivi).

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In questo ambiente tempestato da colpi di fucile bombardamenti, la piccola Ofelia fa la conoscenza di una sorta di mantide, la quale le fa sapere di essere la reincarnazione di una principessa di un mondo per lei fantastico. La ragazzina, non felice del mondo in cui vive, riceve la proposta di poter tornare nel suo mondo "immaginario", e per questo deve superare tre prove. La morte di sua madre e il carattere del patrigno, la convinceranno oltremodo a provare.

Nella prima prova, Ofelia dovrà vedersela con un enorme rospo; nella seconda dovrà rubare una chiave all'interno di una stanza zeppa di prelibate delizie che non dovrà mangiare; nella terza, la più dolorosa, dovrà uccidere il fratellino neonato.

La piccola riuscirà a passare le prime due e dimostrerà di non essere una assassina nella terza, risparmiando la vita del piccolo. Alla fine Ofelia riuscirà a tornare nel suo mondo fantastico mentre il crudele comandante Vidal verrà ucciso.

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Il labirinto del fauno è un film complesso, dove la caratterizzazione psicologica dei personaggi è piuttosto marcata. Gli effetti speciali visivi sono molto belli e contiene diverse sequenze horror da antologia. Diciamo che dopo alcuni minuti si rimane spiazzati in quanto l'idea di trovarsi di fronte a una favola stile "La storia infinita" viene subito smorzata da situazioni di violenza molto cruda (ovvio il riferimento alla situazione della Spagna del dittatore Francisco Franco) e da personaggi non banali (la stessa Ofelia non è paragonabile ai giovani protagonisti di film fantastici per "bambini").

È un film ben diretto, macabro, tutt'altro che ottimista, gotico, intriso di metafore e simbolismi, e con personaggi interessanti ma non tutto, in questa pellicola, fila liscio.Notevoli sono i richiami ala mitologia: La prova consiste nell'accedere ad un mondo sotterraneo, custodito da un "demone" che "non ha nulla di umano". Il Fauno raccomanda ad Ofelia di non mangiare nulla di quello che vi troverà. Ofelia recupera l'oggetto magico, ma mangia due chicchi d'uva. In questo vi possiamo ritrovare un richiamo al mito di Demetra e Persefone e Ade. O la stessa terza prova del sacrificio del fratellino che vuole rifarsi a Isacco e Abramo.

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A differenza che ne La spina del diavolo, qui  c'è una certa farraginosità nella sceneggiatura provoca infatti, a mio avviso, diversi cali di ritmo soprattutto nella parte centrale e forse l'eccesso di metafore e di situazioni simboliche (il mostro che vive nei sotterranei che ricorda molto i nazisti), appesantisce un po' troppo questo film della durata di quasi due ore provocando anche qualche sbadiglio, però, è indubbia la bravura del registra che ancora una volta riesce a parlare di temi pesanti e seri in modo surreale e fantastico, riuscendo a colpire nel segno senza scene reale di guerra e sangue ma giocando sull'immaginario delle persone, e questo vale più di millescene di guerre e battaglie sanguinarie.

 

 

Monologo iniziale.

 

"Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo. Dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani. Sognava il cielo azzurro, la brezza lieve e la lucentezza del sole. Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. La principessa dimenticò chi fosse e da dove provenisse. Il suo corpo patì il freddo, la malattia, il dolore, e dopo qualche anno morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l’anima della principessa avrebbe, un giorno, fatto ritorno, magari in un altro corpo, in un altro luogo, in un altro tempo. L’avrebbe aspettata, fino al suo ultimo respiro. Fino a che il mondo non avesse smesso di girare. "


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