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Il “laicismo di stato” è un punto debole del sistema francese

Creato il 28 ottobre 2012 da Uccronline

Il “laicismo di stato” è un punto debole del sistema franceseSe ancora non è chiara la differenza tra laicità, assenza di laicità e laicismo è utile guardare la situazione politica in Italia, in Inghilterra e in Francia. La “laicità”, ha spiegato bene il card. Ravasi, risponde al «rendete a Cesare ciò che è di Cesare», mentre il “laicismo” elide o reprime il «rendete a Dio ciò che è di Dio», vocaboli che non sono sinonimi, la cui stessa distinzione vale tra “religiosità” e “teocrazia”. L’editorialista de “Il Corriere della Sera”, Piero Ostellino, nella sua “difesa laica del Papa” ha scritto a sua volta: «la cultura laica non è negazione della religione, ma cavourriana separazione tra le leggi e i comandamenti, tra lo Stato e le istituzioni ecclesiastiche».

Ecco che dunque l’Italia è un paese laico, religione e stato sono due enti distinti ed indipendenti. Questo è l’unico criterio valido per parlare di laicità, il fatto che poi lo stato scelga di preferire/favorire una delle varie espressioni religiose (quella cattolica, nella nostra penisola) è nei legittimi poteri di uno stato laico. Nel Regno Unito manca invece il criterio fondamentale per ritenerlo uno stato laico: la regina Elisabetta II, infatti, è sia il capo dello stato che governatrice suprema della Chiesa Anglicana. Altra situazione in Francia dove vige il laicismo di stato (o “laicità negativa”), ovvero l’esclusione di ogni espressione religiosa dallo spazio pubblico, relegandola unicamente a forme private. E’ il riferimento politico di ogni individuo affetto da “religiofobia”, i responsabili della Chiesa -ha spiegato Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux- non posso esprimersi su tantissimi temi altrimenti si sentono affermazioni come: «Questo esula dalle vostre competenze. La laicità vi vieta d’intervenire in questi ambiti. Contravvenite alla laicità esprimendovi così».

Gian Carlo Blangiardo,  già Direttore del Dipartimento di Statistica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e attuale docente di Demografia nella stessa università, ha dato recentemente un giudizio sulla forma etica del governo francese affermando: «Per i francesi la laicità è un punto d’orgoglio e la considerano la loro peculiarità, che hanno ereditato da una tradizione formatasi ai tempi dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese. E’ quindi una storia che ostentano orgogliosamente. Così facendo, non si tiene conto però di quello che rappresenta un elemento importante nella vita di tutte le persone, e cioè il fatto di avere comunque degli ideali di carattere religioso e di volere che siano rispettati anche dalla società in cui si vive. Ciò può creare dei conflitti, perché non si può prescindere da un sistema di valori che le persone vivono con impegno e convinzione. Una società laica vive una forma di difficoltà nel conciliare le due realtà».

Buona parte dei cittadini francese è discriminato, poiché «da un lato si deve fare l’interesse dei cittadini, dall’altra questi ultimi hanno delle aspirazioni e lo Stato in nome della laicità non le rispetta. C’è poi anche chi non ha una religione, e lo Stato laico è proprio la scelta di favorire questi ultimi, danneggiando chi invece ha un riferimento trascendente. E’ un punto debole del sistema francese, anche se loro lo considerano un punto di forza, perché non tiene conto di valori che sono all’origine della società. Avere una religione, degli ideali, un’etica, è anche un motivo per rispettare le norme del vivere sociale. Nel momento in cui ciò viene meno, può scattare un principio di individualismo e di convenienza personale, per cui ognuno fa quello che vuole in quanto pensa che tanto non c’è una morale che lo guida».

Blangiardo è anche intervenuto sulla questione delle nozze e adozioni gay, argomento caldo in Francia, spiegando che «l’essere uomo e l’essere donna non sono la stessa cosa, e il bambino ha bisogno di un padre e di una madre. Necessita cioè della vicinanza di una donna con tutte le sue caratteristiche di donna, e di un uomo con tutte le sue caratteristiche di uomo. Nel momento in cui ci sono altre forme di unione, le quali non riproducono la coppia naturale, il bambino si può trovare del tutto disorientato. Anche se ci sono l’affetto e tutto ciò che ci deve essere, i modelli di riferimento non sono infatti di tipo naturale. C’è quindi un forte rischio che insorgano dei disturbi, proprio perché il bambino non ha avuto la possibilità di crescere con due genitori di sesso opposto». E anche su questo «lo Stato laico deve prendere una posizione, in quanto deve a sua volta rendersi conto che questa situazione può poi creare dei cittadini con dei problemi. Se quindi ha veramente a cuore l’interesse dei suoi cittadini, dovrebbe fare in modo che ciò non si possa realizzare. Anche se poi ci sono i desideri dei membri delle coppie gay, finalizzati a una loro soddisfazione, non è detto che si debba inseguire l’interesse di tutti, se ci sono degli interessi superiori come quello di formare i cittadini cui lo Stato dovrebbe rispondere».

Tornando alla laicità, ne ha spesso parlato anche Claudio Magris sempre su Il Corriere della Sera, come quando ne ha spiegato il significato vero, gli ignoranti, che con«con buona pace detinuano a usare scorrettamente questo termine come se significasse l’ opposto di fede e come sinonimo di ateismo o di agnosticismo». E aggiungendo: «L’ intolleranza e la spocchia laicista – ad esempio nelle discussioni sull’ abortosi sono rivelate aggressive, una supponenza che mette all’Indice di una pretesa arretratezza ogni voce dissenziente».


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