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"Il lamento del prepuzio" di S. Auslander

Creato il 02 ottobre 2012 da Bens
Voci di corridoio mi vogliono battezzata in epoche speranzose, ma per quanto ricordi e per quanto me ne importi ho sempre considerato la faccenda insignificante, tanto che quando il mio amico Giorgio mi chiamò, entusiasta, un paio di anni fa, per mostrarmi la sua scomunica, a seguito dello "sbattesimo", appesa al muro e ben incorniciata, trovai la cosa piuttosto ridicola. Non mi capacitavo di come si potesse dare tanta importanza ad un'innaffiata, specialmente da un punto di vista laico e puramente a-religioso.
Certo, se al posto del battesimo, quel burlone del Gesù si fosse inventato la barbara usanza di tranciare il dito mignolo della mano destra, il discorso sarebbe stato diverso. Non solo per l'evidente e sanguinolenta violenza della pratica a cui sarebbero state sottoposte milioni di persone per motivazioni illogiche ma perché il passaggio a "marchio" sarebbe stato breve.
Prendiamo il giovane Shalom Auslander, vissuto nel tetro timore di un Dio vendicativo, privativo e personale (nel machiavellico senso che tendeva a prendere sul personale i peccati della gente), obbligato ad imparare a memoria le benedizioni del cibo, a indossare lo yarmulke, ad agire di nascosto e a fare i conti con un Dio che disprezza, insulta, teme ma in cui crede profondamente.
Quindi prendiamo il neonato figlio di Shalom e il destino del suo piccolo affarino. ZAC ZAC. Bisogna tagliare per essere un vero ebreo. Sono le fondamenta di una vita dedicata alla reverenza, al pentimento e all'espiazione. Ma ovviamente le regole sono ben chiare: si circoncide otto giorni dopo la nascita. E che ve lo dico a fare, l'affarino del neonato viene tagliato via troppo presto.
Quindi Paix Auslander è stato marchiato invano?
L'aspetto migliore di questo libro è la secolarizzazione del concetto religioso. La vita di Auslander brucia tutte quelle tappe che per secoli avevano incatenato le persone in intrigati giochetti di superstizioni, nutrendola nel terrore di un'eterna disfatta.
La planimetria è la stessa. Shalom bambino, ebreo impaurito, è la religione vecchia secoli; Shalom che si fa le seghe in camera mentre fuma erba è la religione che fa i conti con l'umanità dei suoi adepti; Shalom che mangia cibo non kosher e paga due dollari per un hotdog durante lo Shabbat è la religione che perde la sua credibilità oscurantista. E sapete che succede? Non succede un bel niente, Dio pare non prendersela troppo, non uccide nessuno in particolare, nemmeno il povero Paix circonciso con troppo anticipo.

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